Nella splendida Hacienda San Josè Kanan di Izamal si è svolta la premiazione della seconda tappa del Rally Maya. Tra i premiati troviamo una piccola sorpresa che fa alzare le antenne al nostro orgoglio italiano: due ragazzi spagnoli al volante di una minuscola, ma regolare, Fiat 600 D del ‘65. Una conferma in più dello spirito di questo Rally riservato ad auto classiche, dove non conta tanto pigiare sull’acceleratore, quanto mantenere il più a lungo possibile le medie indicate sul road book. Ancora una volta, la vecchia 600 che ha motorizzato l’Italia ha fatto la sua parte!
Al primo posto nella categoria B (auto dal ‘50 al ‘69) si sono classificati Placido G. e Arturo C. con un Mercedes Benz 250 S del 1967. Per la categoria “C”, riservata invece ad auto dal ‘70 al ’82, troviamo al primo posto una giovane coppia messicana con un Porsche 911 del 1980.
Scorci d’Italia
Senza nulla togliere ai meriti di guida e di motore, è però da dire che la vista di tutte le auto premiate di ciascuna categoria, allineate sul prato di questa magnifica hacienda messicana riconcilia con la bellezza.
I ragazzi in Fiat 600 D, però, non sono stati l’unica sorpresa “italiana”. Qui, proprio in questa hacienda a conduzione familiare, non solo si producono legni pregiati, ma anche limoni, italianissimi limoni piantati nell’altra parte del mondo.
Una notte di lavoro e di attesa
Se la notte porta consiglio, quando sei in gara non sempre porta anche il riposo. Così è stato per i nostri meccanici che, nella notte tra la seconda e la terza tappa di questo incredibile Rally Maya, hanno lavorato duramente per sostituire la pompa di iniezione della nostra Ferrari 308 GTS che aveva iniziato a perdere colpi.
Loro lavoravano e io, assillata dalla preoccupazione di non riuscire a riprendere il via, ho domito poco e male. Nulla è stata vano però. O perlomeno non è stato vano l’impegno dei meccanici del Racing Team Peralta. Il miracolo evocato è stato concesso: la nostra Ferrari è ripartita al primo colpo!
Prove segrete e piede di velluto. L’alternativa a Mary Poppins
Avete presente pomi d’ottone e manici di scopa? Bene, dimenticateli, qui è tutta un’altra storia.
Pochi i chilometri di questa tappa del Rally Maya, ma tante le cosiddette prove segrete dove il tracciato con le medie e i controlli gps è consegnato appena prima della partenza a tutti i copiloti.
Fino al nostro arrivo a Progreso, città situata lungo la costa dello Yucatan, ho cercato di guidare con il piede di velluto, senza telegrafare con l’acceleratore, senza brusche frenate, camion permettendo, questi sì, a mio avviso, uno dei pericoli maggiori del Rally Maya.
L’Autodromo dello Yucatan
Una piacevole novità di questa nona edizione è stata, una volta arrivati a Progreso, la sfilata di tutte le auto all’interno dell’Autodromo dello Yucatan inaugurato nel 2017 dall’ex campione del mondo di F1 Emerson Fittipaldi.
Naturalmente, sacrificata dal piede di velluto di cui sopra, il mio primo pensiero è stato “Ora finalmente potrò scatenare la cavalleria della mia Ferrari”. Una pia aspirazione subito cassata dalla mia copilota Marina la quale tristemente ripone il cronometro nel cassetto.
Verso Cancun
La mia guida pulita però ci premia: risaliamo la classifica di ben 20 posizioni. Adesso, stanche ma soddisfatte del risultato, ci meritiamo un sano riposo.
Domani ci attende l’ultima tappa, oltre 300 chilometri con arrivo a Cancun.
Vedremo che storia andremo a scrivere.