Search
Close this search box.

Liberati. La bicicletta di quartiere

Una piccola storia. Roma, Tuscolano, Cinecittà. Dopo 65 anni il negozio che ha mandato in bicicletta tutto il quartiere, abbassa le serrande. È il tempo che fugge, è il tempo che cambia, dirà qualcuno. Forse. Il fatto è che Liberati era un'istituzione. Il fatto è che Liberati mancherà a tutti.
Liberati

Quelle serrande abbassate sono un segno del tempo, lo misurano e, soprattutto ci ricordano quello che è stato e che, almeno così, non sarà più. Dispiacerà un po’ a tutto il Quartiere.
Succede così quando un’istituzione, perché questo è stata Liberati per Cinecittà, cessa la sua attività dopo tanti e tanti anni.  Loro sono qui dal 1957, fate un po’ voi il conto. Per noi che qui siamo cresciuti, passare davanti a quella serranda abbassata sarà un colpo al cuore.

La prima bici e tutte le altre

Tutti noi abbiamo comperato la prima bicicletta da Liberati. Da loro e sempre da loro siamo tornati quando poi è arrivato il tempo di comprare “er triciclo pei pupi e la Graziella”.
Quando la biciletta si bucava e non riuscivamo a ripararla da soli con i tip-top – naturalmente comprati da loro – tutti ci siamo tornati a spinta per fargliela aggiustare. E sempre da Liberati scattava la consapevolezza che andava rifatta “a bici nova quanno nun se poteva più aggiusta’ “.
Qualche giorno fa mattina sono andato a “intervistarli”. Abbiamo parlato di noi, di loro e del tempo. È stato un piacere per me e non nego che ha fatto veramente piacere anche a loro. Parlavamo e li guardavo negli occhi. È lì dentro che leggevo la commozione, ma anche l’orgoglio, di vedere quanti nel quartiere li stimano e ancora vanno a negozio per “consigli, riparazioni o pe’ regola’ er cambio”. Il negozio era pieno e questo dice tutto.

Una storia comune

Posso dirlo con orgoglio: alla nostra generazione, quella dell’immediato dopo guerra, nessuno ha regalato nulla, tutto quello che abbiamo avuto lo abbiamo sudato. Anche per i Liberati fu così. Fu il signor Primo ad avviare l’attività che, con tanti sacrifici, è riuscito a portarlo dove poi è arrivato. Come detto non erano tempi facili e il signor Primo, per far quadrare i conti, aveva acquistato uno sgangheratissimo furgone e i pomeriggi, la domenica e in tutte le feste, andava per i Paesi intorno a Roma a vendere pezzi di ricambio – spesso usati – per moto e bici. A negozio, immancabile, lasciava a moglie.

A quei tempi i garage non esistevano proprio e allora Primo Liberati tutte le sere “se doveva incolla” le pesantissime cassette coi ricambi e portarsele a casa” – al tempo abitavano in via Calpurnio Fiamma – per poi riscendere in negozio “pe’ porta’ avanti er lavoro de riparazioni che era rimasto indietro”

Che me ricordo de quann’ero ragazzo ??

Le capocciate sur bancone per sonno !!” raccontava. Una foto a parete, dietro al bancone, ci racconta una piccola storia. Ci racconta della prima corsa ciclistica nel quartiere, ovviamente sponsorizzata da Liberati. A vedere bene, però, le sorprese non sono finite perché lì, in testa al gruppone, si riconosce Claudio Villa che, oltre ad essere un grande cantante, era un ciclo-amatore convinto e praticante. Era un suo amico l’unico che ingrassava andando in bici perché, per arrivare a Grottaferrata, “si fermava per uno spuntinone all’Osteria der Curato, poi a Morena, ar Somarello e infine all’Antica Grotta nel corso.

A proposito di “stranezze”

In via Tuscolana angolo via dell’Aereoporto (quasi), più o meno dietro l’edicola e dove ora c’è una fabbrica di occhiali, c’era un Bar (dello Sport ??) moooolto frequentato.  Si racconta che un certo giorno, poco dopo l’alba, si fermò per fare colazione un’intera squadra di ciclisti perfettamente vestiti “da corridori” e con tanto di Ammiraglia al seguito stracarica di biciclette di scorta, si fermò per fare colazione.
Ecco, i “corridori” avevano appena svaligiato il negozio dei Liberati e la Polizia “li beccò ancora cor cappuccino e cornetto in mano”. A quei tempi la gente “nun se faceva l’affari sua” e avvisò la Polizia del “movimento”.
Cose così succedevano nel Quartiere, cose così mi hanno raccontato commossi i signori Liberati e io li ringrazio.
Inutile dire che mentre loro parlavano, io in silenzio annuivo. Avrei potuto dire o aggiungere altro? Può darsi, il fatto è che avevo un po’ di quella cosa, quella strana cosa che noi chiamiamo “magone”.
A Roma sappiamo tutti cosa sia, ma credo lo possa immaginare chiunque.

 

Nello Panzini nasce a Roma l'8 agosto del 1947, oggi pensionato Telecom con "buona memoria", si diverte a raccontare lo sport di una volta ed il contesto storico nel quale si praticava. Tuttora tesserato con il Real Tuscolano nel quale, vista l'età, fa quello che può.

ARTICOLI CORRELATI

Luciano Bianciardi

Luciano Bianciardi. Il fuorigioco mi sta antipatico

Luciano Bianciardi, con il suo sguardo profondo sulla società e sul costume, non poteva fare a meno di guardare anche al calcio. Naturalmente non poteva fare neanche a meno di guardarlo come metafora assoluta. Nel 1970 la sua rubrica su Il Guerin Sportivo buca con uno squarcio il conformismo e, parlando di calcio, parla del mondo. Faceva bene leggerla al tempo, fa bene leggerne anche adesso.

Leggi tutto »
Gimondi

1965. Quando Gimondi prese la Bastiglia

1965. Il 14 luglio Felice Gimondi porta a casa un sogno e vince il cinquantaduesimo Tour de France. Sarà una sorpresa, ma è l’esordio di una vita da campione. Vincerà di tutto e per lunghe stagioni duellerà con Eddy Merckx, non un cannibale, ma un marziano. Oggi, nel suo giorno, Felice Gimondi, campione e bella persona lo ricordiamo come se stessimo ancora giocando con lui, a biglie, sulla spiaggia.

Leggi tutto »
Vog vogatore moderno

Vog. Lo sport immaginario

Se esiste uno sport immaginario, è certamente passato attraverso la vita promessa da Vog, l’indimenticabile vogatore moderno che negli anni settanta occhieggiava dalle pagine dei fumetti.

Leggi tutto »

College. The american way to sportlife

È dove nascono passioni, dove si scoprono talenti, dove si allenano menti e dove si impara a competere, dove si diventa campioni di football, di baseball, di basket o di atletica per una stagione indimenticabile oppure per una vita intera. È un mondo a parte. È negli Stati Uniti. Si chiama College.

Leggi tutto »
Alberto Ginulfi

Alberto Ginulfi. Il Portiere

Il rigore parato a Pelé, certo, ma come disse Alberto Ginulfi nel 2018 “…non vorrei essere ricordato solo per quello. Certo, non è una cosa che capita tutti i giorni, ma io credo di aver fatto tanto per la Roma.” Quattordici anni di maglia e un amore infinito per la Roma. Alberto Ginulfi non è stato un portiere, ma il Portiere.

Leggi tutto »