Search
Close this search box.

Naghol. Il Bungee Jumping sacro delle isole Vanuatu

Ogni anno, nel periodo tra aprile e giugno, i giovani vanuatesi dell’Oceano Pacifico si ritrovano per costruire trampolini da cui poi tuffarsi, assicurandosi solo a lunghe liane strette alle caviglie. Lo scopo è propiziare il raccolto dell’anno, ma anche superare un rito di passaggio necessario per diventare adulti. 
Naghol

Aprile. Nell’arcipelago delle isole Vanuatu, Oceano Pacifico, è iniziata la bella stagione. Le giornate si allungano, il vento diventa una dolce carezza che accompagna lo scorrere delle ore e i giovani vanuatesi costruiscono torri di legno e tranciano liane.
Hanno passato l’inverno raccogliendo il materiale adatto e ora che è arrivato il periodo del raccolto, soprattutto dell’igname (un tipo di patata dolce), tutto è pronto per il grande momento.
La terra deve essere fertilizzata e nulla è più utile di un rito propiziatorio come il Naghol duplice celebrazione che funge anche da rito di passaggio per i giovani delle tribù che, già dall’età di dodici anni, possono dimostrare la loro indipendenza.

Naghol

La cerimonia del Naghol

La cerimonia è semplice. Ogni ragazzo deve salire su uno dei giganti di legno, spogliarsi dei suoi abiti quotidiani, legarsi delle liane alle caviglie, recitare una formula tradizionale, prendere un bel respiro e tuffarsi giù. L’obiettivo? Sfiorare la terra con i capelli, in modo da renderla il più fertile possibile; più alto è il salto, più abbondante sarà il raccolto. Solo chi supera questa prova può essere considerato virile e coraggioso. Meglio dimenticarsi di talismani o simili, i giovani di Vanuatu li reputano di cattivo auspicio.
Ogni istante è seguito dallo sguardo fisso delle madri che, nel vedere i propri figli arrampicarsi su quelle strutture che vorrebbero quasi oscurare il sole, stringono forte cimeli d’infanzia che dopo il salto bruceranno. Un vero uomo non ne ha bisogno.
Per sicurezza, però, nei giorni precedenti al rito ogni ragazzo si incontra con i membri della propria famiglia per risolvere qualsiasi tipo di tensione o incomprensione rimasta irrisolta. Giusto per essere sicuri. Il tempo per provarci è lungo, ogni sabato nel periodo fertile fra aprile e giugno, in tempo per vedere sorgere e scomparire quei trampolini che non richiedono uso di alcun tipo di chiodo, solo pali incastrati e tanta, tanta fiducia.  

La leggenda del Naghol

Il Naghol trova origine in tempi antichissimi che si perdono in una leggenda. Secondo questa, una donna del posto per fuggire dal marito si sarebbe arrampicata in cima a un’altura da dove, legati i piedi con due liane, si sarebbe gettata nel vuoto. L’uomo l’avrebbe seguita, ma senza alcuna protezione. Nonostante questo alle donne è vietato partecipare alla cerimonia ed esclusi rimangono anche gli sparuti turisti, che però possono godersi lo spettacolo da terra.  

Naghol

Ci vediamo in cima

Per quanto possa essere rischioso, il rito del Naghol è accolto e celebrato come la più grande delle feste e nessuno pensa ai due incidenti mortali, il primo nel 1974 durante la visita ufficiale della regina Elisabetta.
Non importa se il timore di cadere a terra a una velocità di settanta chilometri orari non si riesca a farlo passare, il desiderio di mantenere in vita la tradizione è molto più forte. Forte come le liane, che ogni sabato di questo periodo si tendono per trascinare indietro quei ragazzi che si lanciano verso il vuoto per allenarsi a guardare in faccia il futuro nello stesso modo: con coraggio e determinazione.  

 

…………..

Se vuoi leggere altre storie di Giulia Colasante clicca qui per acquistare il suo libro

Intrepide

 

Giulia Colasante si affaccia al mondo nell'ultimo anno del secolo scorso, in tempo per sentirne raccontare in diretta, abbastanza per rimanerne incuriosita. Giornalista pubblicista, laureata in Filosofia e in Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione, continua a studiare il futuro che attende lei, ma anche un po' tutti gli altri.

ARTICOLI CORRELATI

Death diving

Death diving. Norvegia estrema

Divertimento e sfida. Tutto è estremo nel Døds diving norvegese, ovvero la disciplina che ha fatto diventare il tuffo libero, persino il tuffo a bomba, una competizione dove sfidare equilibrio, acqua, cielo e soprattutto sé stessi. La Norvegia che non ti aspetti è sorprendente.

Leggi tutto »
Zipline Lago d'Orta

Outdoor ai Grandi Laghi. In Piemonte

La magica atmosfera dei Grandi Laghi dell’alto Piemonte, tra sentieri profumati e giardini in fiore, si alterna a nuove esperienze outdoor e wellness sulle verdi e panoramiche montagne ossolane. Tra adrenalina e slow living, un’occasione per aprire la bella stagione.

Leggi tutto »
la bambina più forte del mondo

La bambina più forte del mondo

Stella e la sua storia, fra fantasia e realtà. Una favola sportiva e moderna, dove si combattono i pregiudizi di genere in nome dello sport più bello di tutti: essere sé stessi. L’opera prima di Silvia Salis, ex atleta e ora vice presidente del CONI, ha una protagonista irresistibile ed è una bella sopresa.

Leggi tutto »
Blakey Johnston

Blakey Johnston. Surfista da record

Infezioni, disidratazione, ipotermia e squali sono alcune delle sfide che Blakey Johnson ha dovuto affrontare nelle acque di Cronulla Beach, Australia. Una grande passione, una buona causa e una promessa da mantenere per battere il record mondiale della più lunga sessione di surf. È così, con 40 ore e 660 onde, che Blakey è entrato nella storia.

Leggi tutto »
Eraldo Pizzo

Eraldo Pizzo. 85 anni da Caimano

Eraldo Pizzo, il Caimano della pallanuoto, un gigante dello sport italiano. 85 anni oggi di una vita senza paragoni che in acqua ha trovato il suo destino e a noi ha regalato un campione immenso.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi