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Sandro Mazzinghi. Mio padre

Sandro Mazzinghi, pugile italiano tra i più grandi, sei titoli europei, otto titoli mondiali. Un campione sul ring e nella vita, un uomo che non ha mai dimenticato il sudore e i sacrifici che gli fecero guadagnare il successo. Un uomo che non ha mai dimenticato di essere e di fare il padre.
Sandro Mazzinghi

Oggi vi racconto mio padre, Sandro Mazzinghi.
La mancanza di un genitore è tremenda per un figlio sotto molti punti di vista; ad un anno dalla sua morte è come se lui, ora dopo ora e giorno dopo giorno, fosse ancora qui con noi.
Ci manca la sua persona così carismatica, ci mancano i suoi racconti di sport e di vita e proprio di questo voglio parlarvi.
Mio padre amava molto raccontarsi, specie i primi passi che lo portarono verso il pugilato quando, come diceva sempre…non avevo nulla, ho fatto tanti lavori, dal falegname al muratore al calzolaio, andavo a pescare pesci nell’Arno per poi venderli e racimolare qualche soldo da portare a casa.

Una storia di famiglia

Quando se ne innamorò, per mio padre il pugilato era già una storia di famiglia
Mio zio, suo fratello Guido, all’epoca era già un ottimo pugile con risultati importanti; bronzo alle Olimpiadi di Helsinky del 1956 e, subito dopo, Campione italiano dei pesi medi.
Sandro incominciò ad amare così il pugilato, guardava il fratello, si allenava, tirava.

Una sera dei primi anni ’50, ad una riunione in cui era ospite zio Guido mancò un avversario e l’organizzatore gli chiese di sentire se Sandro aveva per caso voglia di sostituirlo.
Sandro non se lo fece dire due volte, però prima di salire sul ring chiese cosa ci guadagno?
L’organizzatore rispose pane, bistecca e vino.
La risposta di Sandro? Accetto.

Sul ring Sandro ci sarebbe rimasto a lungo e in quella sera della seconda metà degli anni ’50 iniziò quella che poi fu una carriera fantastica.

I primi titoli

Campione italiano juniores superwelter nel 1958, Sandro non si qualifica per le Olimpiadi di Roma del 1960, ma l’anno seguente va negli Stati Uniti ed è oro superwelter ai Campionati Mondiali Militari di Fort Dix, riservati appunto a militari ed ex militari.

Sandro Mazzinghi
(Mazzinghi vs. Dupas 07.09.1963)

Dopo il titolo mondiale militare, Sandro passa professionista, in un anno e mezzo fa 17 combattimenti e diventa Campione del Mondo pesi medi junior battendo il grande Ralph Dupas: aveva 23 anni.

Era bello quando, con il suo modo particolare di raccontarsi, ci parlava delle sue sfide; chiudevi gli occhi e i match con Ralph Dupas, Ki Soo Kim, Jo Gonzales, Hippolyte Annex e i tanti altri che ha incontrato ti passavano davanti come se stessi vedendo un film.

Sandro Mazzinghi vs. Nino Benvenuti. I duellanti

Quando poi era il momento di raccontare i match con Nino Benvenuti, allora diventava uno straripante fiume in piena.
Il dualismo Mazzinghi-Benvenuti sul quale tanto hanno romanzato i giornali che facevano di tutto per metterli uno contro l’altro c’era veramente, anche se in realtà Nino e Sandro avevano una grande stima reciproca.

Il 18 giugno 1965, a San Siro, Sandro arriva con un periodo tragico della vita sulle spalle; combatte, le prime riprese sono intense poi, alla sesta, arriva quel montante destro che lo sorprende e chiude l’incontro.
Sandro sul verdetto del ring non ha mai recriminato.

Ma il secondo match, quello del 17 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma, quello che Sandro perde ai punti con una decisione arbitrale che richiese quasi un’ora, quell’incontro Sandro lo aveva vinto.
Se credete che sia solo l’amore di un figlio a parlare così, allora guardate qui, rivedete il match e fate le vostre considerazioni.

Sandro Mazzinghi vs. Ki Soo Kim

Se i suoi racconti erano sempre entusiasmanti, quando parlava del match di Milano con il coreano Ki Soo Kim, allora gli brillavano veramente gli occhi.

L’attesa per l’incontro Mazzinghi – Kim era altissima.
Il
26 maggio 1968 Sandro onorò il suo pubblico e sconfisse il coreano tornando Campione del Mondo WBA – WBC.
Quello fu il punto più alto della sua carriera; 60 mila spettatori, un incasso record e una borsa per l’epoca veramente straordinaria.
Quando lo raccontava, ancora dopo anni si emozionava e noi con lui.

Il cantante

Mio padre non è stato solo pugile, ma anche cantante di ottimo livello e non tutti sanno che non solo gli piaceva cantare, ma anche scrivere i testi delle sue canzoni.
Suoi erano i brani Almeno in sogno e Fuoco spento che gli fecero guadagnare la partecipazione all’unica tournee italiana dell’allora idolo dei giovani, il cantante italo – belga, Salvatore Adamo.
Una tournée partita da Torino e che poi andò a toccare Milano, Firenze e Roma, riscuotendo grande partecipazione e ottimi consensi.

La musica fu però solo una bella parentesi della vita di nostro padre, ma il suo grande amore era la boxe.

La famiglia, il ritiro e il ritorno

L’amore, quello che invece gli mancava, arrivò nuovamente quando conobbe nostra madre Marisa, che sposò nel 1969.
Nel 1970 nacqui io e babbo decise di ritirarsi dall’attività.
Aveva raggiunto tutti i traguardi possibili, Campione d’Europa, Campione del mondo e un’ottima stabilità economica; gli mancava solo la famiglia e di realizzare il suo sogno di viverla dentro una bella casa.
Il tempo era adesso.

Nel 1972 nacque mio fratello Simone e Sandro trova la sua dimensione facendo il vero padre di famiglia; ci portava personalmente a scuola, ci è sempre stato vicino, non ci ha mai fatto mancare nulla, ma mentre noi crescevamo e lui curava i suoi vigneti, il grande amore tornava a farsi sentire.

Nel 1977 risalì sul ring e ricominciò a combattere fino al 1979 quando, raggiunto il limite di età dei 40 anni, appese definitivamente i guantoni al chiodo.

Sandro MazzinghiLa seconda vita

Dopo questo secondo ritiro babbo ha fatto, come diceva lui, il pensionato di lusso; si è dedicato totalmente alla famiglia, alla produzione di olio e vino lasciandosi, a volte, il tempo per presiedere le riunioni di pugilato.

Ad un certo punto insieme ad un caro amico aprì un ristorante molto frequentato non solo perché si mangiava bene, ma anche perché chiunque si sedeva aveva la possibilità di sentire in prima persona i racconti di Sandro Mazzinghi, il campione generoso che sul ring non indietreggiava mai.

A volte faceva era chiamato per qualche apparizione in televisione, il nome Mazzinghi richiamava, ma non molte perché lui non è mai stato un amante dei riflettori.
Nonostante i grandi successi e i guadagni importanti che questi gli hanno procurato, mio padre ha sempre preferito condurre una vita oculata.
Lui era fiero di essere stato al tempo uno degli atleti più pagati d’Europa, fiero di aver costruito la sua vita con sudore e sacrificio, ma soprattutto era fiero di non aver mai dimenticato le sue origini umili, anche quando si sarebbe potuto permettere ogni tipo di agio.

Io e mio fratello gli siamo molto grati per averci insegnato l’onestà verso il prossimo, perché nella vita nulla è scontato e solo con il sacrificio si può dare la scalata ai sogni.

A Sandro vogliono bene ancora in tanti, come testimonia la sua pagina ufficiale su Facebook che manteniamo sempre attiva.

Per questo ci fa piacere ricordarlo con un suo post nel quale scriveva:
Ho amato il pugilato più di me stesso, ho fatto un sacco di mestieri per portare un pezzo di pane a casa. Volevo fare il pugile e l’ho fatto con tutto l’impegno e la tenacia che avevo dentro. La vita mi ha segnato, ma io sono stato più forte, ho sempre guardato negli occhi chi mi stava davanti, ho vissuto la mia esistenza a testa alta e non c’è soddisfazione più bella. Mi sono guadagnato tutto senza mai avere una raccomandazione, una spinta o una parola, nulla di tutto questo. I raccomandati ci sono ma durano poco perché la raccomandazione non può arrivare dove arriva il talento.

Ciao Babbo, ovunque tu sia.
I tuoi figli.

David Mazzinghi

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