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Wimbledon, i ragazzini e il futuro

I ragazzini di Wimbledon. Tra mostri sacri che sembrano non pensare al dopo tennis, il futuro si fa largo e ci conferma di esistere.
wimbledon

Il secondo turno del Torneo di Wimbledon è finalmente andato e così il terzo, dopo che la pioggia aveva sconvolto i programmi del primo giorno, e non solo quelli, e differito alcuni degli incontri ai giorni successivi creando non pochi disagi agli atleti. Le partite di uno Slam si giocano al meglio dei cinque set ed è questa la ragione per la quale nelle quattro sedi, in Australia, a Parigi e a Londra, nonché a New York, si compete a giorni alterni.
Al di là del fatto di cui tener conto che con i cambi di programma alcuni atleti potrebbero essere avvantaggiati, come altri, invece, penalizzati.
Prima di commentare alcuni match di maggiore interesse per noi italiani, sto pensando ai tre che si sono esibiti giovedì e a Fognini che ha invece giocato il giorno successivo il suo terzo turno, e desidero iniziare questo racconto sulle giornate di Wimbledon partendo prima dai ragazzini.

I ragazzini

I ragazzini sono coloro che hanno meno occhi puntati addosso perché ancora poco conosciuti, meno famosi o ancora poco esposti mediaticamente, salvo che non si chieda di loro a italiani, spagnoli o inglesi più direttamente interessati alle loro perfomance, ma che guardando al futuro, di Wimbledon potranno forse fare la storia.

Sono quattro e tutti sotto i vent’anni. Il più vecchio, o il meno ragazzo, è Jannik Sinner che raggiungerà il traguardo dei venti il prossimo 16 agosto e ha già respirato l’aria dei campi di cinque Slam, due americani, quello australiano, il Roland Garros del 2020 dove è uscito ai quarti di finale e Londra che ha lasciato subito al primo turno. L’erba, è evidente, non è ancora nelle sue corde.
Il più piccolo è invece lo spagnolo Carlos Alcaraz, appena diciottenne, che se l’è dovuta vedere al secondo turno – peraltro il solo dei quattro a passare l’esame del primo giorno – con un Medvedev tornato in piena forma.
Abbiamo poi Jack Draper, n. 250, approdato al tabellone principale in quanto inglese e grazie ai benefici, che però sfortunatamente al primo turno ha incontrato il numero uno. Partito bene, suo il primo set, ha dovuto subire i tre successivi. Djokovic è Djokovic.
Infine c’è Lorenzo Musetti, neo maturato a scuola, arrivato però a Londra impreparato, suo terzo Slam, ci proverà di sicuro nelle prossime massime competizioni.

Lo stress

Perché ho voluto parlare dei quattro?
La verità apparentemente è lontana da loro. Mi hanno colpito nelle ultime ore le dichiarazioni di uscita di scena dal professionismo di Gianluigi Quinzi che pochi conoscono e ancora meno ricordano che solo otto anni fa, all’età di 17 anni, si aggiudicava la più importante coppa di Wimbledon Junior. La motivazione in estrema sintesi: “non reggevo lo stress”.

Penso altrettanto di Thiem, o di Tsitsipas, uscito al primo turno ad opera di un brillante Tiafoe, ma solo perché a mio parere il greco non c’era. Quel greco che ha mal digerito la sconfitta di Parigi ad opera di Djokovic. C’è sempre lui, una macchina, che forse, finalmente, quest’anno potrà raggiungere l’obiettivo dei venti massimi traguardi, come lo svizzero e il maiorchino. Si placherà poi? Io non lo penso, anche perché dopo le ormai pubbliche dichiarazioni di Nadal e Federer che intendono dosare le loro presenze nei vari tornei, ho motivo di ritenere che il serbo proverà a battere ogni record possibile prima di appendere la racchetta al chiodo. Ma è solo una mia idea personale. Lunga vita a Federer e Nadal tennisti, ancora più lunga per il resto dei loro anni.

Tornando ai ragazzini di Wimbledon belli, bravi, tutti e quattro tecnicamente quasi perfetti, il piccolo Alcaraz è pure elegante, ce la faranno? Fortunatamente abbiamo tutti un bel po’ di anni davanti, lo sapremo. E lo sapremo anche presto.

Wimbledon, i secondi turni

Ma torniamo a giovedì, ai secondi turni di Wimbledon con  Berrettini, Sonego e Mager.
I primi due sono passati, il romano non ha entusiasmato, come ha invece fatto Sonego che ha tirato fuori la grinta abituale. E io, che adoro quel Mager che dà sempre il massimo, ho assistito a un incontro, quello con Kyrgios, in cui avrebbe potuto farcela se solo si fosse aggiudicato il primo set perso malamente al tie break, dopo essersi trovato avanti di un mini break. Per tutta la partita l’australiano ha sparato servizi/bombe e ha fatto i suoi soliti monologhi che destabilizzerebbero chiunque. Peccato per il ligure.

L’altro ligure, parlo di Fognini, ha divertito, anche lui con le imprecazioni, monologhi, soliloqui e qualche buon punto. Dall’altra parte della rete c’era però un Rublev che non ha perdonato col servizio.
Sabato – sospensioni permettendo per via della pioggia – Berrettini e Sonego hanno superato i rispettivi terzi turni entrambi in tre set. Lo stesso giorno ha passato il suo turno anche Federer, però in quattro set, contro un buon Norrie e la seconda settimana lo svizzero incontrerà Lorenzo Sonego che mi auguro voglia tirare fuori la sua grinta e portare il match al quinto set dove un quasi quarantenne potrebbe cedere a un ragazzo ormai maturo tennisticamente di quattordici anni più giovane.

Sempre lunedì, gli ottavi di Berrettini vedranno il romano in gara con un bielorusso dal nome impronunciabile, attualmente fermo alla centoquarantesima posizione nel ranking, che per la prima volta si troverà a dover affrontare in questo Wimbledon un professionista di qualità. Non dovrebbero esserci problemi per Matteo anche se le partite vanno prima giocate.

Alla prossima settimana, la seconda a Londra.

Vincenzo Mascellaro, uomo di marketing, comunicazione e lobby, formatore, scrittore e oggi prestato al giornalismo

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