Search
Close this search box.

Calcio in TV. La prima volta della Nazionale

Il 24 gennaio 1954, dopo sole tre settimane dall’inizio ufficiale delle trasmissioni in Italia, l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (Eiar), appena diventato Rai (Radiotelevisione italiana), trasmette la sua prima partita della Nazionale: Italia-Egitto 5-1.
Nazionale TV

La neonata televisione italiana aveva un bel grattacapo in quel freddo gennaio del 1954. Le trasmissioni, infatti, erano cominciate il 3 gennaio, ma in Italia gli apparecchi televisivi registrati risultavano essere circa 16.000. Davvero troppo pochi per una nazione in evidente fase di crescita demografica dopo gli stenti del periodo postbellico. Eh già, poiché se tanta era la curiosità intorno a quella scatoletta che accendeva la fantasia con immagini e suoni provenienti da lontano, enorme era l’esborso da dover affrontare. I prezzi degli apparecchi variavano quell’anno dalle circa 180.000 lire dei modelli più piccoli, fino a un massimo di 1.300.000 lire per quelli più grandi e potenti, a fronte di uno stipendio medio annuale di 258.000 lire. Una distanza proibitiva per molti (e noi che possiamo addirittura portarci dietro un televisore grazie a un modesto smartphone da 150 euro e non sappiamo apprezzare quello che abbiamo, dandolo per scontato!).  

Un espediente pubblicitario

Fu allora che a qualche dirigente Rai venne in mente di sfruttare l’amore per il pallone italico, già allora piuttosto radicato, come abile campagna pubblicitaria: martedì 24 gennaio la televisione avrebbe trasmesso la partita Italia-Egitto valida per le qualificazioni ai mondiali di Svizzera di quello stesso anno! Il calcio in TV nasce ufficialmente quel giorno.

Calcio in TV
(Calcio in TV. La Domenica del Corriere annuncia l’esordio)

Il precedente con la Cecoslovacchia…

Va tuttavia precisato che nei mesi precedenti c’erano state delle prove tecniche di trasmissione di calcio in TV, fra cui la partita Italia-Cecoslovacchia del 13 dicembre 1953, ma il match con l’Egitto è ufficialmente considerato il primo mai trasmesso in diretta.

…e i tre cronisti

Ma c’è dell’altro: non esistendo ancora un accordo tra Rai e Federazione Calcio, andò in onda una diretta parziale, con le immagini commentate alternativamente da tre voci storiche: Carlo Bacarelli, Vittorio Veltroni e Nicolò Carosio, destinato poi a diventare la voce ufficiale del calcio nazionale per più di un decennio, dopo essere stato il cantore sportivo della radio nel periodo fascista.

Missione compiuta

Il risultato finale di 5-1 per gli azzurri, con doppietta di un certo Giampiero Boniperti, entusiasmò i tifosi azzurri al punto che alla fine dell’anno le vendite di televisori si erano decuplicate. La missione era compiuta. Da allora la TV divenne una presenza indispensabile nei focolai domestici, anche per seguire in diretta le gesta della Nazionale azzurra.

Per la cronaca

La Nazionale che scese in campo quel giorno a Milano era una compagine figlia della profonda crisi in cui versava il calcio italiano, dopo i fasti degli anni ’30 e il dopoguerra segnato dal fortissimo Torino schiantatosi drammaticamente sulla collina di Superga. Per qualificarsi ai Mondiali, gli azzurri devono battere l’Egitto, un avversario non proibitivo. Almeno sulla carta. In realtà, all’andata, due mesi prima, l’Italia vince 2-1 dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio e segnando la rete della vittoria con Muccinelli a 11’ dalla fine. Preoccupata, la Federazione italiana decide di correre ai ripari: il ritorno si giocherà a Milano, sperando che il gelo della città meneghina in gennaio contribuisca a fiaccare le gambe degli avversari africani. In effetti, sotto la neve gli azzurri hanno la meglio, ma solo nel secondo tempo. Il primo, infatti, si era chiuso sull’1-1.

Erano altri tempi, certo

Alla guida tecnica dei nostri undici c’era addirittura un triunvirato, formato da Angelo Schiavio, un ex campione del mondo del ’38, Silvio Piola, grandissimo bomber di Lazio, Vercelli e Novara, e l’ungherese Lajos Czeizler, il secondo CT straniero della storia della Nazionale quarant’anni dopo Harry Goodley, famoso per aver vinto lo scudetto con il Milan nel 1951 con il trio svedese Gre-No-Li, al secolo Gunnar Gren, Gunnar Nordahl e Nils Liedholm. In pratica, Czeizler selezionava i giocatori, Piola li allenava e Schiavio faceva da tramite tra i due. Un appesantimento burocratico e una confusione di ruoli che non giovò molto alla nostra Nazionale, che ai Mondiali fu buttata fuori al primo turno dopo uno spareggio terminato 4-1 per i padroni di casa della Svizzera.

 

Davide Zingone Napoletano classe ‘73, vive a Roma dove dirige l’agenzia letteraria Babylon Café. Laureato con lode in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze Turistiche, parla correntemente sei lingue. È autore della raccolta di racconti umoristici "Storie di ordinaria Kazzimma", Echos Edizioni, 2021; del saggio “Si ‘sta voce…”, Storie, curiosità e aneddoti sulle più famose canzoni classiche napoletane da Michelemmà a Malafemmena, Tabula Fati, 2022; e di “Tre saggi sull’Esperanto”, Echos Edizioni, 2022.

ARTICOLI CORRELATI

Ayrton Senna

Ignazio Giunti. La fine dell’innocenza

Non è la solita storia, non è il solito tempo. Qui tutto è diverso, qui c’è un prima e un dopo perché questa non è una storia comune. Questa è una storia che racconta di quando un mondo perse l’innocenza. Questa è la storia di Ignazio Giunti.

Leggi tutto »
pallone finale Brasile - Uruguay 1950

Superball. La storia del pallone che ha cambiato il calcio

Non propriamente sferico, dodici strisce di cuoio cucite intorno a una camera d’aria, il pallone degli anni eroici aveva una specie di bubbone esterno per il gonfiaggio e quando pioveva diventava una pietra. Colpirlo di testa provocava quasi sempre ferite piuttosto dolorose. Ci penseranno tre italiani d’Argentina a cambiare le cose. Sono loro che nel 1931 brevettano il Superball, pallone completamente sferico, facilmente gonfiabile e che fa nascere il calcio moderno.

Leggi tutto »
Luisa Petrucci

Luisa Petrucci. Cuore, sciarpa e ombrello

Luisa Petrucci, icona della Curva Sud, madre giallorossa di noi che la ricordiamo col cuore in subbuglio. Una storia di calcio e di amore romanista, certo. Soprattutto, però, una storia di vita esempio per tutti.

Leggi tutto »
VAR

Il calcio aVARiato

Una riflessione laica sul VAR. Una riflessione che tra gioco, filosofia e tecnologia, sottolinea il progressivo smarrimento del senso del gioco. Una riflessione che mette in campo la necessita di scegliere tra calcio e calcio aVARiato.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi