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Patrizio Oliva, lo Sparviero del ring

Un campione assoluto. Olimpico, mondiale, europeo, italiano. Un campione sul ring e, come pochi, anche fuori. Patrizio Oliva da Poggioreale, cresciuto tra "fame nera e violenza" è una delle più belle storie dello sport italiano.
Patrizio Oliva

Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo per l’allentamento delle restrizioni socio-sanitarie per il Covid, ed ecco che scoppia l’infame guerra in Ucraina, quasi ad orologeria. In queste settimane abbiamo assistito a tante manifestazioni di solidarietà, tutte sacrosante, molte efficaci, alcune inevitabilmente ingenue, perfino surreali. Fortunatamente, c’è anche chi ha apportato il proprio contributo in maniera concreta e tangibile.
Come riportato anche da La Repubblica del 30 marzo scorso, infatti, Patrizio Oliva lo Sparviero del ring, leggendario pugile napoletano oggi sessantatreenne, si è recato al confine dell’Ucraina in una missione umanitaria promossa dall’International Organization for Diplomatic Relations:
“Trenta ore di autobus, diretti a Siret, al confine dell’Ucraina con la Romania. Con noi ci sono nove corrispondenti diplomatici, siamo carichi di aiuti umanitari e beni di prima necessità da consegnare ai profughi al confine.”

Patrizio Olova oggi
(Patrizio Oliva oggi)

Mentalità sportiva

Un impulso irrefrenabile a dare una mano ai più deboli, a portare conforto a chi soffre per le scelte scellerate e folli di pochi uomini. Del resto, come ha spiegato proprio l’ex campione mondiale dei Pesi Superleggeri:  “La mentalità sportiva ti dà anche questo. Non puoi restare inerte, devi agire per fare qualcosa.”
Tra le finalità della missione, anche quella di prelevare un centinaio di esuli, soprattutto donne e bambini, da portare in Italia: “La speranza è che possano tornare prestissimo ad una vita normale, soprattutto i bambini.”
Non c’è da stupirsi che il campione ponga l’accento sui bambini: con la sua palestra Milleculure, aperta a Napoli qualche anno fa, Oliva lavora per il recupero di giovani in difficoltà.

E di difficoltà, Patrizio Oliva se ne intende.

A cominciare da Poggioreale, il quartiere dove è nato. Se il nome ricorda i fasti di un tempo (alla fine del XIV secolo il re Alfonso d’Aragona si fece costruire su quel rigoglioso poggio nella parte orientale della capitale una villa sfarzosa di cui, purtroppo, non resta niente), oggi il territorio è limitato da una parte dal Cimitero monumentale, e dall’altro dal famoso carcere. Come a ricordare tristemente che, per chi nasce da quelle parti, non ci sono molti sbocchi. Cresciuto tra “fame nera e violenza”, come ricorderà lui stesso nella sua biografia, Patrizio vive in una palazzina popolare con una famiglia numerosa: ben sette figli, dei quali il piccolo Ciro viene portato via da un male incurabile. Per Patrizio, fin da subito, la via di fuga dalle sofferenze quotidiane, dal problema di alcolismo del padre, dall’emarginazione e dalla frustrazione di una vita di stenti, è la boxe.

allenamento pugile
(Patrizio Oliva. Allenamento al futuro. Photo credit: Federboxe)

La mia strada

“Sono salito sul ring la prima volta a otto anni: mi bastò infilarmi i guantoni per capire che quella sarebbe stata la mia strada. […] Mi mettevo davanti allo specchio di casa e mi autoproclamavo campione olimpico e campione del mondo. Poi però ce l’ho fatta sul serio…”
Il giovane Patrizio capisce ben presto che la vita colpisce duro, ma con rabbia e determinazione impara a schivare, e poi a colpire a sua volta.  Si allena alla palestra Fulgor, a via Toledo:Era uno scantinato buio e infestato dai topi, mi ricordo che prima di chiudere la porta dovevo mettere il veleno agli angoli della sala.”
Il ragazzo è talentuoso, è determinato e lavora sodo, bruciando le tappe.
Nel 1976 diventa campione d’Italia dilettanti nei pesi piuma. Nel 1977 e nel 1978 è campione d’Italia nei leggeri. A Dublino, quello stesso anno, vince la medaglia d’oro nei leggeri ai Campionati europei juniores. Oliva è un pugile elegante, rapido, intelligente, che punta sull’agilità e sulla scherma: la sua regola è di evitare la rissa usando il cervello. La sua caratteristica principale è l’estrema velocità con cui si sposta per cogliere l’attimo perfetto per piazzare il suo colpo. Nasce ‘O Sparviero, soprannome che lo accompagna per tutta la carriera.

“Quando la preda commette un errore, lo sparviero la punisce.”

Nel 1979, a Colonia, Patrizio Oliva combatte per il titolo europeo dei superleggeri dilettanti contro Serik Konakbayev, kazako che gareggia con i colori dell’URSS. E qui va in scena una vicenda che somiglia tanto alle trame dei primi film di Jean Claude Van Damme. Nonostante la manifesta superiorità di Oliva, il verdetto dei giudici, considerato scandaloso dagli osservatori italiani, vede vincitore il sovietico.
Il pugile napoletano, tuttavia, non si perde di coraggio: quella è solo l’ennesima ingiustizia di una vita grama, ma che è già pronta a regalargli tutte le soddisfazioni che merita. Infatti l’anno successivo, alle Olimpiadi di Mosca del 1980, la marcia dello Sparviero è inarrestabile. Nei quarti batte il campione in carica dei Giochi del Mediterraneo 1979, il fortissimo jugoslavo Ace Rusevski. In semifinale si libera con disinvoltura dell’inglese Willis, con il verdetto di 5-0. In finale per l’oro lo attende il beniamino di casa, proprio quel Konakbayev che lo aveva privato del titolo europeo l’anno precedente.
Il capolavoro di Patrizio Oliva si consuma nella terza e ultima ripresa: con quella che è stata definita una vera e propria “danza di guerra” intorno all’avversario, ha la meglio sul sovietico surclassandolo anche nel verdetto dei giudici, 4-1, portando a casa la medaglia d’oro olimpica che mancava allo sport azzurro dalle Olimpiadi di Tokyo del 1964. A Patrizio verrà anche assegnata la Coppa Val Barker, che premia il miglior pugile dell’Olimpiade.

Oliva Olimpico
(Patrizio Oliva campione olimpico)

Sparviero professionista

Seguirà, poi, il passaggio ai professionisti, con una carriera brillante.
Nel 1982, a Ischia, Patrizio Oliva diventa Campione Italiano dei superleggeri. L’anno successivo è Campione europeo.
Nel 1986 è Campione del Mondo WBA contro l’italo-argentino Ubaldo Sacco.
Nel 1989 conquisterà anche la cintura europea dei pesi Welter contro l’esperto detentore britannico Kirkland Laing.

Oliva vs Sacco
(15 marzo 1986, Montecarlo. Patrizio Oliva vs. Ubaldo Sacco)

Il ring oltre il ring

Appesi i guantoni al chiodo, con un bilancio tra i professionisti di 57 vittorie (20 prima del limite) su 59 incontri disputati, con due sole sconfitte, Oliva è stato commissario tecnico della Nazionale Olimpica, che ha guidato ai Giochi di Atlanta 1996 e Sydney 2000. Poi, trova il tempo di partecipare ad alcuni reality show, di recitare a teatro nella parte di Pulcinella e perfino di registrare un LP dal titolo Io resterò qui, con alcune canzoni firmate dal Cristiano Malgioglio nazionale. Ma il suo impegno nel sociale resta costante.

La Walk of Fame

Patrizio Oliva, che dal 2015 ha una targa a lui dedicata nella Walk of Fame dello sport italiano a Roma, resta uno dei migliori atleti italiani di tutti i tempi, un uomo vero che si è costruito dal niente con determinazione, volontà e sacrificio, e un orgoglioso figlio della Napoli che vuole farcela nonostante le immense difficoltà da affrontare quotidianamente.
Ho vinto il titolo a Mosca 42 anni fa. Spero davvero che questa guerra finisca presto, e di poter tornare prestissimo in tempo di pace nel luogo dove sono diventato campione del mondo”, ha dichiarato ‘O Sparviero all’Adnkronos.

Ciro… ‘nu bacione, a papà

E io te lo auguro con tutto il cuore, campione: per te, per le popolazioni in guerra, e per tutto il mondo. E sogno di sentirti inviare dalla magnifica Piazza Rossa quel saluto genuino, carnale, antidivistico che era un po’ la tua firma sulla vittoria quando la Rai ti intervistava dopo i match: “Ciro… ‘nu bacione, a papà!”

 

Davide Zingone Napoletano classe ‘73, vive a Roma dove dirige l’agenzia letteraria Babylon Café. Laureato con lode in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze Turistiche, parla correntemente sei lingue. È autore della raccolta di racconti umoristici "Storie di ordinaria Kazzimma", Echos Edizioni, 2021; del saggio “Si ‘sta voce…”, Storie, curiosità e aneddoti sulle più famose canzoni classiche napoletane da Michelemmà a Malafemmena, Tabula Fati, 2022; e di “Tre saggi sull’Esperanto”, Echos Edizioni, 2022.

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