Il cinema eroico incontra la scherma
Agesilao Greco, all’epoca delle sue vittorie (che spaziavano dall’Italia agli Stati Uniti), era una vera e propria celebrità: tale era la sua fama, che un regista di Monopoli, Gerolamo Lo Savio, lo scritturò per interpretare il protagonista del film muto L’assalto fatale, in cui Agesilao doveva dar prova della propria abilità con la spada in uno dei più classici duelli per amore.
Siamo a un punto di svolta, per la famiglia Greco: il 1913 è infatti l’anno in cui Cinema e Scherma si incontrano ufficialmente per la prima volta. E Agesilao, oltre a confermarsi star di fama internazionale, sarà anche il ponte che farà sì che questo sodalizio continui ancora oggi.
È infatti a lui che si rivolgevano alcuni produttori cinematografici italiani quando volevano un consulente in grado di poterli “istruire” in caso di duello presente in un film. E sarà proprio Agesilao a fare il nome di suo nipote Enzo, per quanto riguarda quella che poi sarebbe stata definita l’Arte della Scherma Scenica.
Enzo Musumeci Greco, al secolo Enzo Musumeci, era il nipote dei due celebri spadaccini, figlio della di loro sorella, nonché prossimo erede dell’Accademia, dato che Aurelio e Agesilao non avevano figli. E il nome Greco sarebbe morto con i tre figli di Salvatore, se non fosse intervenuto il Presidente della Repubblica Gronchi, il quale, negli anni Cinquanta, decise di emanare un decreto ad hoc per unire il cognome materno a quello di Enzo. Questo a conferma di quanto fosse importante che il nome Greco non scomparisse dalla storia della Scherma. Da quel momento, i Musumeci Greco cominceranno a scrivere un nuovo capitolo della loro storia: quello dello show business.
Enzo fu infatti colui che porterà la professione del “Maestro d’armi” in Italia, dando prestigio, spettacolarità ed eleganza ad alcuni fra i più famosi duelli cinematografici ed epiche battaglie nella storia della Settima Arte, allargando la sua esperienza e le sue abilità al Teatro, all’Opera lirica, alle ricostruzioni storiche, alla Televisione, al Musical…
Per scoprire su quanti celebri film ha messo la firma Enzo Musumeci Greco, vi basta scorrere la lista dei suoi lavori su Wikipedia: Ben-Hur, Cleopatra, El Cid, La carrozza d’oro di Renoir, Il principe delle Volpi, Cartesio di Rossellini, per non parlare dei nomi celebri di artisti come Gina Lollobrigida, José Ferrer, Errol Flynn, Richard Burton, William Wyler, Orson Welles, Abel Gance, Luchino Visconti, Valerio Zurlini, Charlton Heston, tutti allievi (o collaboratori, nel caso dei registi), di Enzo Musumeci Greco.
Sarà proprio Charlton Heston uno degli attori che celebrerà il lavoro e l’impegno di Enzo a livello umano e professionale: nel libro In the Arena, Heston lo citerà più volte come un eccezionale maestro d’armi. Anzi, per dirla con le sue parole, “un uomo silenzioso, dai modi riservati, ma con le gambe di un leopardo e un polso forgiato in acciaio.” Aggiungeva anche che “parare i suoi colpi di spada era come cercare di far deviare un treno”. E se lo diceva Charlton Heston, che piccolo non era…
Enzo porterà il mestiere del Maestro d’Armi davvero in tutto il mondo, sia per quanto riguarda l’internazionalità delle sue produzioni, sia per quanto riguarda l’eclettismo della sua Arte, prestata al Cinema, alla Televisione, al Teatro, all’Opera Lirica.
E sarà proprio in ambito operistico che Enzo, lavorando nel 1969 su una produzione della verdiana I Lombardi alla Prima Crociata, conoscerà un giovane e simpatico tenore, piuttosto promettente, nonostante il suo essere totalmente a digiuno di conoscenza tecnica della musica: un certo Luciano Pavarotti.
In quell’occasione, con Enzo c’era anche il figlio Renzo, che proprio in quegli anni cominciava a seguire le orme del padre.
Il grande spettacolo dell’Opera
Renzo, erede del mestiere paterno e oggi Presidente dell’Accademia di Scherma al Pantheon (che nel frattempo forma altre due sedi), già da piccolissimo si abitua a stare sui set dei kolossal hollywoodiani, e a frequentare le star del piccolo e grande schermo, così come i grandi registi e gli attori teatrali italiani e internazionali. Ma, soprattutto, fa della sua esperienza cinematografica una, passateci il termine, “arma vincente” anche sul proscenio dei grandi teatri d’Opera, “spettacolarizzando” le battaglie e i duelli di opere e balletti come Il Trovatore, Macbeth, Don Giovanni, Roméo et Juliette, e molti altri. E uno dei trucchi del mestiere di Renzo è quello di canalizzare l’attenzione della platea insegnando ai suoi allievi di “comportarsi come se ci fosse una telecamera puntata per tutto il tempo su di voi”: questo aiuta a rendere tutto più cinematografico, più avvincente, più spettacolare. Un espediente imparato lavorando sul campo con un genio del mestiere registico: Franco Zeffirelli.
Per raccontare tutta la vita di Renzo Musumeci Greco non bastano certo una decina di pagine, vista la moltitudine di esperienze che ha vissuto nello Spettacolo, ricostruzioni storiche comprese: l’ultima proprio a dicembre del 2020, quando ha fatto da consulente per una speciale puntata di Ulisse – Il piacere della scoperta, in cui Alberto Angela narrava le vicende della vita di Caravaggio, ed Enzo, il figlio di Renzo, si esibiva in uno splendido duello che richiamava quello in cui il pittore milanese affrontò e uccise Ranuccio Tomassoni.
Ed è proprio sul set di Caravaggio che accade uno degli episodi che più rimarrà impresso nella mente del Maestro d’Armi.
È circa il 2006, e nel film è prevista una scena con un gran numero di “duellanti” che si affrontano, spada alla mano, in una sorta di piccola battaglia. Coordinare più di due spadaccini non è semplice, soprattutto quando lo spazio è limitato, perché c’è sempre il rischio che, mulinando gli spadoni, qualcuno faccia male al suo vicino; perciò la scena va preparata nei minimi dettagli e tramite numerose prove, proprio come fosse la coreografia di un balletto. Quando il regista dà l’azione, però, pare che sequenza fisica si svolga senza intoppi, il che è davvero un sollievo, per una scena del genere. E invece c’è un problema: la luce non è giusta, perciò la scena va rigirata. E, ricorda Renzo, chi gli si avvicina con aria mortificata, quasi a mani giunte, per scusarsi del suo errore? Vittorio Storaro, che definire professionista, in quell’occasione, è probabilmente svilente. L’artista della luce, vincitore di tre premi Oscar su quattro nomination, si accosta al Maestro d’Armi, e gli dice: “Scusami Renzo, c’è stato un problema con le luci: ti dispiace se la rigiriamo?” Renzo ricorda questo episodio sempre con affetto: l’atteggiamento di Storaro, infatti, oltre alla sua attenzione per il dettaglio tradisce un enorme rispetto per il lavoro del Maestro d’Armi, dato che il direttore della fotografia si rendeva perfettamente conto di quanto fosse difficile rigirare una scena simile, parlando di movimenti e coordinazione.
Lo sguardo al futuro
Ma Renzo non è stato solo artefice esterno dei suoi duelli: più volte, infatti, si è trovato a diventare la controfigura duellante degli attori-spadaccini, per esempio quando in scena bisognava girare un assalto particolarmente complicato o spettacolare, come accadde nell’Innocente di Luchino Visconti o nel Deserto dei Tartari di Valerio Zurlini, o, molto più recentemente (aprile 2021), in una serie TV prodotta dalla Lux Vide.
E non si limitò a duellare solo su celluloide: successe a un interprete anche “dal vivo” sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano. Era la fine degli anni ’90, e alla Scala si rappresentava La forza del destino, un’Opera verdiana che, come sanno gli esperti del settore, ha una nomea piuttosto funesta, e che quindi a tutt’oggi viene spesso evitata nei palinsesti. E anche in quel caso, purtroppo, si presentò un problema: il protagonista aveva subito un’operazione al cuore molto delicata, e perciò di agitare la spada proprio non se ne parlava: il medico era stato molto chiaro. Come fare? Presto detto: nella scena del duello Renzo si sostituì al baritono, e la singolar tenzone fu studiata in modo che finisse nel punto più nascosto del palcoscenico, quasi al buio, verso le quinte. Lì il Maestro d’Armi finse di cantare, mentre a “doppiarlo”, nascosto in un punto in cui poteva vedere il direttore d’orchestra (che quella sera era Riccardo Muti), c’era il vero baritono. Un “effetto speciale” che forse ci farà sorridere, ma che si rese necessario per restituire alla sequenza una spettacolarità che avrebbe tenuto il pubblico con il fiato sospeso, e che in quel caso fu eseguita da un vero spadaccino. Tutto sommato la platea ha assistito a un evento più unico che raro, anche se non l’ha mai saputo.
Oggi Renzo continua con il suo lavoro facendo calcare le pedane della sua storica Sala d’Armi ad attori, troupe cinematografiche e televisive, e a organizzare eventi che coinvolgono in “prima persona” l’Accademia, eletta nel 2015 dalla Regione Lazio “Casa Museo” (unica al mondo nella quale si pratichi una disciplina sportiva), la cui direzione artistica e organizzativa è sotto la guida di Novella Calligaris, giornalista, marketing manager e leggenda dello sport italiano. Eventi che coinvolgono altri eventi, come la Festa del Cinema di Roma, o che sono manifestazioni sportive di per sé, come le dieci edizioni di “A Fil di Spada – La maratona di Scherma – Memorial Enzo Musumeci Greco”, il più importante evento italiano dedicato alla scherma moderna e al suo connubio con le Arti e lo Spettacolo: l’ultima si è svolta il 12 settembre 2020 con lo spettacolare sfondo del Pantheon, in occasione della Giornata Mondiale della Scherma.
Oltre ai numerosi riconoscimenti e onorificenze ottenuti dalla famiglia Musumeci Greco (intitolazione di strade, piazze, stadi, busti marmorei e targhe a loro dedicati, ecc.), negli ultimi anni l’Accademia ha ottenuto ben sette titoli mondiali ai Campionati dei Maestri di Scherma e due titoli Mondiali U20 di Sciabola maschile, individuale e a squadre: lo stesso atleta, nel 2019, ha anche vinto una Coppa del Mondo e il Campionato Italiano. Se poi c’è una cosa che l’Accademia non ammette, sono i limiti di età: infatti nel 2020 un’atleta 75enne ha conseguito il titolo Mondiale Master a squadre di Spada.
La scherma sociale
Dopo tanti anni di successi, vittorie, prestigio, nel mondo dello Spettacolo come in quello dello Sport, arriva un’ulteriore svolta: convinta che chi è colpito dal privilegio debba rendere quello che ha ricevuto, nel 2011 l’Accademia d’Armi fonda, e da quel momento dedica gran parte della sua attività al progetto Scherma Senza Limiti, sostenuto dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale nella persona del suo Presidente, Emmanuele F. M. Emanuele.
Scherma Senza Limiti nasce come iniziativa dedicata ai diversamente abili fisici e mentali, in nome di quello spirito agonistico e sociale che ha sempre informato gli alti ideali dell’Accademia, e con lo scopo primario di insegnare a tutti che la Scherma è una disciplina e uno sport aperto a tutti, senza alcun limite imposto. Grazie all’impegno dell’Accademia, nel 2016 un atleta dell’Accademia ha partecipato alle Paralimpiadi di Rio, e a quelle di Tokyo 2021 ne vedremo un altro, del quale seguiremo le gesta sportive con grande entusiasmo.
Al di là della parte più sportiva, il progetto non si è limitato al solo insegnamento della scherma, ampliandosi ed evolvendosi verso nuovi orizzonti: fra il 2018 e il 2019 sono già stati due gli incontri di Scherma & Cultura, un progetto interno a Scherma Senza Limiti che estende i suoi intenti anche a tutto ciò che riguarda Arte e Cultura. Purtroppo, con la pandemia del 2020, il lockdown e la conseguente impossibilità perciò di visitare i musei della Capitale, anche Scherma & Cultura ha dovuto adattarsi a questo periodo, subendo una significativa trasformazione attuata per non lasciare soli i ragazzi affiliati: l’Accademia si è rimboccata le maniche, e ha organizzato, oltre alle sessioni di didattica a distanza (fra dirette Facebook e Instagram), anche delle piccole lezioni in video che continuano tutt’oggi, nell’attuale limbo che stiamo vivendo fra riaperture a metà e incertezze varie.
Quel che però è certo, è che l’attività dell’Accademia Musumeci Greco-Casa Museo, in un modo o nell’altro, non si è mai fermata; a ogni inconveniente ha provveduto con una soluzione, e invece di abbattere gli ostacoli su un percorso predefinito, ne ha creato uno originale, che segue dal 1878 e che si è diramato in tantissime direzioni: teatrale, operistica, sociale, olimpica, paralimpica, culturale, cinematografica, televisiva…
…nella speranza che i prossimi 140 anni siano ancora più prolifici!