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Sky Brown. 13 anni, uno skateboard e un’Olimpiade

A soli tredici anni è una promessa dello skateboard e la più giovane atleta ad aver mai partecipato alle Olimpiadi per il team britannico. Sky Brown è atleta a tutto tondo, ma anche una teenager che segue un sogno: ispirare altre ragazze.
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Sky Brown

“You got it Sky” rimbomba e si amplifica sulla pista da skateboard. Eppure effettivamente la voce si va a scontrare con un rumore ancora più forte: il cuore di Sky che sembra volerle uscire dal petto per quanto è impetuoso. Sì perché quella piccola figura ripresa in cima alla Mega Rampa di sei metri è solo una ragazzina di dodici anni.
Il suo nome è Sky Brown, ha dodici anni e ancora non sa che tra poco si qualificherà per le Olimpiadi di Tokyo 2020 per rappresentare il Regno Unito nello skateboard. Sarà la più giovane atleta britannica ad aver mai partecipato ai Giochi.
Ma adesso è ancora il 2020, Sky è nello skatepark del pluripremiato skater Elliot Sloan e chi le sussurra consigli su come affrontare la discesa è la leggenda vivente Tony Hawk. Già così potrebbe essere un sogno di per sé.
Sky però ha la leggerezza dell’infanzia, quando ancora tutto è un gioco e si destreggia con atleti simili come se fossero semplicemente amici venuti a passare il pomeriggio insieme.
In fondo lo ha sempre saputo che questa sarebbe stata la sua vita.

Quando il mondo è dietro casa

Sky Brown nasce a Miyazaki da padre inglese e madre giapponese e si affaccia molto presto al mondo dello skateboard. Il padre, già appassionato, ha montato una piccola rampa nel giardino dietro casa per potersi allenare fra una telefonata di lavoro e l’altra e la figlia non fa altro che insistere per poter provare anche lei.
Tutti i bambini vogliono giocare e  lei inzia proprio così. per gioco. Le piace sentire la sua presa sulla tavola permetterle di andare avanti e indietro, fingendo di essere in mezzo al mare delle Hawaii in attesa dell’onda giusta.
È pura libertà: può decidere quando aumentare di velocità o fermarsi, girare o perché no, anche avvitarsi per aria in evoluzioni sempre più complesse che impara dai tutorial di YouTube.

Sky Brown

Una vita su quattro ruote

Presto la notizia della bambina di Miyazaki inizia a girare nel mondo dello skateboard.
Nel 2016, a soli otto anni, Sky partecipa alla Vans Us Open ed è la più giovane atleta ad avervi mai partecipato. I nervi sono tesi, lei stringe la sua tavola con sopra la colomba come se fosse un salvagente, ma già nel vedere che sì, effettivamente quello sul cartellone è il suo nome, la gioia è immensa.
La gara purtroppo non va come sperato; Sky non riesce ad ottenere un punteggio adeguato. L’anno successivo, però, si piazza seconda alle Asian Continental Finals ed è nella top 10 della Vans Park Series del 2018.
Questa vittoria la fa entrare ufficialmente nel mondo agonistico dello skateboard. Ora è un’atleta a tempo pieno, la più giovane  sponsorizzata dalla Nike e, a soli dieci anni,  è anche la più giovane skateboarder professionista di sempre.
Non ci vuole tanto prima che anche il Comitato Olimpico cerchi di coinvolgerla; lo skateboard è diventato ufficialmente sport olimpico e  Sky Brown non passa inosservata.
Convinta di trovare un ambiente favorevole, Sky decide di fare il passo e accetta la proposta della delegazione inglese, “il loro approccio è più rilassato”, ma continua a non crederci fino in fondo. A dieci anni è difficile essere consapevoli che si sta scrivendo una pagina di storia dello sport. Sky per ora vuole solo a divertirsi e a fare quello che le piace, niente di più.

You got it, Sky

Nel maggio 2020 Sky Brown è in California, si allena e tutto sembra procedere per il meglio: è arrivata terza ai campionati mondiali in Brasile ed è tra i cinque nomi in competizione per la qualificazione olimpica.
La palestra in cui si allena è grande, ha parenti immense che scrutano quelle grandi rampe là sotto che sembrano quasi essersi rimpicciolite. Sky è serena mentre ascolta i consigli del padre che la segue da terra. Improvvisamente qualcosa va storto. La sua tavola finisce fuori dalla rampa mentre lei è in aria e cerca, inutilmente, di raddrizzare la traiettoria. Tutto è inutile: cade da quasi tre metri di altezza e per diversi minuti l’aria sembra immobilizzarsi. Il padre corre a soccorrerla. Inizia così quella che, fino ad adesso, è stata la più grande sfida della ragazza. Quando arrivano in ospedale Sky è ancora svenuta; non risponde agli stimoli esterni e presenta diverse fratture fra cui il cranio e due vertebre. Poco alla volta tutto torna alla normalità: le ferite si rimarginano e il brusio nelle orecchie che l’accompagna da quel 28 maggio sembra finalmente cessare.
Vuoi provarci di nuovo?” le chiede più volte la madre. Sky non tentenna mai, neanche per un istante. È quello ciò che le piace fare, non ha paura. Non l’ha mai avuta.

Sky Brown

La Mega Rampa

È così che Sky Brown torna dove tutto ha avuto inizio: la Mega Rampa. Il gigante silenzioso sembra solo aspettarla. Sky arriva di prima mattina e forse anche per placare l’agitazione inizia ad allenarsi sulle rampe più piccole, gettando pochi e sfuggenti sguardi alla vera protagonista della giornata.
Dopo l’arrivo di Tony Hawk salgono in cima e la vista delle colline americane le ricorda per un istante cosa effettivamente significhi un salto simile. I suoi undici anni le sono tornati addosso e le dicono che quello che sta per fare è fuori di testa, ma forse è proprio questo che l’ha sempre affascinata.
You got it Sky”, questa volta è lei stessa a dirselo mentre si dà lo slancio e parte, giù giù fino alla fine della discesa dove l’attende il salto.
È un attimo. Mesi di paure ed ansie evaporano nel nulla lasciando alle loro spalle solo emozione e orgoglio.
 Sky si volta e guarda il nemico ormai sconfitto.
Voglio provarci di nuovo”. Il gioco ricomincia.

Il sogno dei cinque cerchi

Gli allenamenti non si interrompono e tra comparse televisive e lunghe sessioni di fisioterapia, a giugno 2021, con i giochi olimpici rimandati, riceve la notizia che parteciperà con la delegazione inglese per lo skateboard femminile.
Quando il padre la informa non sembra neanche troppo sorpresa. In qualche modo ha sempre saputo che ce l’avrebbe fatta.
Sky Brown così diventa ufficialmente la più giovane atleta a partecipare alle Olimpiadi per la squadra inglese.

Il giorno della gara c’è un gran sole

Volto arrossato ma contento, Sky osserva le sue avversarie lanciarsi velocemente nello skatepark.
Quando l’altoparlante gracchia il suo nome ha bisogno di un istante per rientrare in sé.
Tutto quello che avviene dopo è solo concentrazione e sudore.
Come tutte le altre ragazze, ha tre possibilità per completare il percorso: le prime due volte sbaglia nello stesso punto mentre, proprio all’ultima , lo completa in poco tempo e con un’abilità che lascia sbigottita sé stessa e i giudici.
Arriva terza e dedica la sua vittoria a tutte le ragazze che la stanno seguendo da casa. Tornata in patria non smette di stupire: uno dei suoi skateboard è esposto nell’ala dedicata agli oggetti della gioventù del Victoria and Albert Museum di Londra. Nel dicembre 2021 le viene assegnato il premio come personalità dello sport dell’anno.

Sky Brown

Perché fermarsi?

Paladina delle giovani, coraggiosa teenager che porta la fiaccola della rivoluzione rosa nelle Olimpiadi; così titolano di lei sui giornali. Se si osserva il suo sguardo mentre parla dal suo canale YouTube o mentre scherza con il cantante rock Yungblud nella web-serie sulle Olimpiadi prodotta da sir Elthon John, quello che traspare però è come lei sia solo sé stessa.
Sky non è il progetto marketing di qualche grande gigante dello sportswear, è solo una ragazza che ama quello che fa e si diverte nel farlo. Nel suo usare tavole da skateboard decorate con segni della pace o colombe, semplicemente dimostra un lato di sé stessa che non sembra, giustamente, disposta ad abbandonare per perseguire una carriera sportiva, per quanto proficua.
Sky fa quello che fa semplicemente perché è lei ad averlo deciso. Niente di più.
Forse è questo davvero il messaggio che tenta di far passare: niente è più potente di una ragazza che ama ciò che fa.

 

…………..

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Intrepide

 

Giulia Colasante si affaccia al mondo nell'ultimo anno del secolo scorso, in tempo per sentirne raccontare in diretta, abbastanza per rimanerne incuriosita. Giornalista pubblicista, laureata in Filosofia e in Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione, continua a studiare il futuro che attende lei, ma anche un po' tutti gli altri.

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