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Cole Brauer. La regina della Global Solo Challenge

Prima donna a completare la Global Solo Challenge, Cole Brauer è nell’Olimpo della vela. La foto, questa foto che la ritrae come una dea del mare con i fuochi sacri in mano, è icona perfetta di una grande storia.
Cole Brauer

È tutto fermo. Ancora fermo. È tutto buio. Ancora per poco. Dall’oscurità della notte iniziano a filtrare le prime luci del giorno. Al porto de La Coruña, in Galizia, ci sono ancora poche persone, ma tutte sono lì per un solo motivo.
Tutte attendono Cole Brauer, trentenne americana di Long Island che sta per fare la storia.

Global Solo Challenge

Il 26 Agosto ha avuto inizio la Global Solo Challenge: 26.000 miglia nautiche, un giro del mondo in solitaria e senza assistenza. Le diverse imbarcazioni sono raggruppate secondo precise caratteristiche di performance e ogni categoria ha una partenza diversa; la prima è partita il 26 agosto, l’ultima il 23 novembre. Una regola essenziale: le più piccole e lente partono prima, le più grandi e veloci partono dopo e inseguono. Una regola essenziale con il carisma di un codice d’onore. Il metro di giudizio è facile, inequivocabile: il primo che taglia il traguardo vince.

Il 29 Ottobre Cole Brauer ha preso il largo.

Partendo da La Coruña ha poi toccato la costa occidentale dell’Africa, fino all’Oceano Antartico, per poi raggiungere il Pacifico e il punto più a sud dell’America Latina, facendo poi ritorno verso la Spagna.
Cole Brauer è su “First light”, monoscafo a vela di 40 piedi e, ovviamente, è sola. È da sola quando scarta il regalo di Natale che i genitori le hanno lasciato alla partenza, così come quando il mare si alza e non riesce a dormire, allo stesso modo quando a dicembre i forti venti africani la fanno sbattere da una parte all’altra e le regalano una lesione alle costole. 

“Chi naviga in solitaria deve essere in grado di fare tutto”

Tra gli impegni quotidiani di Cole in mare c’era anche quello di aggiornare la sua comunità di followers sulle piattaforme social. Grazie all’aiuto dell’amica e manager Lydia Mullan, Cole è riuscita a ritagliarsi una fetta di pubblico che ha seguito quasi in diretta le sue avventure. Oltre a paesaggi mozzafiato e curiosità su come una trentenne trascorra le sue giornate in barca, la ragazza ha anche voluto portare avanti anche una sua personale azione sull’importanza della fragilità. Tema delicato quello della fragilità, talmente delicato che si tende a nasconderlo, a minimizzarlo, spesso a sé stessi e quasi sempre al grande pubblico. Cole Brauer la pensa diversamente, invece; per lei la fragilità deve essere mostrata ed è essenziale farlo soprattutto da parte di chi è visto come un modello da seguire.
Mi piace pensare che oltre che per il suo coraggio e la sua bravura, tutta la comunità velica, non solo le donne che vedono in lei il futuro della vela femminile, anche per questo motivo abbia tifato per il successo della sua impresa.

Un punto lontano

Alle due di notte del 7 Marzo Cole Brauer comunica di voler rallentare. La “First Light” taglierà il traguardo con le prime luci dell’alba. I giornalisti si affrettano a salire su motoscafi veloci per accoglierla fuori dalla baia de La Coruña verso l’iconica Torre di Ercole. È ancora buio, non c’è neanche la luna.
È tutto fermo, sì, ma ancora per poco.
Eccola la vela della First Light che si staglia nel cielo ed eccola Cole Brauer tagliare la linea di arrivo e con le torce a vento a mano. Un’immagine che fa la storia. Un’immagine che è una storia.
All’arrivo a Marina Coruña è tutto frenetico. Ci si abbraccia, si beve e ci si ritrova.  Il trofeo le viene consegnato dalle mani di Philippe Delamare, anche lui vincitore della competizione lo scorso 24 febbraio.

Il futuro

Cole Brauer ha già comunicato l’intenzione di partecipare alla Vendée Globe del 2028: regata in solitaria senza attracco o aiuti per affrontare un giro completo del mondo con partenza e attracco dal porto francese di Les Sables-d’Olonne.
A differenza della Global Solo Challenge, la Vendée Globe rappresenta il salto nella categoria dei professionisti. Cole ha dalla sua una forza e positività rari.
Non possiamo fare altro che augurarle sempre “Buon Vento!”.

 

Rachele Colasante nata a Roma nel 1999, da sempre incuriosita dalle storie, studia Lettere a RomaTre cercando di scrivere la sua al meglio. Ancora non sa dove la condurrà il suo percorso, ma per ora si gode il paesaggio.

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