Il Giro d’Italia e il mistero delle ballerine
Una storia sommersa riemerge da una vecchia rivista: il primo Giro d’Italia finanziato dalle ballerine delle music-hall milanesi. “Le più belle gambe di donna per le più forti gambe d’atleta”, così recitava il manifesto che chiamava i milanesi a partecipare ai veglioni con le più belle “sciantose” del tempo. Una storia sommersa e leggera che fa bene a tutti, anche alla grande storia del Giro.
La Cavalcata dei Monti Pallidi. Una favola del Giro
Una favola delle Dolomiti, il genio di patron Torriani, gambe e scorza di gente come Taccone, Meco, Baldini e Balmamion. Altri Giri, altro mondo. La Belluno-Moena non è una tappa, è una leggenda o, forse, una favola dimenticata.
Ottavio Bottecchia. Il Giro che manca
Un Giro d’Italia da Isolato, tre Tour de France, due vinti, ma tutti e tre da campione. Ciclista professionista a 26 anni, una carriera veloce come la sua vita, andata in fuga troppo presto. Ottavio Bottecchia è stato ciclista tra i più grandi. Mordendo miseria, fatica e destino Ottavio Bottecchia è stato soprattutto un uomo libero.
Marco Pantani. Prima della fine
Venti anni di Marco Pantani, venti anni senza Marco Pantani, ma non è di un 14 febbraio e del suo mare grigio che voglio dire. Voglio dire di quello che c’è stato prima. Voglio dire di un’estate, quella del ’98, una delle più grandi del ciclismo. Oggi il Jolly Roger non è a mezz’asta. Oggi il Jolly Roger è alto al cielo.
Carlo Clerici. Il gregario con un Giro da campione
Tre Tour de France, cinque Milano-Sanremo, un campionato del Mondo e tante corse in Svizzera. Per cinque volte Carlo Clerici è anche al Giro, sempre da gregario ovviamente. Il fatto è che, da gregario, un Giro d’Italia lo lui vince. Siamo nel 1954 e questa è una delle più incredibili storie del Giro.
Gastone Nencini e il treno galeotto
Una piccola storia, un aneddoto che fotografa il tempo. È il 1960 quando Gastone Nencini vince il Tour de France, un trionfo per il ciclista intrepido delle discese. Il rientro in Italia è in treno ed un trionfo è quello che lo attende alla stazione di Firenze. A Bologna qualcuno sale sul treno e lo raggiunge. Qualcuno che, in un’Italia ancora ferma su sé stessa, a Firenze si dovrà nascondere
Edoardo Bianchi. Il signore della bicicletta
Il 17 luglio 1865 nasce a Varese Edoardo Bianchi. Orfano, a quattro anni va in orfanotrofio da dove esce quando ne ha otto per andare a fare il garzone da un fabbro ferraio. Edoardo guarda, osserva, ruba con gli occhi e mette da parte. Abbastanza per cambiare vita e destino a sé, ma anche a buona parte degli italiani.
Learco Guerra. Il Duellante
Learco Guerra, gambe e cuore, muscoli e passione. Una vita di duelli, con il destino prima, con Alfredo Binda poi, con la velocità sempre. Locomotiva umana, così è passato alla storia. Tutto vero, ma Learco Guerra è stato più cuore che macchina, più coraggio che vapore. Per questo noi prendiamo licenza e preferiamo ricordarlo come il Duellante.
Alfonsina Strada.Il diavolo in gonnella
Nel 1924 Alfonsina Strada fa la storia come prima donna a partecipare nel Giro d’Italia e, tra critiche e pregiudizi, “il diavolo in gonnella” infrange ogni idea del suo tempo.
Chiedimi se sono Felice
Felice Gimondi, un campione con un nome contagioso come un’euforia, un nome che scorre sul nastro della memoria che noi cresciuti negli anni ’60 ci siamo sempre chiesti se sarebbe mai stato possibile fermare o riavvolgere. Oggi forse preferiamo non saperlo.
Giancarlo Ceruti. Sindacato, passione e ciclismo
Il 31 marzo 2020, in quel tempo cupo di campane a morto a colazione e campane a morto all’ora di cena, il maledetto Covid 19 che nelle nostre zone di Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona colpiva nel mucchio e sembrava odiare particolarmente la mia generazione, si è portato via a 67 anni anche Giancarlo Ceruti. […]