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Gastone Nencini e il treno galeotto

Una piccola storia, un aneddoto che fotografa il tempo. È il 1960 quando Gastone Nencini vince il Tour de France, un trionfo per il ciclista intrepido delle discese. Il rientro in Italia è in treno ed un trionfo è quello che lo attende alla stazione di Firenze. A Bologna qualcuno sale sul treno e lo raggiunge. Qualcuno che, in un'Italia ancora ferma su sé stessa, a Firenze si dovrà nascondere
Gastone Nencini

Gastone Nencini era un toscanaccio di Barberino del Mugello che fumava come un turco, prima e dopo ogni corsa. Aveva una bella faccia da attore, un duro dal cuore tenero, ed era un discesista spericolato, al limite della follia. Un corridore che non aveva paura di niente dall’animo battagliero, soprannominato il Leone del Mugello. Toscano fino al midollo, ma stranamente di poche parole e allergico alle interviste, per cui lo chiamavano anche Mistero.
In carriera vinse un Giro d’Italia, sfiorandone altri due, e un Tour de France, che gli valse un altro soprannome: Nuvola gialla. Persino il presidente De Gaulle, in quei giorni nel mirino di quanti si opponevano all’indipendenza algerina, pensò bene di sfidarli scendendo tra la folla senza scorta per stringere la mano a quell’italiano in maglia gialla.

Gastone Nencini

Il treno galeotto

Insomma, un corridore entrato nella storia del ciclismo e ricordato ancora oggi per le sue grandi imprese sportive, anche se ai miei occhi la sua impresa più memorabile resta quella compiuta insieme alla moglie nel 1960 sul treno nel tratto appenninico tra Bologna e Firenze. Non ci sono immagini, ma il racconto della signora Maria Pia è storia.
Cronaca. Siamo nel 1960 e ai tempi l’utilizzo dell’aereo non era ancora così diffuso, ragion per cui dopo la vittoria al Tour, Gastone Nencini per tornare da Parigi usò il treno. Alla stazione di Firenze lo aspettavano il sindaco, la banda e tutte le autorità per festeggiarlo. C’era anche la moglie che tra una cosa e l’altra era più di un mese che non vedeva il marito. Detto fatto, la signora pensò bene di farsi accompagnare in macchina a Bologna, dove salì sul treno e raggiunse Gastone nel suo scompartimento. E così i due durante il tragitto verso Firenze, tra una galleria e l’altra, dopo più di un mese di astinenza si abbandonarono al fuoco della passione e fecero scintille. Riuscirono a rivestirsi e a ricomporsi appena in tempo prima dell’arrivo alla stazione di Santa Maria Novella. A quel punto Maria Pia scomparve e scese di nascosto da un altro vagone, mentre Gastone, un po’ spettinato ma con un sorriso a trentadue denti venne accolto dagli applausi scroscianti dei fiorentini. Un vero trionfo!

Gastone Nencini con Maria Pia

P.s.

Nel 1960 Gastone e Maria Pia non erano ancora ufficialmente marito e moglie in quanto entrambi avevano già un matrimonio alle spalle e in Italia non c’era ancora il divorzio. Da qui la scomparsa di Maria Pia all’arrivo a Firenze. Ma sono dettagli insignificanti. Quello che conta sono i fatti.

Silvano Calzini è nato e vive a Milano dove lavora nel mondo editoriale. Ama la letteratura, quella vera, Londra e lo sport in generale. Ha il vezzo di definirsi un nostalgico sportivo.

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