Non è ancora suonata la mezzanotte del 14 aprile 1912, al largo di Terranova buio e freddo serrano sull’Oceano il transatlantico che incede come se fosse il padrone delle acque. La classe Olympic è un gioiello di ingegneria navale, quanto di più avanzato all’epoca.
A bordo, o almeno in prima classe, la vita freme e tra musica, balli, ammiccamenti e champagne festeggia il viaggio inaugurale del Titanic.
Quello che succede alle 23,40, ora della nave, è cosa nota; complice forse anche una manovra errata, il mare, si riprende il suo dominio. Tempo poco più di due ore e l’inaffondabile Titanic, e con lui 1518 persone, affonda.
Dentro una delle storie che più hanno colpito l’immaginario del novecento, però, ce n’è un’altra, straordinaria.
Una storia di rivalsa e di riscatto, una storia che si chiama Richard Norris Williams II.
Per tutti, Dick.
Per la storia, per la nostra storia, il tennista del Titanic.
Un ragazzone
Americano con genitori di Philadephia, di famiglia benestante, Richard Norris Williams nasce in Svizzera nel 1891.
Quando si imbarca sul Titanic per raggiungere la madre patria per partecipare ai tornei estivi di tennis, Dick è un ragazzone di 21 anni.
Varato in pompa magna e con grande clamore di stampa, il mondo guardava con meraviglia al Titanic e il suo viaggio inaugurale in prima classe, più che un viaggio, prometteva di essere un’avventura piacevole.
Il destino, però, non è d’accordo.
La collisione
La collisione con l’iceberg squassa la nave, l’incredulità si stampa su visi, smoking e paillettes, ma sulle prime sono tutti abbastanza tranquilli: il Titanic è inaffondabile, lo sanno tutti, e nel salone di prima classe la musica continua a suonare.
Stupore, incredulità e fiducia durano poco però.
Dick e il padre, che dopo cena si erano già ritirati in cabina, indossano i giubbotti di salvataggio, e mentre corrono verso le scialuppe il ragazzo si accorge di un passeggero rimasto intrappolato nella propria cabina, non ci pensa due volte, sfonda la porta e lo libera. Per questo fatto fu assurdamente minacciato da un membro dell’equipaggio per danneggiamento (scena ripresa anche nel film di Cameron).
Le scialuppe piene
I due Norris, però, non trovano posto sulle imbarcazioni di salvataggio, piene di donne e bambini (women and children first!). Dick prende il coraggio a piene mani e si getta in acqua. Il padre si attarda e non fa in tempo; una delle ciminiere della nave si abbatte sul ponte e lo travolge. Dick miracolosamente riesce poi a salire su un mezzo di emergenza e qualche ora dopo sarà soccorso dalla motonave Carpathia.
La scelta sul Carpathia
Richard sopravvive, è quasi un miracolo, ma ha le gambe paralizzate per assideramento. I medici del Carpathia vogliono amputarle entrambe, ma il ragazzo si oppone con tutte le sue forze a costo di rimettere la vita stessa perché lui gioca a tennis e le gambe sono la sua vita.
Il viaggio verso New York Richard Norris Williams lo passa camminando sul ponte, anzi inizialmente trascinandosi a fatica. Lo fa ogni due ore, di giorno e di notte, ma è così che riattiva la circolazione, evita la cancrena e rinconquista la vita che voleva.
È qui che Dick conosce Carl Behr, tennista già di fama, anche lui naufrago sopravvissuto e al quale rimarrà legato da amicizia e agonismo.
Ritorno al tennis
Scampato alla tragedia, superato il trauma del naufragio, ripresa la forma fisica, Richard Norris Williams torna al tennis. Soprattutto a quello giocato sull’erba, superficie dove lui e il suo gioco rapido e a rete davano ottima prova di sé.
Tre mesi dopo, al torneo del Longwood Cricket Club di Boston, la sua prima partita è proprio contro Carl Behr.
Dick perderà di misura, ma questo sarà solo il primo dei loro incontri.
La sua carriera da tennista professionista inizia così, fondamentalmente diversa da quelle che oggi sono agli onori della cronaca, ma piena di fascino e amore per lo sport.
Un uomo fuori dal comune
Richard Norris Williams non era un uomo comune. Ad appena due anni dal naufragio raggiunge la seconda posizione del ranking mondiale, vince gli US open (doppo e doppio misto) e successivamente Wimbledon nel doppio (1920), i giochi Olimpici del 1924 (doppio misto) e di nuovo gli US open nel doppio misto nel 1925 e nel 1926 per un totale di 6 titoli del Grand Slam. Nel suo palmares, inoltre, figurano anche la conquista, in veste di capitano del Team USA, della prestigiosa Coppa Davis.
Nel frattempo Richard Norris Williams aveva trovato il tempo di servire la propria Nazione durante la prima guerra mondiale e, quando la follia finisce, riceve la Croix de Guerre e la Legion d’Onore dallo Stato francese.
La vita oltre il tennis
A 44 anni, dopo 32 anni dalla prima pallina da tennis toccata insieme al padre, un naufragio e tanti straordinari successi nazionali e internazionali, Richard Norris Williams si ritira dal mondo del tennis.
Una vita senza tennis potrebbe sembrare vuota, ma Dick è uomo dai molteplici interessi e, tra l’altro, diventa anche il presidente della Hystorical Society of Pennsylvania.
Nel 1957 è inserito nella International Tennis Hall of Fame
Nel 1968 dopo una vita avventurosa onorata con classe sui manti verdi dei campi da tennis, all’età di 77 anni Richard Norris Williams passa dall’altra metà del campo.
Probabile che anche lì stia insegnando a qualcuno il suo famoso rovescio a una mano.