Il cuore è il protagonista: che sia in campo, in una pista, in palestra, nei luoghi dello sport. È proprio da un gesto del cuore che è nato il Premio Costruiamo Gentilezza nello Sport, ideato da USSI Toscana (Gruppo Giornalisti Sportivi) e dall’Associazione Costruiamo Gentilezza.
Era la primavera del 2022 quando l’attenzione di un gruppo di bambini fu “catturata” da una notizia, contenuta in un piccolo box in fondo ad una pagina di un giornale. Il portiere azzurro, allora dell’Empoli Calcio, Guglielmo Vicario, ha ospitato una famiglia fuggita dalla guerra. Una mamma e suo figlio hanno trovato accoglienza e hanno avuto così l’occasione di proiettarsi in una nuova vita.
Un gesto che non vuole essere straordinario
L’accoglienza che si allunga come una mano tesa verso chi ha bisogno e lo sport che riveste la funzione di ambasciatore di messaggi positivi.Nel corso della consegna del Premio, il portiere del Tottenham non esitò a raccontare che il suo gesto non era straordinario. Era scattato dal cuore perché l’accoglienza è come una mano tesa. Ha i contorni di un abbraccio da donare a chi fugge alla violenza.
Il sorriso di un bambino è una luce
Guglielmo Vicario racconta l’accoglienza al piccolo Milan e alla sua mamma: “Il sorriso del piccolo Milan e della sua mamma sono il mio sorriso. Vederlo sorridere di nuovo anche quando rincorre il pallone è la cosa più bella“. Queste le parole di Vicario durante la consegna del Premio Costruiamo Gentilezza nello Sport presso l’Aula Magna del Centro Tecnico Federale a Firenze.
I bambini hanno chiesto di premiare la gentilezza nello sport
Una domanda semplice nata nel corso di un incontro nelle scuole legato a sport e gentilezza.
“Perché non viene dato un premio a chi è gentile nello sport?” Spontaneamente, nella sua grandezza, la domanda nacque a scuola nel corso di una pratica dedicata all’alfabeto della gentilezza, progetto che associa ad ogni lettera una parola che alimenta la gentilezza.
I bambini sono stati la fonte di ispirazione di un Premio, che riconosce la gentilezza attraverso gesti, che non si dividono in “grandi” o “piccoli“. Anzi, spesso sono proprio i bambini che segnalano esempi positivi dal mondo dello sport.
Un premio che compie i suoi primi 3 anni
Nel corso dei suoi primi tre anni, il Premio Costruiamo Gentilezza ha percorso centinaia di chilometri, ha toccato numerose città italiane per raggiungere donne, uomini e bambini che hanno dato contribuito a valorizzare la gentilezza attraverso uno dei suoi ambasciatori: lo sport.
Il Premio è “sceso in campo” come nel caso della doppia consegna a Pisa e Sassuolo, i due club promossi di recente in Serie A, che si sono resi protagonisti di iniziative positive.
La società toscana è stata premiata per il progetto “Accendi il faro che è in te“, che ha avuto come fine quello di diffondere tra i giovani la cultura della gentilezza.
Il Sassuolo, invece, ha ottenuto il riconoscimento per il progetto “Un gol a quattro zampe” a sostegno del canile e gattile Punto & Virgola per promuovere l’adozione di cani e gatti presenti presso la struttura intercomunale di Magreta-Formigine (Modena). A consegnare il Premio, che consiste in una maglia, disegnata dai bambini, è stata Chiara Castellani, Vicepresidente di Costruiamo Gentilezza. La maglia con i disegni dei bambini diventa una sorta di investitura e di responsabilità a portare buone pratiche in campo, ma prima di tutto nella vita. Nel retro è riportata la frase di Mandela, “lo sport ha il potere di cambiare il mondo“.
A ricevere il riconoscimento, tra i vari premiati, ci sono stati Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi per progetti di sport e inclusione, Claudio Ranieri, il Tennis Giotto di Arezzo per progetti di sport e inclusione e per la panchina rossa, simbolo della lotta ad ogni forma di violenza sulle donne, la Fondazione Milan, la piccola Nina, un’atleta del basket di Bolzano, che ha organizzato una raccolta fondi tra familiari ed amici per comprare i palloni che erano stati rubati, fino ad arrivare a Daniele Cassioli, ex campione paralimpico di sci nautico per i progetti a cui dà vita con la sua associazione Real Eyes Sport.
Il sogno
Il sogno è riporre, ben piegata, nel cassetto la prossima maglia di ambasciatore di Gentilezza nello Sport. Lasciarla senza nome, quasi dimenticarla. Vorrà dire che non ci saranno più gesti da premiare. Non saranno più straordinari quando diventeranno quotidiani e non cattureranno più l’attenzione perché saranno semplici e spontanei come le domande dei bambini.