Gasperino er bibitaro

Stadio Olimpico. Curve anni settanta, nessuna copertura, ti bagni se piove, ti bruci col sole. Ma ci sono loro, Gasperino er bibitaro e Er Nocciolina. Tutta un'altra storia.
BIBITARO

Chiedo un po’ d’indulgenza (plenaria) se racconto di calcio, ma non quello giocato, quello guardato all’Olimpico, perché m’è preso ‘n’attacco acuto de nostalgia.
Nostalgia de caffè Borghetti, de sfilatini co’ la frittata, o co’ quello che ve pare, de “mettete a sede…che nun vedo gnente” o de “strigneteve un po’ così c’entro pure io“, de Gasperino er bibitaro e der Nocciolina.

I nostri amici più giovani non possono sapere che prima all’Olimpico non esistevano coperture, né prenotazioni né tanto meno posti riservati e che la “parte inferiore” delle due Curve (notare il maiuscolo) erano posti in piedi che non erano l’ideale per vedere le partite perché eri quasi al livello del terreno di gioco.

 

Stdio olimpico

E allora ??

Non restava altro che arrivare prima!!
Il prima significava arrivare perlomeno a mezzogiorno, con le partite che sempre alle 15 cominciavano, anzi alle 14,30, poi nelle gare di cartello i cancelli d’ingresso aprivano addirittura alle 11,00 e già c’era ’na filaaaa !!

Ricordo, e non ero l’unico, anzi, che per le Finali dell’Europeo del 1968 rimanemmo allo Stadio dalle 11 a mezzanotte … perché alle 16 ci fu la finale per il terzo posto e alle 20,30 quella per il primo…coi tempi supplementari!!
Occupati per gli amici ritardatari, con tutti gli indumenti possibili, tutti i posti a sedere che non erano sedili singoli ma una panca unica, lunga diversi metri. Per chi arrivava appunto in ritardo non restavano altro che gli scalini o i corridoi d’accesso.

Una volta un ritardatario ci chiese il piacere di stringersi un po per permettere alla sua signora di sedersi, cosa che noi cercammo di fare, ma la signora, che non era giovanissima, si calò delicatamente in mezzo a noi… e l‘ultimo seduto sulla panca si ritrovò seduto per terra…giuro che è veroooo !! e il marito ridendo disse… a Pa’.

Per quanto te potevi porta’ da casa, le ore da passare erano tante e allora diventava vitale il rifornimento.

A quel punto entrava in scena Gasperino er bibitaro

a Gasperi’, che me dai ‘na mezza bira?” e Gasperino da bravo bibitaro la stappava, la versava in un bicchierone di carta e con un passamano, magari di 3 – 4 file più in basso, ti arrivava ‘a mezza-bira. I soldi del costo facevano la stessa strada a ritroso per finire tra i “pedalini” e la tibia…quelli de carta e gli spicci in un bicchierone sempre de carta … e per le sigarette?? … e già Gasperino vendeva pure le sigarette … non c’era bisogno del passamano … perché il pacchetto te lo tirava proprio, come noi i soldi.

Il giocoliere del circo ce faceva un baffo!!

Gasperino si annunciava con una canzoncina che faceva la-la-la e che mi dispiace non potervela far sentire, perché era veramente particolare e inconfondibile…. come inconfondibile era il Suo: ”che ve serve ?? Io sto qua !!” oppure ” è entrata n’artra mezza pjotta , ammicchia “Gasperi’ la-la-la e nun ce vonno sta , e nun ce vonno sta ” io credo che Gasperino conoscesse il calcio come pochi perché riusciva a passare sempre in momenti nei quali la partita si trascinava …

Come è stata ‘a partita oggi ??”
Insomma…pensa che me so’ addormito e si nun era pe’ Gasperino er bibitaro che m’ha svegliato, stavo ancora su la panca d’Olimpico

 

NOCCIOLINARO

Permettetemi una piccola polemica adesso.

Perché pure “er nocciolina” (un altro rivenditore) non può più far parte dello spettacolo??
La sua barba in 43 anni in mezzo a noi è diventata via via  più imbiancata, perché togliere un altro pezzo di storia ??

 

Nello Panzini nasce a Roma l'8 agosto del 1947, oggi pensionato Telecom con "buona memoria", si diverte a raccontare lo sport di una volta ed il contesto storico nel quale si praticava. Tuttora tesserato con il Real Tuscolano nel quale, vista l'età, fa quello che può.

ARTICOLI CORRELATI

Salvi

Lo spareggio dei poveri

1964. Il boom economico inizia a dare segni di raffreddamento, mentre il campionato di serie A è caldissimo. Il Bologna è tornato grande, spareggia con l’Inter e vince lo scudetto. In coda stessa situazione: a giocarsi l’ultimo posto di permanenza in A il Modena e la Sampdoria. È lo “spareggio dei poveri”, così lo chiamano, ma sarà bel calcio anche quello

Leggi tutto »
Nino Benvenuti

Nino Benvenuti. Quei giorni da pompiere

Un ricordo personale, una storia in presa diretta di anni passati troppo veloci. Nino Benvenuti alla Scuola Antincendio di Capannelle, nuovamente pompiere per qualche giorno per “prendere il congedo”, come disse, e per allenarsi al nuovo film con Giuliano Gemma. E poi gli altri, Giorgio Cagnotto e Franco Menichelli. Giorni da pompiere che non si scordano più.

Leggi tutto »
Falcao e il Barone

Trigoria. Una storia al telefono

Tecnico dei telefoni, la mia vita. Il calcio, la mia vita anche questa, sui campi e sugli spalti. Poi accade che un giorno mi mandano a Trigoria. Era il 1980, agosto romano e romanista, ma non un agosto qualunque: l’agosto di Falcao. E poi il Barone, Bruno Conti, Luciano Spinosi. E chi li ha mai dimenticati quei giorni…

Leggi tutto »
Roberto Strulli

Roberto Strulli. Tragedia in campo

Il 14 febbraio del 1965, a seguito di un fortuito scontro di gioco con il centravanti avversario Alfiero Caposciutti, il ventiseienne Roberto Strulli, portiere dell’Ascoli, si accasciò a terra. Portato in ospedale, morì poche ore dopo. La triste storia del primo calciatore professionista morto sul campo in Italia.

Leggi tutto »
Giuseppe Giannini

Giuseppe Giannini. Una serata principesca

Un mito il Principe. Un dieci che ci fatto sognare tutti, una classe in campo e nella vita. Un affetto personale il mio, non solo calcististico da tifoso. Un affetto fatto di ricordi, di momento condivisi e di un’amicizia che supera il tempo. Proprio come l’amore per la Roma, che del tempo si fa sempre beffa.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi