Search
Close this search box.

1961. Il futuro si chiama Ford Gyron

1961. La Ford Gyron intravede il futuro e lo anticipa con linee ardite e soluzioni innovative. Troppo. Anche per i nostri giorni.
COVER FORD GYRON 02

Alcuni uomini riescono a far prendere forma al futuro prima del tempo.
Syd Mead e Alex Tremulis erano uomini fatti di questa pasta; visionari, anticipatori, sognatori.
Siamo a fine anni cinquanta, il sogno si chiama Space Age e non è solo una corsa allo Spazio, ma un fermento culturale che investe tutti i campi della creatività: il cinema, la letteratura e, ovviamente, il design.
La Ford Gyron nasce in questi anni, pensata lasciandosi influenzare da un futuro che Syd Mead e Alex Tremulis sono stati capaci non solo di vedere, ma anche di toccare con mano.
Guardate la foto per qualche secondo, lasciatevi andare alla suggestione delle linee e delle forme; in un istante dentro quel futuro ci sarete anche voi. Un futuro immaginato, sognato e sempre prossimo a venire.

Ford Gyron

Syd Mead è stato un maestro dell’immaginario

Futurista visivo, designer di concept car e oggetti, artefice di sogni cinematografici, a lui dobbiamo, tra gli altri, il visual impact di produzioni come Star Trek, Blade Runner e Tron.
Nel disegno della Ford Gyron c’è la sua mano.
In quelle linee filanti c’è il sogno della generazione cresciuta nella contaminazione culturale della Space Age, ma anche la traduzione visiva della ferma convinzione di Alex  Tremulis che il futuro delle automobili non sarebbe stato nella potenza, ma nell’aerodinamica.

Ford Gyron

Alex Tremulis è stato un progettista straordinario

Fa le sue esperienze prima nella U.S. Air Force, dove lavora a un progetto di dischi volanti militari, poi è nella sfortunata avventura della Tucker e infine arriva alla Ford.
I primi disegni della Gyron sono del 1956, due anni dopo la presentazione al Chicago Auto Show della Ford FX Atmos, altro progetto con tanta voglia di futuro.
Il progetto della Gyron sarà dapprima accantonato, ma ripreso sull’onda della notizia che vedeva la General Motors impegnata nell’avveniristico concept della Firebird III.
Alex Tremulis attualizza nella Gyron la meccanica giroscopica della monorotaia brevettata da Louis Brennan nel 1903, mentre il neo assunto Syd Mead lavora sulla linea. I due convincono la Ford a costruire un modello in scala reale con il risultato che, a distanza di 60 anni e solo a guardarne le foto, la Gyron è ancora capace di regalare suggestioni.

Ford Gyron
(1961.Ford Gyron. Console)

Lo scopo della Ford Gyron era proprio quello: regalare suggestioni.

Presentata al pubblico nel 1961 in occasione del Detroit Motor Show, la macchina del futuro, nata solo come modello sperimentale buono per la ricerca e per una sana politica di marketing, non sarebbe mai entrata in produzione.
Due ruote in linea, stabilizzata da giroscopi, la Ford Gyron poteva ospitare due persone sedute una al fianco dell’altra e mostrava una serie di soluzioni veramente innovative.
Realizzata in vetroresina, da ferma  mantenuta in equilibrio da un paio di stabilizzatori laterali con ruotine, la Ford Gyron era alimentata da un motore elettrico che le permetteva di raggiungere la velocità di equilibrio di 5 miglia orarie, la ruota anteriore era manovrata tramite un quadrante sulla console e tra i due posti era alloggiato un telefono mobile.

Ford Rotunda
(Ford Rotunda. Photo credit: Ford Media Center)

Una vita breve

La Ford Gyron, oltre a non essere mai passata in produzione, ebbe vita fugace.
Padiglione fieristico realizzato per la World’s Fair di Chicago del 1933 e poi rimontato a Dearborn in Michigan, l’avveniristica Ford Rotunda negli anni ’50 era tra le prime cinque attrazioni turistiche degli Stati Uniti.
Terminata l’esposizione al Detroit Motor Show del 1961, la Gyron trovò la sua naturale seconda casa proprio alla Ford Rotunda e per diversi mesi continuò ad affascinare adulti e bambini.
Non molti in effetti.
Il 9 novembre 1962 un incendio distrusse completamente la Ford Rotunda.
La vetroresina della Gyron deve essere bruciata in un attimo.
Proprio come accade ai sogni.
Anche ai più belli.

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

ARTICOLI CORRELATI



La nostra newsletter
Chiudi