A volte riaffiorano certi ricordi da stadio che, nonostante la veneranda età, sembra di aver vissuto ieri per quanto sono ancora limpidi e lucidi, intatti. Per questo mi avvalgo di varie fonti sentimentali che sistematicamente riescono ancora a emozionarmi. Ricordi che hanno fatto della mia squadra del cuore una ragione di vita, della Curva Sud la mia seconda casa, e di coloro che mi circondavano la mia seconda famiglia.
Orgoglio Romano
Il prossimo mese saranno ben ventinove anni dalla nascita del gruppo presente in Curva Sud, lato tribuna Monte Mario, sotto il mitico gruppo de I Lupi, con la propria pezza di nove metri. Il gruppo nasce dalla voglia di avere un simbolo tutto nostro, con tanto di stemma vecchio stampo, senza dare un nome minaccioso, ma un nominativo che rispecchi tutta la nostra fede romana e romanista, ed ecco che così, quel ventisei gennaio del 1996 nasce Orgoglio Romano. Una nascita che ebbe eco anche nell’etere grazie all’amicizia costruita nel tempo con Stefano Antonucci, conduttore di una trasmissione quotidiana “Voxson gol”, che la ribatté subito.
Tutto iniziò così
Dalle parole bisognava passare ai fatti. Dovevamo dotare il gruppo indipendente di un proprio organigramma, una propria struttura decisionale e, per non farci mancare nulla, anche di una sede sociale. In una vecchia stanza con vasche enormi per il lavaggio di panni, al di sopra di un palazzo di otto piani, zona quartiere africano, nasce la sede che per diversi anni è stata l’aula magna di tanti appartenenti al gruppo. All’inizio è stato duro e faticoso organizzare il tutto, ma poi la fede ha avuto il sopravvento ed ecco che la sera, dopo il lavoro, si andava a rimettere in piedi un vecchio lavabo condominiale. Per farla corta alla fine ci siamo ritrovati persino un piccolo bar interno avvolto da foto storiche di tifoseria, squadre e beniamini mai dimenticati, sciarpe e cimeli vari. C’era anche un grosso salvadanaio di coccio con tanto di adesivo per le offerte. Sembrava di stare in quei pub inglesi dove sembra di entrare in un sacrario del calcio. Il salvadanaio, però, non era sufficiente per farsi conoscere meglio e di più, dentro e fuori lo stadio; una capacità di autofinanziamento al fine di sostenere e mantenere vivo il gruppo era indispensabile. Fu abbastanza facile, grazie sempre allo speaker Antonucci, entrare a far parte della programmazione radiofonica quotidiana e quindi dare corpo e anima al gruppo. Le sciarpe e i cup personalizzati, con tanto di nome in evidenza, hanno fatto il resto.
La polemica con il presidente Sensi
Allo Stadio Olimpico eravamo sempre tra i primi ad entrare e collocare lo striscione, obliquamente sul vetro che divideva la curva sud dalla tribuna Monte Mario. Messo in bella vista affinché la dirigenza giallorossa potesse ben ammirare. In quel tempo eravamo contro una presidenza che aveva cercato modi e maniere per colpire una parte della Curva Sud definendone i tifosi gente poco raccomandabile. Durante una diretta televisiva, dove il gruppo era stato invitato a partecipare, non battei le mani al presidente Franco Sensi durante un suo intervento telefonico. L’accaduto in quel tempo mi rese in parte “famoso” non solo via etere, il giorno dopo furono in tanti a parlare di quanto accaduto la sera prima, ma anche all’interno dello stesso stadio e Curva, insieme agli altri “malcapitati” citati da Franco Sensi. Una volta durante un conviviale organizzato insieme a Stefano Antonucci, fu proprio la signora Maria Sensi, ospite della serata, a rivolgersi a me per sapere il perché di tanto astio nei confronti del marito e io prontamente risposi che se ci fosse stato lui mi sarebbe tanto piaciuto sederci uno di fronte all’altro e parlare apertamente, guardandoci negli occhi, della squadra, della tifoseria. Avrei voluto chiarire con lui che non era vero che parte dei tifosi erano “cattivi esempi” e parlargli di quanto amore distingueva la Curva dal resto dei settori. Oggi, con le vicende dirigenziali succedute dopo la morte di Franco Sensi, devo ammettere che magari ci fosse ancora una presidenza all’altezza della tifoseria romanista, come quella di Sensi e di un altro carissimo personaggio, il presidentissimo Dino Viola. Altri tempi, altri uomini che per l’AS Roma hanno dato tutto.
Il mondo della Curva Sud
Tornando ai tempi dello stadio, non posso dimenticare che quando attaccavamo il nostro striscione al vetro mi giravo a guardare tutti gli altri striscioni, identificandoli con il nome di chi ne era il leader. Ecco allora ricordare I Lupi con Italo, i Boys con Paolo Zappavigna, il XXI Aprile con Elione, i Fedayn con Vincenzo il guerriero e il CUCS con tutti, per non dimenticare nessuno!
Conoscevo, e conosco ancora, tutti e con tutti ho avuto un bellissimo rapporto di fratellanza e rispetto. Durante l’attesa della partita andavo sempre a salutare tutti, indistintamente. Due chiacchiere e un abbraccio, nessuno potrà mai togliermi di dosso quanta emozione provavo in quei gesti, semplici e sinceri.
Ricordo ancora quella volta che venne da me un certo Robertone, tifoso vecchio stampo, con una pezza bianca e la scritta grande fatta a mano con su scritto Guerriglieri, non sapeva dove collocarla, nessun problema, per quella volta tolsi la mia per dare il posto alla storia della tifoseria giallorossa!
Il resto di certi ricordi e di belle storie da raccontare lo lascio per il prossimo mese, in onore del compleanno del gruppo Orgoglio Romano, nato il 26 gennaio 1996.