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Basket. Quando un licantropo entra in campo

Subito prima di girare Ritorno al futuro, il film che lo avrebbe reso immortale nell’olimpo hollywoodiano, Michael J.Fox fu protagonista di Voglia di vincere, una commedia adolescenziale basata su un lupo mannaro campione di basket.
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Cosa succederebbe se una modesta High School americana potesse schierare un lupo mannaro nel campionato interscolastico di basket? A questa bizzarra domanda rispose il film Teen Wolf, giunto in Italia come Voglia di vincere, una piacevole commedia adolescenziale girata nel 1984 e uscita l’anno dopo, dal regista Rod Daniel, che vedeva Michael J.Fox nel doppio ruolo dello studente Marty Howard e del Lupo Mannaro irresistibile campione di basket.

La trama

Marty Howard è uno studente liceale di 17 anni a cui la vita di provincia sta un po’ stretta. Vive, infatti, in una piccola città del Nebraska. Gioca a basket, per la verità con scarsi risultati, nei Beavers, la squadra della sua scuola che non vince una partita da tre anni. Non si accorge che la sua migliore amica, una ragazza dolce e perbene di nome Boof, è innamorata di lui. È, invece, invaghito di Pamela, una biondina vanitosa che è fidanzata con l’antipatico Mick, anch’egli giocatore di basket, ma decisamente più forte di lui, capitano della squadra rivale dei Dragons.

Una sgradita sorpresa

Una brutta mattina il ragazzo si guarda allo specchio e scopre che dei lunghi pelacci gli ricoprono il viso e che dalle dita delle mani gli spuntano degli artigli: è diventato un lupo mannaro. Il padre gli spiega che non deve angosciarsi: la licantropia è una “malattia” di famiglia con la quale si impara a convivere, anche se lui sperava che il figlio non ne fosse affetto e per questo non gliene aveva mai parlato.

Un insperato vantaggio

Marty cerca di imparare a tenere a bada il mostro, ma durante una partita si stressa a tal punto che il lupo viene fuori in tutta la sua preponderanza fisica. Tra le facce sbigottite dei compagni e degli avversari, il licantropo si esibisce in giocate spettacolari degne degli Harlem Globetrotters, salta come se avesse le molle ai piedi e aiuta la squadra a vincere la prima partita.

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Esplode la mania del lupo

Inevitabilmente, Marty diventa popolarissimo a scuola e riesce addirittura ad avere una relazione con Pamela, che in realtà lo usa per far ingelosire Mick. Ma l’entusiasmo dei compagni di squadra per il portentoso lupo comincia presto a scemare, perché scendono in campo soltanto per guardarsi le partite. Il licantropo, grazie al suo strapotere fisico e alle sovrumane doti atletiche, fa tutto da solo: segna, recupera palla, attira su di sé le attenzioni degli spettatori e lascia solo le briciole al resto dei Beavers.  

La svolta finale

Resosi conto che la squadra gli è ostile e che gli amici, compresa Boof, cominciano ad allontanarsi da lui a causa dell’esuberanza del suo alter ego, Marty decide di lasciare la squadra. Tuttavia tornerà sui suoi passi mentre i Beavers stanno giocando la finale proprio contro i Dragons. Scenderà in campo, ma non come lupo. Con una prestazione corale, la sua squadra riesce ad avere la meglio sui forti rivali. Marty, malmenato da Mick per tutta la partita, segnerà i due tiri liberi finali che gli permetteranno di vincere la finale e aggiudicarsi il campionato.

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L’edizione italiana

Il film, costato 4 milioni, ne incassò 33 solo negli USA. Nella versione italiana il nome del protagonista, Scott, fu cambiato in quello di Marty per sfruttare il successo di Ritorno al futuro, il fortunatissimo film che l’attore girò con Zemeckis subito dopo la fine delle riprese di Teen Wolf.

Uno sfortunato sequel

Nel 1987 la pellicola ebbe anche un sequel, decisamente meno fortunato al botteghino, con Jason Bateman nel ruolo di Todd Howard, cugino di Scott e anch’egli affetto da licantropia. Stavolta, però, il giovane studente si dedica a un altro popolare sport: la boxe.

Davide Zingone Napoletano classe ‘73, vive a Roma dove dirige l’agenzia letteraria Babylon Café. Laureato con lode in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze Turistiche, parla correntemente sei lingue. È autore della raccolta di racconti umoristici "Storie di ordinaria Kazzimma", Echos Edizioni, 2021; del saggio “Si ‘sta voce…”, Storie, curiosità e aneddoti sulle più famose canzoni classiche napoletane da Michelemmà a Malafemmena, Tabula Fati, 2022; e di “Tre saggi sull’Esperanto”, Echos Edizioni, 2022.

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