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La mia prima regata sullo Star

Star

Il triestino Tito Nordio (1908-1959) è stato uno dei più forti staristi italiani, un osso duro per tutti a cominciare dal mitico Straulino. Inizia a fare vela giovanissimo e nel golfo di Trieste, con la classe 6 m Stazza Nazionale, non ha avversari. Nel 1928 rappresenta l’Italia all’Olimpiade di Amsterdam nella classe Dinghy 12′ per solitario, una barca totalmente sconosciuta nel nostro paese; contro concorrenti di 20 nazioni si classifica 6°, risultato di tutto prestigio nelle difficili acque olandesi. La carriera prosegue nella classe Star dove conquista un campionato europeo, un Italiano e numerosi vittorie e piazzamenti nelle più importanti regate nazionali ed internazionali e podi in campionati mondiali. Una fine troppo prematura lo ha strappato ai suoi cari e allo sport della Vela, ma il suo ricordo è perpetuato nel “Trofeo Nordio” Internazionale Star a Lui dedicato che si disputa ogni anno a Trieste. In questo suo articolo del 1934 ci racconta la sua prima regata in Star.

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In via di massima il Consiglio Direttivo del Reale Yacht Club Adriaco, ancora nel gennaio del corrente anno (1934), aveva deciso di partecipare alle regate internazionali di Genova con uno Star! Lo Star però non c’era! La questione, dato il nuovo spirito fattivo che regna nel nostro Sodalizio si risolse con un paio di telegrammi. L’ultimo telegramma dei Cantieri Baglietto di Varazze assicurava che lo Star sarebbe stato pronto per la regata del 2 marzo. Fu deciso che io dovessi prendere il comando della nuovissima imbarcazione e che Carlo Strena doveva fungere da … ciurma!

Le vele scomparse

Ad essere sinceri lo Star io lo conoscevo per avervi fatto una bordeggiata di mezz’ora l’altr’anno a Napoli. Le mie occupazioni non mi permettevano di assentarmi da Trieste per più dei giorni strettamente necessari per le regate e fu così che decisi di partire da Trieste il 1° marzo col diretto delle 20,15. Strena mi aveva preceduto di un giorno avendo delle questioni federali da sbrigare. Mancavano dieci minuti alla partenza ed io alquanto nervoso aspettavo che mi venissero portate al treno le vele colle quali il giorno dopo dovevo correre la prima regata. I minuti passarono, giunse il momento della partenza, ma non giunsero le vele. Figurarsi il mio malumore ed i gentili pensieri rivolti al velaio!
Giunto a Genova alle 9,24 del 2 marzo trovai alla stazione mio fratello con un telegramma dell’infame velaio che candidamente m’informava di aver spedito le vele come bagaglio. Come avrei potuto ritirare le vele senza scontrino? Mistero.
Certo era che alle 11,20 sarebbe stato sparato il colpo di partenza. Mi recai d’urgenza alla Sede del Regio Yacht Club Italiano dove trovai Strena già in tenuta di barca contento e felice all’idea di potersi cimentare di li a poco con un folto ed agguerrito gruppo di concorrenti. L’imbarcazione ancora a terra appena vista mi è piaciuta assa,i sia come linee che come costruzione, si capiva che era uscita da una scuderia di razza.

Le vele ritrovate

Tutti gli entusiasmi dell’amico Strena sbollirono nell’apprendere la ferale notizia che tutto c’era ma che mancava… il motore! L’ottimo Strena s’attaccò prima ad una bottiglia di cognac per riprendere le perdute energie e quindi al telefono per invocare aiuto a papà Baglietto perché provvedesse all’immediato invio a Genova della vela inglese che aveva in cantiere a Varazze che, per chi non lo sapesse, dista da Genova un’ora di automobile. Erano le dieci!! Nell’attesa disperata o quasi delle vele mi misi in tenuta di regata e la nostra imbarcazione fu messa con ogni cura a mare.
Molto gentilmente e con alto spirito sportivo il Ten. di Vascello Alberto Giovannini nostro consocio mi offerse a prestito una vela d’allenamento degli Stars dell’Accademia di Livorno che pure partecipavano alle regate.
Visto che la vela da Varazze non si decideva di arrivare accettai entusiasticamente l’offerta e misi subito all’opera per inferire la vela dell’Accademia. Quando avevo quasi finito il lavoro vedo arrivare trionfante mio fratello che a mia insaputa era ritornato alla stazione riuscendo non so con che stratagemma a carpire senza scontrino le vele ai cerberi del bagagliaio. Pochi istanti dopo giunse anche la vela inglese di Baglietto. Arrivato a Genova senza speranza di aver una vela a disposizione, da un momento all’altro ne avevo ben tre col solo imbarazzo della scelta. Senza esitare mi decisi per la vela di Guadagni benché mi fosse stata causa di un forte patema d’animo. Ultimate le operazioni d’armamento issai la vela che si dimostrò subito degna creatura del nostro valente Ernesto!

Tito Nordio

A rimorchio!

Erano le 10,50 e mi trovavo coll’imbarcazione pronta si, ma ancora nell’ospitale porticciolo Duca degli Abruzzi che come ognuno sa è molto distante dal campo di gara. Un’altra volta mi venne in aiuto la R. Marina mettendomi cortesemente a disposizione una motolancia che mi rimorchiò velocemente verso il traguardo di partenza. A bordo avevo ancora un marinaio di Baglietto che istruiva me e Strena sull’ubicazione delle manovre correnti. Arrivammo sul campo di gara in prossimità del traguardo nell’imminenza della cannonata di preavviso.
Strena stava attento a mollare il cavo di rimorchio non appena avesse visto sulla terrazza del Lido d’Albaro il fioccolo bianco di fumo dello sparo. Comunque eseguimmo le operazioni in tempo utile tanto è vero che giunsi sull’allineamento dello start esattamente due minuti e dieci secondi prima della partenza!

La prima volta

Puntai il cronometro virai di bordo e dopo alcuni secondi incominciò la mia prima regata sullo Star. Dopo un’ora e mezza circa il cannone sparava nuovamente a salutare la prima vittoria sullo Star del gagliardetto rosso verde del nostro Adriaco. Uguale omaggio fu reso, ai nostri colori nei due giorni successivi. Dalla mia affrettata esperienza nelle tre giornate di gare ho riportato un’ottima impressione sulle qualità nautiche di questo tipo d’imbarcazione come pure la persuasione che lo Star possa soddisfare egregiamente ai desideri del più esigente tra gli skippers.

Una felice scoperta

Mi hanno entusiasmato soprattutto tre caratteristiche di questa indovinatissima classe: la stabilità iniziale e finale, la velocità in ogni andatura, ed infine al massimo le sue spiccatissime qualità boliniere che le permettono, con vento fatto di far addirittura miglior prua dei 6 m. St. Internazionale.
Queste prove hanno valso a raffermare la mia convinzione che lo Star è la barca ideale per acque di Trieste e che incontrerà il consentimento di tutti i nostri appassionati e skipper, giovani ed anziani.

 

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L’articolo è ripreso dal numero di giugno 2020
del Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana

Tito Nordio

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