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La Coppa Bellano

Un articolo del settembre 1938 racconta come è nata una delle coppe veliche più antiche d'Italia, la Coppa Bellano, inizialmente organizzata dal Regio Regate Club Lariano poi diventato Circolo Vela Como, oggi Yacht Club Como
COPPA BELLANO

Parlare della Coppa Bellano, che è ormai al suo trentottesimo anno di vita (N.d.R.: vale per la data in cui l’articolo è stato scritto, 1938), e che venne istituita per pubblica sottoscrizione, è richiamare alla mente la cronistoria dello sport della vela sul Lario, che ebbe sempre nel campo di regata di Bellano le sue massime manifestazioni.
Iniziatore della sua istituzione fu un’originalissima figura di sacerdote, Don Luigi Adamoli, a nessuno secondo nell’inesauribile passione per la vela da lui praticata attivamente, malgrado i molti ostacoli che gli vennero frapposti. L’originalità di questa coppa, non consiste solo nel suo valore artistico, davvero ragguardevole, quanto dal regolamento che l’accompagna, così voluto dal suo iniziatore. La formula è la più lata che si possa immaginare.

La formula del sacerdote

Soleva Don Luigi, che era non solo un abilissimo timoniere, ma anche e forse più, un progettista geniale, sostenere con vivacità e convinzione, che bisognava lasciar completamente libera da ogni pastoia limitatrice, la fantasia degli architetti navali, perché creassero degli scafi sempre più veloci. Posto che la forza di propulsione è il vento, che la vela ne è l’organo di sfruttamento, campo libero sia lasciato al costruttore di studiare la forma e le dimensioni dello scafo, che a parità di superficie velica diano il maggior rendimento. Fu appunto per affermare questo principio di assoluta libertà, che Don Luigi Adamoli si fece promotore della Coppa Bellano che ancora oggi è libera a tutti i tipi di imbarcazioni, grandi e piccini, siano esse bulbi o derive, abbiano esse una o più vele comunque attrezzate. I compensi sono stabiliti da una tabella, avente a base solo la misurazione metrica della vela, traducentesi in pratica, in un certo numero di minuti secondi per la differenza di ogni metro quadro di vela e per miglio marino. La formula non era né migliore né peggiore di molte altre allora in uso.

Regata perfetta?

L’esperienza di molti anni ha dimostrato che una formula di regata perfetta non esiste; in questo campo bisogna accontentarsi del meno peggio. Al tempo in cui venne istituita era forse necessario porre un freno all’eccessiva invelatura delle imbarcazioni, che risultava dalle formule precedenti, nelle quali il fattore vela partecipava solo in ragione della radice quadrata della superficie. Ma come sempre l’eccessiva libertà si traduce in licenza. I costruttori, costretti alla limitazione della superficie velica, portarono ogni loro cura ad alleggerire lo scafo, ad evitare ogni slancio di prua e di poppa per diminuire l’opera morta, a sopprimere in favore della velocità ogni e qualsiasi comodità di navigazione.

I Dai-Dai

Nacquero così, siamo nel 1901, iniziatore il Cantiere Gallinari di Livorno, i tipi Dai-Dai vere macchine da corsa, a fondo piatto, spigolate, prive di pozzo, con fasciame sottilissimo (si estraevano dall’acqua ogni sera), con deriva mobile assai leggera, che si reggevano solo con la zavorra umana, maledizione dei marinai che non si avvicinavano al quintale. Imbarcazioni velocissime con vento leggero, insuperabili di mezza nave e a vento largo, che con mq. 24-25 di vela, filavano in senso assoluto più di qualsiasi bulbo od altra deriva con doppia velatura.

I vincitori

Fu appunto nel 1901 il Dai-Dai III del compianto marchese Fazio Del Pozzo e Giuseppe Brambilla che iniziò la serie dei vincitori della Coppa Bellano, con un tempo da primato.Nel 1903 segue Viperina IV del fu dott. Giulio Guaita, essa pure un Dai-Dai. Nel 1905 – Pluck, un bulbo del sig. Sandro Volpi Bassani in una giornata di vento assai teso, interrompe la serie delle vittorie delle derive. Nel 1906 la vittoria arride a Rocket del marchese Fiori di Serramezzana, una deriva ancor oggi sulla breccia, sopra ogni altra famosa per venti leggeri. Nel 1908 vince Azio VI del comm. Ignazio Centurini, deriva che fece furori disputata da una serie di monotipi dei Cantieri Taroni di Carate Lario, primo movimento di reazione agli eccessi di velocità che avevano misconosciuto ogni bellezza estetica e ogni comodità e praticità al nostro sport. Molto ci si riprometteva per lo sviluppo delle regate e per il loro interesse agonistico, dal poter disporre di imbarcazioni tutte uguali, nelle quali teoricamente la vittoria doveva arridere al più abile. Praticamente pur essendo i monotipi 1908 delle ottime imbarcazioni sia per regata che per diporto, non riuscirono nemmeno essi dopo i primi anni a mantenere nutrito il campo dei partenti, assillo degli organizzatori di regate a vela. La Coppa Bellano spettò pertanto in tale anno al n. 4 dell’avv. Guido Stoppani di Menaggio.

Anni interrotti

Segue una lunga interruzione e non è che nel 1921, che si ricorre la Coppa ed il Rocket, passato in proprietà dell’avv. Vianello e del cav. A. G. Venini, iscrive per la seconda volta il suo nome nella lista dei vincitori. L’anno successivo 1922 la sorte favorisce Falena dei fratelli Gavazzi e ing. Buzzoni, essa pure una deriva assai veloce.
Passano ancora tredici anni prima di ricorrere la Coppa, tredici anni durante i quali lo sport velico sul lago sembrava spento per sempre. Morto il glorioso Regio Regate Club Lariano, che aveva portato vittoriosamente il suo guidone in tante gare italiane ed estere, per la successiva scomparsa dei suoi soci più benemeriti bisognò attendere la nascita del Circolo della Vela di Como, perché si ritornasse ad organizzare delle regate veliche sul Lario.

La Coppa del ‘35

Fu appunto nel 1935 che sotto i suoi auspici si ricorse la Coppa Bellano e ne sortì vincitore il 6 m. S.I. del dott. Guido Rossello. All’arrivo figuravano ai posti d’onore Rocket e Falena, ed il risultato dimostra il progresso tecnico della costruzione degli scafi, e più ancora delle velature, avendo il vincitore con una superficie velica leggermente inferiore, pur essendo un bulbo impiegato un tempo minore delle due velocissime derive.

La Coppa del ‘38

Quest’anno la Coppa è stata disputata sempre sul campo di regata di Bellano, organizzata dall’Associazione Velica Alto Lario (A.VA.L.) una nuova sezione che un gruppo animoso di giovani entusiasti seppe e volle costituire in Gravedona. La Coppa quest’anno è stata vinta dal 6 m. S. I. Dadu del gr. uff. Zanoletti presidente dell’A.V.A.L. Ad essa arriderà il consueto successo e perpetuerà quella passione velica, che talora si eclissa, ma mai si spegne, e di cui la Coppa Bellano restò e resterà per le acque lariane il documento più antico e più interessante.

 

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L’articolo è stato pubblicato per la prima volta  su “Motonautica-Vela e Motore” nel settembre 1938

e ripreso dal Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana nel gennaio 2020

Carlo Buzzoni per "Motonautica-Vela e Motore" settembre 1938

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