Kačalin. L’uomo che fece grande il calcio sovietico

Gavriil Dmitrevič Kačalin, nome difficile da ricordare, nome che potrebbe ben figurare in una qualunque delle immense pagine di Fëdor Dostoevskij e invece no. Gavriil Dmitrevič Kačalin è un nome inciso nella storia del calcio sovietico.
 Silvano Calzini
Kačalin

Nella storia del calcio russo il nome di Gavriil Dmitrevič Kačalin resta scolpito a lettere d’oro: fu lui, infatti, a guidare la rappresentativa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS o CCCP che dir si voglia) al vertice del calcio mondiale.

Da calciatore ad allenatore

Come calciatore, dopo gli esordi in squadre minori, nel 1936 Kačalin approdò alla Dinamo Mosca dove giocò fino al 1942 quando appese le scarpe al chiodo anche per l’interruzione dell’attività calcistica dovuta alla Seconda guerra mondiale. Nel 1945 iniziò la carriera da allenatore nel Troudovye Rezervy Mosca per passare poi alla guida del Lokomotiv Mosca dove rimase dal 1949 al 1952. Dopo tre anni senza squadra nel 1955 fu scelto un po’ a sorpresa come allenatore della Nazionale.

Gavriil Dmitrevič Kačalin
(Gavriil Dmitrevič Kačalin)

Il successo olimpico

Kačalin con il suo carattere riservato e metodico cominciò a forgiare l’identità calcistica dell’URSS, sviluppando un calcio basato sulla forza e sulla precisione con grande attenzione alla tattica e alla preparazione fisica. Non c’erano dribbling o virtuosismi, anche perché la maggior parte dei giocatori non aveva queste doti. Dopo solo un anno sotto la sua guida la Nazionale alle Olimpiadi di Melbourne portò a casa la medaglia d’oro battendo uno a zero in finale la Jugoslavia dell’odiato Tito. La rete della vittoria la segnò l’ala sinistra Il’in all’inizio dei tempi supplementari e venne poi difesa dal grande Lev Jascin, giudicato il miglior giocatore del torneo

Dall’esonero al titolo europeo

Ai Mondiali del 1958 l’Urss passò il girone eliminatorio, ma venne poi eliminata dai padroni di casa della Svezia e Kačalin perse il posto. Però dopo due anni fu richiamato per il primo Campionato Europeo, la cui fase finale venne disputata in Francia. In semifinale l’URSS travolse la Cecoslovacchia per 3-0 e quindi disputò la finale a Parigi ancora una volta contro la Jugoslavia. Galic portò in vantaggio gli jugoslavi al 43’, ma Metreveli pareggiò all’inizio del secondo tempo. La partita quindi si protrasse ai supplementari, dove il centravanti Ponedelnik segnò il gol della vittoria, consegnando all’URSS il titolo di prima squadra campione d’Europa della storia.

Kačalin
(Gavriil Dmitrevič Kačalin)

Nazionale avanti e indietro

Indicata tra le favorite per i Mondiali di due anni dopo in Cile, la Nazionale sovietica deluse le aspettative e per Kačalin ci fu un nuovo esonero. Finì alla Dinamo Tblisi, con cui vinse il titolo nazionale nel 1964. Nuovamente alla guida della Nazionale, fallì la qualificazione alle Olimpiadi del 1968, ma si rifece portando la squadra ai Mondiali del 1970 in Messico, dove l’Urss fu eliminata dall’Uruguay nei quarti di finale.
La carriera di Kačalin alla guida della Nazionale finì lì.
Tornò alla guida dei club, prima alla Dinamo Tblisi e poi alla Dinamo Mosca con buoni piazzamenti in campionato, per chiudere definitivamente la carriera nel 1975.

 

Silvano Calzini è nato e vive a Milano dove lavora nel mondo editoriale. Ama la letteratura, quella vera, Londra e lo sport in generale. Ha il vezzo di definirsi un nostalgico sportivo.

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