Robottoni giapponesi. La storia sportiva
Fenomeno culturale a tutto tondo, tra gli anni ’70 e ’80 i cartoni animati giapponesi hanno segnato l’immaginario di più di una generazione. Nel plot narrativo di grandi astrazioni, i robottoni metallici si muovono con disinvoltura tra fantascienza, avventura, buoni sentimenti e critica sociale. Non solo, però. Lo sport, nelle storie dei nostri robottoni, non manca mai
Anime. Le eroine dello sport
Uno dei filoni più interessanti dei manga trasposti in anime, cioè in cartoni animati giapponesi, è quello riservato allo sport al femminile. In particolare, in Italia hanno riscosso successo tre eroine: una tennista e due pallavoliste.
Anime. Lo sport demenziale
Nell’animazione giapponese l’atto sportivo è spesso trasfigurato nel lirismo nobile ed eroico dell’epopea dei samurai. Ma oltre agli eroi dalle prestazioni quasi sovrumane, esiste anche un filone demenziale nel quale lo sport è scenario per avventure umoristiche, se non comiche, di personaggi scanzonati, improbabili e surreali.
Rocky Joe. La boxe nei manga
Con la sua sapiente mistura di arte sportiva e violenza drammatica, la noble art si presta perfettamente al modo di raccontare tutto asiatico del manga. Con la narrazione delle avventure del pugile Rocky Joe, infatti, si chiude la straordinaria trilogia del grande maestro Ikki Kajiwara dedicata allo sport
Arrivano i Superboys!
Tutti ricordano le straordinarie sfide calcistiche di Holly & Benji, con ragazzini capaci di prestazioni fisiche al di sopra delle possibilità umane su campi che sembravano prolungarsi fino all’orizzonte. Ma il primo cartone animato giapponese dedicato al calcio risale a ben quindici anni prima, con una storia a tinte più fosche e interessanti analisi sociali.