Roma non dimentica, Tor Marancia non dimentica.
Agostino Di Bartolomei non è stato una meteora, semmai una cometa da cui tutti ci facciamo ancora guidare.
Ago, Dibba, Capitano. Ognuno di noi lo chiama come gli viene meglio, come si ritrova di più.
Certo è che Agostino Di Bartolomei, da cuori e anime giallorosse non è mai uscito. Da chi l’ha visto giocare, da chi è rimasto senza parole quando se n’è andato e anche da chi non lo ha mai conosciuto, ma è cresciuto con il suo mito. Come i ragazzi della Primavera che, appena vinta, sono andati a portargli la Coppa Italia a Castellabate, dove il marmo freddo non riesce a confinare un cuore troppo grande.
Bello il gesto dei ragazzi, bello l’esempio che Ago continua a essere per tutti.
La targa di Tor Marancia
Ragazzo di una volta, Ago è cresciuto nella Roma popolare di Tor Marancia; palazzi, comunità, strade che un tempo vedevano crescere tutti, l’oratorio, il campo dell’OMI, un’istituzione da queste parti.
Qui, a Tor Marancia, di Ago si parla sempre, non solo nelle ricorrenze canoniche.
È così che il Comitato di Quartiere Ardeatino-Tor Marancia ha deciso di fissare le parole a muro, perché di Ago non si deve sapere solo oggi o domani, ma è il futuro che deve sapere di lui e di dove è cresciuto.
Fortemente voluta dal Comitato di Quartiere, da ieri al civico 12 di via Francesco Giangiacomo una targa ricorda che lì Ago è vissuto da ragazzo. Sono queste mura e queste strade che lo hanno visto diventare quello era destinato a essere. È giusto ricordarlo qui.
A svelare la targa il presidente dell’VIII Municipio Amedeo Ciaccheri e il segretario del Comitato di Quartiere Diego Florio.
Impossibile mancare
I Cavalieri della Roma hanno testimoniato la vicinanza all’iniziativa con la presenza del presidente Antonio Calicchia e del cavaliere Ubaldo Righetti, protagonista della Roma Campione d’Italia 1982/83.
Ancora una volta, nel nome di Agostino Di Bartolomei, il tifo giallorosso ha dimostrato che il calcio che ci piace è ancora e sempre possibile.