Cantiere Costaguta. La storia dei canotti automobili

A fine ottocento la motonautica ha già trovato le sue declinazioni. Tra queste, le produzioni oggi meno conosciute del Cantiere Costaguta: motobarche, o meglio, "canotti automobili" come si diceva al tempo. Una storia che ci viene dal Notiziario n.101 del Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale.
Costaguta.

A partire dalla fine dell’Ottocento, il Cantiere Costaguta e Fava, già noto nel campo degli yacht a vela, intraprese la produzione di scafi a motore o come venivano chiamati allora Canotti automobili. Eravamo all’inizio della esperienza motonautica, si cominciarono ad organizzare raduni e gare di velocità sui laghi e sulla Costa Azzurra.

Nina, Ugo e Giulia

Tra le prime costruzione dei Costaguta fu Nina come scrisse Giuseppe Olivari nel suo libro II filonauta pubblicato nel 1894 “lancia a vapore costruita in legname a sistema diagonale. La barca venne registrata dalla Società Filonautica Italiana nel 1903 per conto del marchese Giacomo Durazzo Pallavicini. La velocità di questa splendida lancia supera le sedici miglia”.

motolancia Giulia
(02. Motolancia Giulia)

Il cantiere Costaguta e Fava seguitò dal 1901 a costruire le motolance Ugo e Giulia per conto del Cavalier Ugo Enrietti di Genova, erano due Racer da 12 metri costruite con scafi leggerissimi e motore a benzina tipo FIAT. Giulia aveva linee filanti, prua dritta tipo Cutter, la poppa a specchio simile a quella degli yacht a vela e partecipò alla “Esposizione et Concours de Canot Automobile” di Monaco che si tenne a Bains de Mer a 5 Aprile 1904. .

Mariateresa

Nel 1903 prese il mare Mariateresa per la contessa Branca altra “Barca Automobile” con propulsore a benzina, ma dotata di una tuga con ampie finestrature molto simile alle “Dog House” in voga sugli yacht a vela del tempo. La barca era pensata per le gite giornaliere sul lago di Maggiore, dove venne spedita via ferrovia dopo le prove a mare effettuate a Voltri davanti al cantiere.

Costaguta
(Costaguta. Le prove a mare del motoscafo Mariateresa)

A seguire dal cantiere prese il mare anche Nahema del Cav. Avvocato G. Tassara appositamente attrezzato per la caccia alle anatre in mare.

Costaguta Nahema
(Costaguta. Motolancia Nahema)

Anadiomène

Sempre l’avvocato Tassara fece costruire Anadiomène, con motore Delahaye da 90 cavalli presente al meeting di Monaco del 1907, dove riscosse vivo interesse tra i visitatori. Il direttore dello “Sport Nautico” notiziario di Milano, Fabio Mainoni scrisse, a proposito di Anadiomène, una recensione che paragonava “lo scafo di Costaguta ai maggiori costruttori di oltr’alpe dell’epoca”.

Costaguta e Fava avevano dimostrato di aver raggiunto l’eccellenza anche nelle barche a motore

Dopo il 1907 furono realizzati il racer Nibbio provato dal cantiere Costaguta per prepararlo ai raduni motonautici di Monaco e sul lago di Como con motore FIAT da 8 cilindri usato sulle auto da corsa.
Al meeting di Monaco del 1905 figura iscritta anche Itala dell’avvocato Ippolito Cattaneo, motoscafo di 7.98 metri con motore a benzina. A queste prime costruzioni traspare chiaramente lo stile del cantiere genovese improntato ai veloci yacht a vela da regata. Per l’adattamento dei motori e la costruzione delle necessarie parti meccaniche relative all’installazione dei propulsori, il cantiere si avvaleva di piccole officine locali e solo successivamente venne realizzata nel cantiere una vera e propria officina meccanica. In seguito Costaguta costruì una serie di sei “canotti automobili” cabinati per la fabbrica Automobili Itala di Milano destinati a brevi gite giornaliere sul Lago di Como. Per la consegna di queste barche fu organizzato un convoglio ferroviario speciale diretto a Como.

Cantiere Costaguta
(Il convoglio ferroviario con i “canotti automobili” verso la Fabbrica Autonobili Italia)

Eleganza pura

Nei primi anni del secolo scorso, furono anche varate Maria per i Conti Melzi e Branca, Bluettitope racier per Ubaldo Filamberti, scafi elegantissimi privi di tuga con il motore di propulsione a benzina di derivazione terrestre, che era collocato a centro scafo e protetto da un cofano in legno sagomato.
Nel 1909 prese il mare il motoscafo da diporto Nina dell’onorevole Luigi Merello di Genova. Nina era lunga 14.25 metri, larga 2.48 ed era registrata presso la Società Filonautica Italiana con una stazza di 10,69 Tonnellate. Questa barca era dotata di un’ampia cabina per l’equipaggio e gli ospiti quindi era adatta per l’attività croceristica costiera.

Costaguta Nina
(Costaguta. Varo del motoscafo Nina)

Nel 1909 furono realizzati anche 2 motoscafi veloci per il pattugliamento costiero denominati “X” e “Y” per conto della Regia Prefettura di Genova e il motoscafo S.Giorgio per la Società Automobili S. Giorgio di Genova.Il pattugliamento costiero e il contrasto alle attività di contrabbando cominciavano a essere oggetto dì sorveglianza.
Successivamente venne il motoscafo veloce Egloga del Cav. G. Colano che partecipò a molte gare in Italia e Francia ottenendo ottimi risultati.
Va ricordato anche che Costaguta durante la prima guerra mondiale realizzò in serie e brevettò, una lancia a sponde laterali rialzabili di tipo in “sommergibile” successivamente adottata dalla Società Transatlantica di Navigazione usata all’epoca dei suoi piroscafi come battello di servizio.

Fino alla Seconda Guerra Mondiale

Con la diffusione dei motori nei primi anni del Novecento sino agli anni Venti, furono anche costruiti molti motoscafi da crociera e da gara di ottima fattura per vari armatori.
Di seguito, ecco un elenco parziale delle motobarche realizzate da cantiere Costaguta e Fava e i suoi armatori: “Kakewalh” per E. Morazzani; “M.E.T.I”. per C.R. Traverso; “Clelia” per E. Soave; “Nerita” per L. Paretto; “Maria” per Dr. G. Bollo; “Picara” per Dr. G. Puccio; “Riccardo” per Cap. F. Vaccaro; “Nalda” per il Cav. E. Learco; “Corallie & C.” per i Fratelli Bertollo; “Quassa” per il Cav. C. Consonno; “Cigno” per E. Ferro.

Negli anni Trenta vennero ancora costruiti: “Candida” Motolancia di 4.30 metri per il Dr. Lagomarsino; “S.Afonso” Motoscafo di 4.75 metri per il Conte A. Bruzzo; “Alcione II” Motoryacht di 16,80 metri per il M.se Gagliardi; Motoscafo Veloce da diporto “Express Cruiser” di 13,10 metri per il Sig. C.L. Marais; due Motoryacht da crociera “Palmarola” di 16.30 metri per i fratelli Schneider; Motoscafo Veloce di 5.30 metri a spigolo per il Sig, Oliva;  Motolancia da 6.70 metri per il Sig. Adda; Motolancia di Servizio da 5.50 metri per il Conte G. della Gherardesca; Motoscafo da 5.50 metri per il Sig. Mortola; Motoscafo da 7 metri, ancora per il Sig. Adda.

Con la seconda guerra mondiale si interruppe la produzione di questi natanti per riprendere ancora negli anni cinquanta con importanti costruzioni per la Marina e la Guardia di Finanza.
Ma questa è un’altra storia…

 

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Questo  articolo è stato pubblicato per la prima volta sul Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche
della Lega Navale Italiana numero 101 del gennaio 2021

Gianni Magnano genovese di Voltri, ingegnere navale, Ufficiale di Regata FIV, storico ed esperto del mondo dello Yachting

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