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Ode al terzino

Il terzino, questo sconosciuto. Nel calcio che ha cambiato regole, ruoli e nomi, questo è un ricordo accorato, estremo, sentimentale. Un ricordo che può essere una testimonianza d'amore, ma anche un grido di dolore per un calcio che facciamo sempre più fatica a riconoscere.
terzino

Giochi in difesa e quasi sempre indossi un numero con una cifra sola e che va da 2 a 6.
Sei un terzino o almeno così ti chiavano una volta e così ti sentivi tu.
Sai che il tuo numero passa quasi sempre inosservato, sai che gli spettatori, e anche un po’ gli avversari, sono attenti ad altri numeri. Ormai lo sai e non ci fai più caso, sai che dipenderà solo da te farglielo ricordare il “numero a una cifra che quasi sempre va da due a sei” perché tu il 10 forse non l’indosserai mai, ma sai che da te dipende tutta la partita e non solo l’attimo fuggente di un assist o di un goal.

Giochi a zona o a uomo, copri la porta, accorci la squadra, aiuti a fare salire la linea, raddoppi quando necessario e cambi marcatura in corso di partita a seconda delle situazioni di gioco o delle scelte urlate del tuo allenatore. Quando c’è da “spazzare l’area con un calcione” lo fai anche se “qualcuno in tribuna storcerà il naso” e quando, recuperato un pallone, devi far ripartire l’azione lo fai con sicurezza e magari da quella ripartenza nasce il goal che dà la vittoria alla tua squadra. Dopo non ci rimani male se tutti corrono ad abbracciare chi “ha messo la palla dentro” perché la tua forza è nella tua testa e nella tua concentrazione.

terzino

Tu solo sai quanto sia bello togliere quel sorrisetto dal volto dell’attaccante che ad inizio partita si mostra sicuro e con la faccia cattiva del “mo je faccio vede’ io”.  Stando davanti a te i duelli più belli sono tra te e lui, i duelli dove ci metti tutti i “trucchetti” che hai imparato con l’esperienza.

Sai che se un attaccante sbaglierà un goal non succederà nulla, ma se a sbagliare sei tu, il terzino, magari provocando un calcio di rigore o un gol, non te lo perdoneranno.  Tra i tanti sarà proprio il tuo allenatore a fartelo notare a “brutto muso”, come te lo faranno notare gli spettatori, genitori o altri che siano, persino qualche tuo compagno di squadra. Lo sai ma sei uno che porta un numero da due a sei e adesso l’arbitro sta per fischiare l’inizio della gara. È il momento di mettere in campo tutto ciò che hai, ti piace non tirarti indietro e sai che la forza vera è nella tua testa, nella tua concentrazione.

Lo sai perché quel numero da 2 a 6, quel numero da terzino, non è un numero, ma un destino.

Nello Panzini nasce a Roma l'8 agosto del 1947, oggi pensionato Telecom con "buona memoria", si diverte a raccontare lo sport di una volta ed il contesto storico nel quale si praticava. Tuttora tesserato con il Real Tuscolano nel quale, vista l'età, fa quello che può.

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