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1973. Il Comandante Straulino alla One Ton Cup

1973. Alla One Ton Cup di Porto Cervo i magnifici sei dell'Ydra scrivono una grande pagina della vela italiana. Al comando è Agostino Straulino, uomo che al vento e al mare era capace di parlare. Massimo Minervini era uno dei sei dell'Ydra e questo è il suo racconto dell'impresa.
Straulino su Ydra 1973

Per partecipare ad una regata di qualsiasi livello è necessaria una adeguata preparazione sia della barca sia dell’equipaggio. Preparazione che diventa lunga, minuziosa, determinante, quando la regata da affrontare è la One Ton Cup (OTC), una delle più prestigiose regate al mondo e lo skipper è il Comandante Straulino, uno de più forti timonieri, ma anche uno dei più esigenti nella preparazione della barca e dell’equipaggio.
Dopo aver lasciato le regate di triangolo con le Star ed i 5,50m S.I, con i quali aveva vinto Olimpiadi e Campionati del mondo, il Comandante Straulino si era dedicato alle regate d’altura con le imbarcazioni che Marina Spaccargli Bulgari, vedova di un ufficiale di Marina, metteva a disposizione del Comandante e che battevano bandiera della Marina Militare ed il guidone dello Sport Velico Marina Militare (S.V.M.M).

Verso OTC ‘73

Dopo le prime regate in Medio e Basso Tirreno, con l’intento di provare e selezionare i componenti dell’equipaggio e provare le imbarcazioni, il Comandante e l’armatrice decisero di affrontare regate più impegnative ed in particolare la OTC, che si sarebbe svolta nelle acque sarde di Porto Cervo a fine Agosto del 1973. Furono affidate la progettazione e la costruzione di nuove imbarcazioni agli architetti ed ai cantieri più prestigiosi. Furono varate così, in successione, Kerkyra IV e Paxos su progetto di Olin Stephens e Ydra costruita, in alluminio, da un cantiere tedesco, su progetto dell’architetto Dick Carter.

L’equipaggio

Il Comandante Straulino, in base alla sua esperienza e sensibilità, fra le tre imbarcazioni disponibili, scelse Ydra e stabilì l’equipaggio, composto, da Gigio Russo e Marco Baffìgo come prodieri, che avevano dimostrato di saper gestire le vele di prua. All’albero il Capitano di Lungo Corso Lucio Bayer di Lussino che, con braccia poderose, avrebbe aiutato i due agili e giovani prodieri o il pozzetto, a seconda della manovra da effettuare e avrebbe contribuito a bilanciare la barca con la sua notevole stazza. In pozzetto l’armatrice ed io, come ufficiale di rotta e secondo timoniere, nei rari momenti in cui il Comandante lasciava la barra.
Tutti i componenti l’equipaggio conoscevano bene le abitudini e l’esigenza del Comandante Straulino per aver navigato a lungo con lui e gli allenamenti si svolsero partecipando alle regate in programma prima della OTC.

Straulino e l'equipaggio Ydra
(1973. I magnifici sei dell’Ydra)

Ydra in allenamento

Ydra prese parte alla regata della Giraglia, vincendo anche in tempo reale, corsa con venti sostenuti che raggiunsero i 50 nodi. Gli allenamenti continuarono con una regata di avvicinamento alla Sardegna, la Cannes – Porto Cervo, che consentì la navigazione nelle Bocche di Bonifacio, nelle cui acque si sarebbero svolte le prove di altura della OTC.
Gli allenamenti si conclusero con la partecipazione alle regate del Campionato del Mediterraneo, organizzate dallo Yacht Club Costa Smeralda (YCCS), nello stesso braccio di mare che avrebbe ospitato la OTC. Regate, queste ultime, che servirono per la selezione della squadra italiana. Il regolamento in vigore prevedeva, infatti, la partecipazione di un massimo di tre imbarcazioni per nazione. Per l’Italia, oltre a Ydra, che vinse il Campionato, furono selezionate Sumbra di Max Boris e Ornella di Rasini.

La regata per l’assegnazione della OTC

Organizzata dallo YCCS, in collaborazione con Yacht Club Italiano (YCI), la regata prevedeva tre prove di triangolo, una prova di media altura di 130 miglia, sul percorso Porto Cervo – Asinara – Porto Cervo ed una prova di altura con lo stesso percorso, da compiere due volte. Per la classifica finale ogni barca concorrente poteva eliminare il risultato peggiore.
Tutte le 23 imbarcazioni partecipanti furono ormeggiate al molo vecchio di Porto Cervo, non essendo ancora ultimato il nuovo marina, ed in banchina fervevano le attività di preparazione alle imminenti regate. Noi dell’equipaggio curiosavamo fra le barche e cominciammo a conoscere gli altri equipaggi, mentre, il nostro skipper, non lasciava mai Ydra e non sembrava interessato a tutto quello che avveniva intorno. Ma non era così, sono certo che non gli sfuggiva niente e valutava le novità nelle attrezzature e negli scafi dei nostri prossimi avversari, così come, durante le uscite di allenamento prima dell’inizio delle regate, valutava gli avversari, navigando in loro vicinanza per paragonare le velocità, ma senza mai condurre Ydra al massimo, per non scoprire le nostre carte. Per il Comandante Straulino era fondamentale conoscere gli avversari per impostare la propria tattica di regata, controllando i più pericolosi.

Concorrenti

Tutte le imbarcazioni iscritte erano progettate dai migliori architetti del momento eccetto una, il Gambare, disegnata da un giovane e sconosciuto ingegnere californiano, Douglas Peterson e costruita limitando al massimo le spese. Il Gambare, con la sua semplice attrezzatura di coperta e l’assenza di strumentazione elettronica, quasi sfigurava accanto alle altre imbarcazioni. Le sue quotazioni erano molto basse ed appariva il punto debole della squadra americana, composta dal Robin del famoso velaio Ted Hood e dal Lightnin, reduce dall’ Admiral’s Cup; imbarcazioni queste ultime che, si diceva, avessero equipaggi fortissimi. L’unica carta vincente del Gambare, riportavano le voci di banchina, era la presenza a bordo, come timoniere, di Lowell North, che aveva fornito tutte le vele e che aveva già regatato sulle Star contro il nostro timoniere.

La sorpresa Gambare

Ma il Gambare aveva qualche novità che ci incuriosiva: avevamo notato il montaggio sullo strallo di prua di un estruso in alluminio di cui non capivamo l’utilità. Era la prima versione dello strallo cavo che, in poco tempo, sarebbe diventato attrezzatura indispensabile su tutte le barche a vela, in sostituzione dei garrocci. Altra novità presentata dal Gambare era il fiocco terzarolabile ma questa innovazione, provata anche dal nostro timoniere, non ebbe successo.
Malgrado le scarse quotazioni date dai frequentatori delle banchine, Gambare aveva cominciato a far parlare di sé fin dalla prima regata, un triangolo olimpico, su tre boe, di 25 miglia. Vento sostenuto in partenza che diminuì nel corso della regata. Gambare vinse, seguito a breve distanza da Ydra, con il resto dei concorrenti molto distanziati. Il nostro timoniere, commentando con l’equipaggio la regata, definì il Gambare la barca da battere. Erano state sufficienti quelle poche miglia, quei pochi incroci, per capire che la barca americana era molto veloce, ma concluse dicendo che noi avevamo un’arma vincente: l’equipaggio ed una brava cambusiera! Parole che, dette dal Comandante Straulino, sempre così parco di elogi, ci colpirono e ci stimolarono.
I commenti sulla regata si intrecciarono, animando la banchina e la serata e furono commenti contrastanti fra i pochi che giudicavano la barca vincitrice molto veloce ed i molti che ritenevano la vittoria conseguenza di un bordo favorevole. Ma il Comandante Straulino aveva visto giusto, il Gambare era la barca da battere.

1973 Gambare One Ton Cup
(1973. Gambare alla One Ton Cup)

 Il duello Ydra  – Gambare

Il giorno seguente, partenza della seconda prova sul percorso di 130 miglia da Porto Cervo all’isola dell’Asinara, nelle cui acque era posizionata una boa da lasciare a dritta, per rientrare a Porto Cervo. Regata con vento medio che vide rinnovarsi il duello YdraGambare. Le due barche compirono tutto il percorso una vicina all’altra manovrando come se fosse una regata fra le boe. Il nostro timoniere lasciò la barra solo per pochi minuti e tutto l’equipaggio seguì il suo esempio, saltando i turni che avevamo stabilito.
A notte inoltrata eravamo in prossimità della boa, il Gambare girò la boa in prima posizione ma lasciando la boa a sinistra, cosa che fu rilevata da noi, che seguivamo a breve distanza, ma anche dalla giuria, imbarcata sul dragamine di scorta. Passata la boa ripercorremmo le Bocche per rientrare a Porto Cervo, dove era posto il traguardo. Le posizioni delle due imbarcazioni di testa non cambiarono, malgrado i tentativi di liberarsi dalla copertura del nostro avversario. Gambare tagliò la linea di arrivo pochi minuti prima di Ydra, ma venne penalizzato dalla giuria per l’errore commesso alla boa. Ydra risultò così vincitore di questa seconda prova, ma nessuno dell’equipaggio e tanto meno il Comandante Straulino, festeggiò per una vittoria conseguita a tavolino.

Il giorno seguente fu di riposo

Raggiungemmo il Comandante Straulino, che era a bordo dalle prime luci e controllammo attrezzatura e vele sotto la sua direzione. Come sempre il controllo dell’albero era di sua stretta competenza anche se vi erano a bordo giovani agili e preparati. Il bollettino meteo prevedeva vento molto forte per il giorno seguente ed i controlli furono, anche per questo motivo, necessari ed accurati. Non si poteva compromettere una regata per una coppiglia male inserita od un piccolo strappo in una vela, non riparato.

Regata di maestrale

Il maestrale soffiò impetuoso per tutta la notte e nelle Bocche si registrarono venti di burrasca. Il comitato di regata decise di spostare il campo verso sud dove il vento, con il ridosso della costa sarda, scendeva a 30 nodi. Vento comunque sostenuto che avrebbe messo a dura prova equipaggi ed imbarcazioni in una regata a triangolo di 25 miglia che prevedeva, oltre alle andature di bolina e poppa, due laschi.
Tutti i commentatori, con questa situazione di vento sostenuto e di mare con onde frangenti, davano per scontata la riscossa degli equipaggi stranieri, come australiani, neozelandesi, inglesi ed americani, più abituati a simili condizioni. Ed invece fu una vittoria di Ydra che, con un equipaggio addestrato, affiatato, che conosceva la barca ed un timoniere eccezionale, aveva fatto manovre perfette, specialmente con lo spinnaker. Gambare tagliò il traguardo in terza posizione, non perché la barca non rendesse in queste condizioni, ma per errori in manovra. In un lato portante Gambare riuscì ad alzare lo spinnaker solo a metà lato, mentre l’equipaggio di Ydra faceva delle manovre da manuale, come riportarono i giornali il giorno seguente.

Altra giornata di riposo prima della regata di 260 miglia

Riposo perché non si regatava, ma l’equipaggio fu impegnato a preparare la barca per la prossima lunga navigazione sotto l’occhio vigile e critico del Comandante Straulino che intervenne perfino sui viveri da imbarcare, a suo giudizio ingombranti e troppo pesanti.
Con due primi ed un secondo posto Ydra non aveva ancora la certezza della vittoria finale, ma aveva il vantaggio su Gambare di non avere una prova negativa. Il nostro avversario con un primo posto. tredicesimo, dovuto alla penalizzazione, ed un terzo, doveva arrivare primo, sperando che Ydra, almeno in una prova, finisse molto male.

Ydra e Gambare
(1973. Ydra e Gambare in duello alla One Ton Cup)

Ancora Ydra e Gambare

Passata la burrasca, la regata lunga si svolse con vento leggero e con lo stesso copione. Ydra e Gambare si portano in testa al gruppo, virando quando di bolina e strambando quando in poppa l’uno sull’altro in continuazione. Verso sera le due imbarcazioni girarono la boa dell’Asinara con Gambare in testa di pochi minuti. Durante la notte il vento diminuì ulteriormente, le posizioni cambiarono nelle retro vie ed in testa, e Ydra, sopravanzò Gambare. Era stata una lunga notte, alla ricerca delle poche refole di vento, in questo tratto  di mare, le Bocche di Bonifacio, famose per i suoi venti impetuosi, tanto che tutti i naviganti, per scaramanzia evitano di pronunciare il nome di questo passaggio fra Corsica e Sardegna. Nelle acque antistanti Porto Cervo, dove era posizionata la boa, passò per primo Ydra seguito da Gambare a pochi minuti e si riprese la rotta per l’Asinara. Seconda notte in mare con venti leggeri ed il nostro timoniere colpì tutto l’equipaggio per la sua resistenza. Lasciò il timone solo per brevi intervalli di riposo. mettendosi a ridosso in coperta e continuando a riprendere il timoniere se era troppo alla puggia o troppo all’orza. Il giorno seguente nel primo pomeriggio, Gambare tagliò il traguardo seguito da Ydra. Su un percorse di 260 miglia le due imbarcazioni avevano navigato sempre a breve distanza, alternandosi al comando.

La protesta di Gambare

Ma la regata ebbe un seguito, Gambare sporse protesta contro Ydra, sostenendo che la barca italiana aveva impiegato una vela fuori stazza. La tensione rimase viva fino al responso degli stazzatori che riscontrarono la dimensione corretta della vela. Fu questo l’ultimo tentativo per il Gambare di spodestare Ydra. L’ultima prova non ebbe storia, per assenza di vento.

I magnifici sei dell’Ydra

La prestigiosa coppa, cesellata nel lontano 1898 per il Circolo della vela di Parigi, venne assegnata a Ydra. prima imbarcazione, con bandiera ed equipaggio italiano, ad aggiudicarsi il premio. Vittoria che andò ad aggiungersi ai tanti titoli che il Comandante Straulino aveva conquistato nella sua lunga carriera di velista. Vittoria che è stata conseguenza delle capacità del timoniere, ma anche delle capacità organizzative dell’armatrice e dall’affiatamento dell’equipaggio. Il titolo di un giornale comparso qualche tempo dopo recitava “I magnifici sei dell’ Ydra”.

Forza e coraggio

Gambare, il cui nome significa “forza, coraggio” in giapponese, pur non vincendo la prestigiosa coppa, ebbe un grande successo. La barca aveva dimostrato di essere veloce in ogni condizione di vento e fu venduta, sul posto, ad un armatore italiano ad un prezzo, si dice, molto elevato. Il suo giovane e sconosciuto progettista, per­ le idee innovative applicate nelle linee dello scafo e per il sistema di costruzione adottato, divenne, dopo la regata, uno dei progettisti più richiesti ed in seguito entrò nei team di progettazione di imbarcazioni dell’America’s Cup.

Masssimo Minervini ex ufficiale della Marina Militare, velico, olimpionico a Tokio 64 e campione del Mondo a Napoli 65 su Grifone, navigatore, scrittore

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