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Crazy Gang. La pazza squadra di Wimbledon

Crazy Gang

Il 14 maggio 1988 il Wimbledon, vero underdog del campionato inglese, conquistò la FA Cup battendo i molto più quotati rivali del Liverpool. Ma la squadra allenata da Bobby Gould aveva una particolarità: era formata da veri bad boys, ragazzi che nulla avevano da invidiare ai teppisti della periferia londinese. Per questo li chiamarono la Crazy Gang.

Bisogna saper perdere

bisogna saper perdere

Vincere è un merito, ma perdere è sempre una questione di stile. Wembley e Wimbledon ne sono stati esempio clamoroso. Nel 1967 Bisogna saper perdere è un successo dei Rokes, ne rivedo la copertina del 45 giri, ne risento la musica, il refrain. Una canzone che gli inglesi non hanno forse mai ascoltato.

Wimbledon. Due giorni dopo la storia.

Berrettini a Wimbledon

11 luglio 2021. Una giornata storica per lo sport italiano. Una giornata che ricorderemo a lungo, paradigma perfetto tra il valore individuale di un atleta, Matteo Berrettini, e la forza di un gruppo, la Nazionale di calcio, dove le individualità si esaltano nella coesione di squadra. Due giorni dopo le emozioni, possiamo tornare a guardare al futuro con la licenza di immaginarcelo bello.

Matteo Berrettini a Wimbledon. Non siamo imparziali

Matteo Berrettini

È vero, raccontiamo Wimbledon, anzi lo romanziamo cercando di uscire dal linguaggio asciutto della notizia, ma non chiedeteci di essere imparziali. Con Matteo Berrettini in finale saremo solo tifosi e lo saremo fino in fondo.

Wimbledon. L’attesa svelata

Wimbledon Berrettini

Tra pronostici e attese svelate prosegue la corsa verso la finale di Wimbledon, con protagonisti storici che segnano il passo e il futuro che bussa alla porta. E noi non possiamo che sognare un colpo di scena; una domenica di grande sport italiano a Londra.

Wimbledon tra gemelli e fratelli

WIMBLEDON RENSHAW

Le storie dimenticate di Wimbledon e i riconoscimenti tardivi a campioni di un’altra epoca dove, però, affonda radici il tennis moderno

Wimbledon, lecito sperare

wimbledon

Wimbledon è il tennis perché tutto il resto è arrivato dopo. Per questo non possiamo non guardare all’erba inglese come a una grande rappresentazione, un palcoscenico dove i protagonisti entrano in scena con ruoli e aspettative precise, quelle assegnate dal ranking internazionale, ma dove nulla, proprio nulla, sfugge alla regola dell’erba che non perdona leggerezze e distrazioni.

Wimbledon, divise bianche e vezzi aristocratici

In principio fu Wimbledon, il più antico tra i tornei di tennis, dove il tennis è da sempre cultura e identità, proprio come il suo colore d’obbligo, il bianco aristocratico, quello che non ammette toni diversi, ma neanche mezze misure. Inizia oggi il nostro racconto di Wimbledon. Non una cronaca, ma un viaggio nella sua storia, tra i suoi personaggi e nel suo futuro.