Johnny Weissmuller. Da Parigi alla giungla di Hollywood

Ci sono vite che superano le regole. Quella di Johnny Weissmuller è stata una di queste. Nuotatore tra i più grandi di ogni tempo, Johnny è stato il primo a dare volto e voce a un archetipo letterario del Novecento, il salvato dalla giungla, il Tarzan del troppo spesso dimenticato scrittore visionario Edgar Rice Burroughs. Una storia di nuoto, cinema e immaginario capace di guardare ancora lontano.
 Marco Panella
Johnny Weissmuller

Ci sono uomini che hanno destini che si incrociano prima ancora di sapere l’uno dell’altro. Proprio come loro, i due uomini di questa storia.
Uno a Chicago ci nasce, l’altro ci arriva quando ha pochi mesi; uno smette di studiare da ragazzino, l’altro pure; uno si arrangia a fare il minatore, il commesso, il cow boy, l’altro il fattorino, lo strillone e il lift man. Sul futuro di quei due nessuno avrebbe scommesso un soldo, ma quando vuole il destino è bravo a mischiare le sue carte.
Uno nel 1912 pubblica Tarzan delle scimmie e diventerà un grande autore di avventura e fantascienza, l’altro vincerà cinque ori e un bronzo olimpico e sarà uno dei più grandi nuotatori di sempre. Lo scrittore si chiama Edgar Rice Burroughs, il nuotatore è Johnny Weissmuller e se il primo di Tarzan è il padre, il secondo a Tarzan darà volto e voce.
I due che sembravano non avere futuro, faranno sognare generazioni di ragazzi.

Johnny Weissmuller e Edgar Rice Burroughs
(Johnny Weissmuller e Edgar Rice Burroughs)

Johnny Weissmuller, figlio di un impero che non esiste più

Nato nel 1904 nella provincia austro-ungarica di Transilvania da genitori tedeschi, János Weißmüller ha solo sette mesi quando s’imbarca sulla S.S. Rotterdam per tagliare in dodici giorni  l’Atlantico e arrivare a Ellis Island. Come accaduto a tanti che nel sogno americano si presentavano con nomi e cognomi che nessuno dei funzionari dell’immigrazione riusciva a scrivere, anche per lui la  nuova vita inizia con il destino di vederseli trascrivere al suono della pronuncia.
Prima Chicago, poi Pennsylvania, poi ancora Chicago, Johnny cresce in una famiglia fragile. Il padre aveva provato ad adattarsi alla nuova vita, ma non ce l’aveva fatta; finito nel malaffare trovava sollievo solo nell’alcool e nelle botte che non risparmiava a moglie e figli.  Quando il padre se ne va di casa Johnny ha 12 anni, ma con quelle notti passate a dormire per strada per non sapere e sentire quello che accadeva in casa ha già vissuto tanto. Strada significa bande, bande significa pugni, lui ha il fisico giusto e diventa grande in fretta. Poi, come nel migliore dei casi, arriva lo sport e lo salva. Il pugilato prima, ma soprattutto il nuoto. In acqua Johnny trova sé stesso come in nessun altro posto. Nuota, si allena, la fatica gli scivola addosso, il fisico ne guadagna, la testa anche.

Johnny Weissmuller

Il futuro inizia così

Siamo nel 1920, Johnny ha 16 anni e nuota con l’Illinois Athletic Club ed è qui che incontra l’uomo che gli cambierà la vita: Bill Bachrach. Allenatore duro, Bill diventa la guida di Johnny e, forse, anche il padre che avrebbe voluto avere. Bill ne migliora lo stile, addirittura lo personalizza su di lui facendo nascere quell’american crawl che porterà il ragazzo a diventare una stella. Di fatto, una volta acquisita la tecnica, quel fisico di 190 centimetri per 79 chili che taglia l’acqua con una naturalezza mai vista in altri, diventa una macchina per vincere e Johnny, a vincere, inizia subito.
Le prime medaglie le porta a casa nel 1921; gare locali in giro per gli Stati Uniti, ma le continue vittorie lo fanno notare e i cronisti di provincia iniziano a parlare di lui con nomi fantasiosi come il pesce volante o l’idroplano umano. Fantasiosi certo, ma forse non troppo. Forse quei cronisti di provincia avevano visto giusto.

Bill Bachrach guardava lontano

L’hawaiano Duke Kahanamoku era un dio del mare, nel surf e nel nuoto il più forte di tutti; oro e argento a Stoccolma 1912, doppio oro ad Anversa 1920. In quegli anni se c’era un uomo da battere era lui. Nel 1922 la sua partecipazione era stata annunciata in una competizione nazionale ad Honolulu. Quale occasione migliore deve aver pensato Bill. Iscrive la sua squadra e via, tutti a navigare verso Honolulu. Tutti, sì, ma quello che Bill voleva era mettere in gara Johnny contro Duke. Le cose non andranno proprio così. Duke non parteciperà, ma la squadra di Chicago segna tredici record del mondo; di questi, sette li porta a casa Johnny. Il divo del momento è lui; per quanto riguarda Duke, la sfida è solo rimandata e non di molto. Nel 1922 succede anche altro. Il 9 luglio 1922, ad Alameda, Johnny segna 58,6″ e diventa il primo a rompere il muro del minuto nei 100 metri a stile libero. Tutto questo dopo essere stato il primo, il 26 maggio, ad abbattere i 2 minuti e 10 secondi per i 200 metri.

Johnny Weissmuller

Obiettivo Parigi

Nel 1923 Johnny Weissmuller vince tutto quello che può vincere e lo fa con un solo obiettivo: le Olimpiadi di Parigi. Nulla lo può fermare, neanche un grigio regolamento che prevede la partecipazione ai team nazionali riservata ad atleti nati negli Stati Uniti. La pagina è opaca, perdersi nella ricerca della verità non è esercizio utile. In un modo o nell’altro, tra equivoci, omissioni e correzioni di fortuna, Johnny diventa il cardine della squadra di nuotatori a stelle e strisce e a Parigi ci va. Peraltro, in attesa di Parigi, il 17 febbraio 1924 trova anche tempo e modo per portare il suo record dei 100 a 57,4”.

A Parigi il successo è strepitoso

Dal 13 al 20 luglio, tra nuoto e pallanuoto, Johnny ha almeno una gara al giorno. Una settimana di passione per entrare nella leggenda. 400 stile libero, staffetta 4×200, 100 stile libero: Parigi significa tre medaglie d’oro con quella dei 100 stile libero soffiata proprio a Duke Kahanamoku che deve accontentarsi del secondo posto. Per non farsi mancare nulla il 20 luglio, un’ora dopo la finale dei 100, Johnny entra in acqua e si prende anche il bronzo con la pallanuoto.

Johnny Weissmuller e Duke Kahanamoku
(Parigi 1924. Johnny Weissmuller e Duke Kahanamoku)

Il rientro è trionfale

Ricevuto dal presidente Calvin Coolidge, osannato dalla stampa, invitato ovunque Johnny Weissmuller è un idolo nazionale. Potrebbe avere un’infinità di distrazioni, ma Bill lo aiuta a tenere la barra dritta. Almeno fino alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 dove i 100 stile e la staffetta 4×200 sono ancora roba sua.

I tempi cambiano

Il nuoto gli ha dato tutto, ma adesso Johnny è pronto per una nuova vita, una vita che si chiama Hollywood. Da testimonial per una casa di costumi al grande schermo il passo è breve.
Nel 1932 esce in sala Tarzan, l’uomo scimmia, primo di una lunga serie di film e telefilm. Con il volto, il fisico e l’urlo di Johnny Weissmuller, il ragazzo salvato e allevato dalle scimmie, difensore della giungla e delle sue leggi contro approfittatori di ogni genere, entra definitivamente nell’iconografia e nell’immaginario del Novecento. Sensibile al fascino femminile, Johnny avrà cinque mogli, tre figli e una terza vita, quella fortunata ma non particolarmente entusiasmante di quando uscirà dal mondo dello spettacolo.

Tarzan

Fine dei giri

La giostra si chiude ad Acapulco, in Messico, il 20 gennaio 1984. Qui Johnny Weissmuller  aveva girato il suo  primo Tarzan  e qui aveva scelto di ritirarsi per preparare all’ultima vasca quel cuore che aveva battuto tanto.
O forse per salutare all’ultima liana gli amici della giungla.

 

 

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Marco Panella, (Roma 1963) direttore editoriale di Sportmemory, giornalista, scrittore. Ha pubblicato i romanzi "Io sono Elettra" (RAI Libri 2024) e "Tutto in una notte" (Robin 2019), la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021), i saggi "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016), "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015).

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