Sirdhana. La vela mancata di Parigi 1924

La travagliata storia della mancata partecipazione dell'8 m S.I. Sirdhana alle regate olimpiche di Le Havre. Una storia di ordinaria burocrazia ricostruita con la fedeltà delle fonti originali dell'epoca dal Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana
 Paolo Rastrelli
Parigi 1924

A causa della Prima Guerra mondiale l’Olimpiade del 1916 destinata a Berlino fu soppressa. Per la ripresa si dovette aspettare il 1920 con Anversa (Belgio) sede della VII Olimpiade. Per la prima volta la nuova bandiera olimpica dai cinque anelli – che era stata adottata al Congresso di Parigi del 1914 – sventolò sul grande pennone dei Giochi. Le regate generali per tutte le classi olimpiche (16 classi) si svolsero a Ostenda. Tralasciato ogni commento sul contenuto sportivo di queste curiose regate, si può affermare che “sono servite almeno alla causa dello yachting internazionale, riprendendo all’indomani della Grande Guerra, la tradizione della riunione e del confronto degli yachtsmen di numerosi Paesi.” L’Italia non è presente perché, nonostante sia tra i Paesi vincitori, le ferite del lungo conflitto non sono del tutto risanate. Quattro anni dopo, nel 1924, la VIII Olimpiade si svolge a Parigi.

Parigi 1924 e l’Olimpismo moderno

Sono i primi Giochi Olimpici veramente mondiali con una quarantina di Nazioni partecipanti. I Giochi del 1924 consacrano definitivamente l’Olimpismo moderno”. Per la vela a parigi sono ammesse soltanto tre classi: monotipo per singolo (17 concorrenti), 6m e 8m Stazza Internazionale, rispettivamente 9 e 5 concorrenti. I monotipi gareggiano nel bacino di Meulan vicino a Parigi, sulla Senna, mentre le altre due classi regatano a Le Havre sull’Atlantico.
L’Italia, per la prima volta nella storia delle Olimpiadi veliche, è presente nella classe 6m S.I. (rating 1920) con l’imbarcazione Mebi (1-30) una costruzione del cantiere Baglietto di Varazze del 1923 su progetto di Francesco Giovanelli. L’equipaggio era così composto: Carlo Nasi (proprietario e timoniere), Cencio Massola, Guido Giovanelli, Edoardo Moscatelli e Roberto Moscatelli. Dopo le tre prove eliminatorie (50.5°. rit) non si classifica per le finali. Questo è il risultato ufficiale della prima partecipazione italiana ai Giochi velici, ma pochi sanno che alla stessa Olimpiade del 1924 l’Italia doveva essere rappresentata anche nella classe degli 8m S.I. Navigando tra le pagine di vecchie riviste abbiamo scoperto come sono andate le cose.

Le partecipazioni annunciate

Nella rubrica Yachting del numero di gennaio 1924 della rivista L’Italia Marinara della Lega Navale Italiana leggiamo: Il Reale Yacht Club Italiano ha comunicato ufficialmente all’Union des Sociétés Nautiques Francaises che l’Italia parteciperà alle regate olimpiche in tutte e tre le serie previste dal programma. In base ad informazioni da noi attinte a fonte molto attendibile, possiamo fin d’ora annunciare che per la serie degli 8 metri verrà inviato alle gare di Meulan un racer napoletano della stazza 1906 modificato, e per quella dei 6 metri uno dei campioni liguri di recente costruzione. Per quanto invece si riferisce alle prove da corrersi “en solitaire” col monotipo olimpico, sarebbe nei propositi del R.Y.C. di affidare la difesa dei nostri colori a qualche provetto skipper dell’Adriatico, che, come è generalmente risaputo, ha larga dovizia di ottimi piloti da regata. Da quanto precede si rileva che gli egregi yachtsmen cui venne affidata la suprema direzione della nostra preparazione olimpionica stanno facendo le cose veramente a modo, e con un senso squisito e mirabile di perfetta italianità. Formuliamo intanto i nostri voti più entusiastici per una brillante affermazione di quei nostri equipaggi che dovranno prossimamente misurarsi in acque straniere con il fior fiore dello yachting mondiale”.

Mebi

La stampa continua a seguire con passione la preparazione delle barche e degli equipaggi italiani che dovranno prendere parte alle regate veliche dell’Olimpiade 1924. Nel frattempo, a dare spinta alle fondate aspettative nazionali, le cronache registrano la vittoria della Coppa d’Italia da parte del 6m Mebi, di proprietà del comm. Francesco Giovanelli, che è stato l’indiscusso trionfatore della sua categoria in tutte le riunioni alle quali questo magnifico racer ha partecipato nella stagione velica mediterranea franco-italiana.Dopo la prestigiosa vittoria della Coppa d’Italia l’armatore-progettista Francesco Giovanelli vende Mebi all’ing. Carlo Nasi di Torino.

Sirdhana

L’attenta e puntuale rivista L’Italia Marinara (maggio 1924) riporta: “In occasione dell’assemblea generale ordinaria del R.Y.C. Italiano tenutosi a Genova al 15 aprile, il vicepresidente march. Pallavicino fece importanti comunicazioni circa la nostra partecipazione alle gare olimpioniche di yachting che verranno disputate a Parigi (bacino di Meulan) e Le Havre. Per l’appoggio del R.Y.C.I. a queste importantissime gare cui prenderanno parte i rappresentanti di oltre 20 nazioni, noi invieremo infatti l’8m. S. I. 1906 Sirdhana del dott. Eduardo Salzano di Napoli che verrà a bella posta trasferito nella nuova stazza, ed il 6m. S. I. 1920 Mebi recentemente passato nelle mani dell’ing. Carlo Nasi di Torino. Ugualmente assicurata è la nostra partecipazione nella gara del monotipo olimpico, e – per un sano criterio di giustizia distributiva – si è stabilito che tra Venezia e Trieste venga prescelto lo skipper che dovrà in questa prova rappresentare i nostri colori”.
Da un’altra autorevole fonte – la Rivista Nautica – Italia Navale (anno 1924), Francesco Aponte che segue con competenza lo yachting ci comunica: “Mentre andiamo in macchina, il nostro egregio collaboratore sig. Gaito ci informa da Napoli che fervono colà i preparativi per la partenza dell’8 metri Sirdhana nostro rappresentante nelle regate olimpiche di Le Havre. Per quanto le speranze di una nostra vittoriosa affermazione nella classe degli 8 metri non siamo, per un complesso di motivi, né molto grandi né molto diffuse, noi inviamo ugualmente al nostro campione ed al suo animoso equipaggio i più cordiali e fervidi auguri di successo”.

Sirdhana

Cambia tutto

Sul numero immediatamente successivo della stessa rivista, ci viene invece svelato il mistero della mancata partecipazione della barca napoletana all’Olimpiade 1924. In base ad un’informazione trasmessaci da Napoli, noi annunciammo nello scorso numero che il Sirdhana del dott. Salzano trovavasi in procinto di partire per La Francia onde raggiungere a Le Havre, in qualità dì rappresentante olimpionico per la classe degli 8 metri, il 6 metri Mebi dell’ing. Nasi. Mentre poi la Rivista era in macchina apprendemmo invece che il proprietario di Sirdhana, in seguito ad una controversia insorta all’ultimo momento col C.O.N.I. circa l’entità del contributo che questo Ente si era impegnato a corrispondere per il trasporto dello yacht e per il soggiorno dell’equipaggio, aveva troncato ogni ulteriore preparativo rinunciando ad inviare II proprio yacht alle gare di Le Havre. E cosi è venuta meno la nostra partecipazione all’VIII Olimpiade nella gara degli 8 metri! L’ora tarda, e la mancanza di notizie precise sul modo in cui le cose son procedute, non ci permettono di commentare oggi questo inatteso e sgradito episodio, e ci obbligano a rinviare il nostro commento al prossimo numero”.

Una critica accesa

Infatti, sul numero di settembre 1924 di “L’Italia Marinara” si legge: “Come è noto, a mezzo della sua autorità nazionale di yachting – ossia del R.Y.C. Italiano – l’Italia aveva quest’anno stabilito di partecipare per la prima volta alle regate olimpiche, e si era inscritta pertanto a tutte e tre le prove di yachting contemplate dal programma dell’VIII Olimpiade. Ma all’ultim’ora – e quando sulla nostra partecipazione alle gare di Meulan e di Le Havre si fondavano da tutti le più rosee speranze – tanto l’8 metri Sirdhana quanto lo skipper prescelto a rappresentare i nostri colori nella gara del monotipo olimpico, di fronte ad inattese sofisticazioni e tergiversazioni del C.O.N.I. circa il contributo finanziario che tale ente si era formalmente impegnato di corrispondere, si videro nella precisa e dolorosa condizione di dover rinunciare al loro viaggio. Fu così che il solo Mebi – campione nazionale per la classe dei 6 metri – a tutto rischio e pericolo del proprietario ing. Carlo Nasi, prese fiducioso e tenace la via della Manica. Disgraziatamente il nobilissimo sforzo dell’ing. Nasi e dei suoi due compagni di équipe, barone Cencio Massola e sig. Edoardo Moscatelli (quest’ultimo fu a Le Havre l’impeccabile pilota del nostro campione), non venne coronato da quel successo ch’era nelle nostre speranze e nei nostri voti concordi.
La superba concezione del comm. Giovanelli, pur avendo infatti riconfermato nei confronti di formidabili avversari usciti dai più famosi cantieri d’Europa, le sue indiscusse qualità di racer di prim’ordine, per la durezza eccezionale dei tempi con cui le prove si svolsero e per le condizioni del campo di gara soggetto a correnti e maree che fortemente handicapparono i nostri valorosi sportsmen, dovè alla fine logicamente soccombere a costruzioni ed equipaggi del Nord, giacche troppo e questi e quelle erano favoriti dalla conoscenza delle acque e dalle condizioni meteorologiche. Ad ogni modo, se la nostra partecipazione alle regate olimpiche non ha segnato un trionfo, essa, per mille validissime considerazioni, non può neanche – a stretto rigore chiamarsi una sconfitta. E non è detto che le cose non debbano andar meglio una prossima volta.
Specie se si saprà e si vorrà fare a meno di certa gente per la quale l’orgoglio sportivo di un popolo come il popolo italiano (il cui avvenire è sul mare!) deve principalmente risiedere nel tirar pugni, nel giocare a tennis, o nel pestare disperatamente sui pedali di un miserabile biciclo!...”

 

——————–

L’articolo è stato pubblicato per la prima volta sul Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana nel novembre del 2020

Paolo Rastrelli napoletano e appassionato cultore della storia della vela agonistica sulla quale conduce incessantemente studi e ricerche. Ha pubblicato diversi volumi e molti articoli per le principali riviste nazionali ed estere. Con Carlo Rolandi ha fondato a Napoli il Centro Studi Tradizioni Nautiche (www.cstn.it) del quale è tutt’ora direttore e curatore della rivista mensile on-line “NOTIZIARO CSTN” esclusivamente di storia e cultura marinaresca.

ARTICOLI CORRELATI

La vela di Cappa

La volta precedente non avevo terminato il mio racconto. Ho una buona ragione per ripartire dal punto in cui ci

Leggi tutto »