Cantieri Baglietto. L’avventurosa storia del motoscafo M.E.91

Il motoscafo M.E.91 dei CAntieri Baglietto, una storia che attraversa quella italiana e che ci arriva dalle pagine preziose della rivista “Vela e Motore” (marzo 1969), recuperate dalla nuova Rivista di cultura marinara e storia dello yachting “Memorie del Mare”.
 G.B. Ferro
Cantieri Baglietto M.E.91

Trent’anni or sono (N.d.R: l’articolo è del 1969), nel 1938 i Cantieri Baglietto di Varazze va­ravano un motoscafo tutto “partico­lare” sia per il servizio cui era de­stinato che per la sua costruzione. Lungo m. 18, capace di contenere a bordo venticinque persone, dotato di ogni raffinato confort; posateria d’argen­to, soffici poltrone, preziosa cristal­leria, finissimo tovagliame, rifornita cambusa, una stazione-radio trasmit­tente e ricevente delle più perfezio­nate e costruito con quella genialità che è sempre stata la prerogativa del notissimo cantiere ligure. La Motori Marini-Carraro di Milano do­nò i 2 motori a benzina della potenza ciascuno di 320 HP, che gli imprime­vano una velocità di 28 nodi. Malgrado il dono del mezzo pro­pulsore, il costo dello stupendo fuori serie nautico raggiunse la cifra – assai cospicua per allora – di 1 mi­lione e mezzo.

M.E.91

Dopo il tradizionale rito battesi­male – che in luogo del nome gli im­pose la sigla M.E.91 come si usa per le imbarcazioni minori della Ma­rina da Guerra – e dopo il collaudo eseguito percorrendo lungamente il Mar Tirreno, il lussuoso motoscafo uscito dai Cantieri Baglietto, ancora fresco di vernice, venne anco­rato nella darsena del Palazzo Reale di Napoli, a disposizione dei Savoia e particolarmente del Principe Um­berto di Piemonte.

Cantieri Baglietto M.E.91

Ebbero così inizio per l’M.E.91 vi­cende strettamente collegate alla sto­ria d’Italia.

Dal molo San Vincenzo ove dondolava oziosamente, di quan­do in quando partiva per visitare il golfo con a bordo importanti personaggi dl momento come il Re Vittorio Emanuele III, il Duca e la Duchessa di Kent, il principe Paolo, reggente di Jugoslavia, Horty d’Ungheria, Hitler e via dicendo. Con l’occupazione alleata nel set­tembre 1943 il motoscafo venne re­quisito dall’ammiraglio Morse. L’equipaggio italiano (nostromo e mari­nai) venne sostituito da elementi al­leati, mentre i due motoristi italiani venivano lasciati al loro posto. Nes­suna imbarcazione anglo-americana del genere superava in potenza e bellezza la nostra che, 48 ore dopo la requisizione, divenne unità da guerra, quale mezzo di sbarco delle avanguardie.
Il 22 settembre, con mare in tempesta, l’M.E.91 fece rotta per Sa­lerno, attraccando sottobordo della nave ammiraglia. Nel tragitto si eb­be l’unico incidente che gli fosse mai capitato: un’ondata distrusse parte della cabina, riparata pronta­mente sulle banchine di Salerno che godevano dell’immunità bellica. Pre­sto riprese il mare per la prima oc­cupazione effettiva della zona costie­ra di Napoli, seguito a distanza da una formazione navale e con a bordo il comando in capo delle forze di occupazione in Italia, e sbarcò felicemente truppe a Sorrento. Ripeté poi l’operazione con altre forze a Castellammare e a Torre Annunziata.

Le Quattro Giornate di Napoli

Erano in epico e pieno svolgimento le eroiche quattro giornate di Na­poli, con la sollevazione popolare contro l’oppressione nazista. Mentre il 1° ottobre le truppe liberatrici pe­netravano alla periferia della città, l’imbarcazione italiana, entrata ardi­tamente nel porto, si affiancava al molo Santa Lucia, scaricando in un baleno uomini e armi e prendendo così parte attivissima e preziosa alla liberazione della valorosa città parte­nopea.

Cantieri Baglietto M.E.91

Una storia inglese

Il Re d’Inghilterra passò in rivista le forze navali da bordo dell’ex M.E.91 con gli ammiragli Cunningham e Morse e i generali Alexander e Clark, mentre tutto il Golfo di Na­poli era pavesato con i colori dell’Union Jack. Nel luglio 1944 improvvisamente arrivò a Napoli Winston Churchill. La “Lancia Ammiraglia” per l’occasione tornò alla sua originale desti­nazione del diporto, restando per 15 giorni a disposizione del premier britannico che apparentemente se ne servì per divertimento ad Ischia, Capri, Procida.

Il ritorno alla Bandiera

Nove mesi dopo l’equipaggio ita­liano fu riammesso sulla motolancia ammiraglia e riapparve sulle murate la sigla M.E.91. L’ammirato moto­scafo costruito a Varazze, riprendeva il suo posto alla darsena di San Vin­cenzo, per passare con la fine dell’e­state del 1948 al servizio dell’allora Presidente della Repubblica S.E. Luigi Einaudi. Cosi l’M.E.91 dopo aver avuto a bordo monarchi e dittatori, ammi­ragli e generali, al suo decimo anno di vita riprendeva la funzione di mezzo da diporto al servizio del Capo dello Stato per cui era stato costruito dai Cantieri Baglietto.

 

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La Rivista di cultura marinara e storia dello yachting “Memorie del Mare” è la nuova impresa editoriale dell’infaticabile Paolo Rastrelli che onora Sportmemory della sua amicizia. La rivista è indipendente e a distribuzione gratuita.
Chiunque volesse riceverla può farne richiesta scrivendo a: memoriedelmare@redazionegmail.com

 

 

 

G.B. Ferro da "Vela e Motore", marzo 1969

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