Search
Close this search box.

Jimmy Greaves. What else?

Un campione. Tanti goal come lui, nessuno in Premier League. Un Mondiale, quello del 1966, sfortunato per lui, ma non per la sua nazionale. Una parentesi al Milan. Una seconda vita reinventata da commentatore televisivo, esperto come pochi. Passa oltre a 81 anni, il 19 settembre 2021, accompagnato da una quasi generale indifferenza. Cosa deve fare di più un calciatore per essere ricordato?
Jimmy Greaves

Quando è morto, il 19 settembre del 2021 a 81 anni, pochi hanno ricordato che Jimmy Greaves è stato un attaccante straordinario. I suoi numeri e le sue statistiche sono impressionanti. Ancora oggi con 357 reti è il miglior realizzatore della prima divisione inglese o Premier League che dir si voglia, 100 gol segnati prima di compiere i 21 anni di età (per la precisione a 20 anni e 290 giorni, il più giovane giocatore di sempre a raggiungere una simile cifra), 41 quelli realizzati in una sola stagione (con il Chelsea nel ’60-‘61). Sei volte capocannoniere tra il 1959 e il 1969. Un altro record tuttora imbattuto. What else?

Jimmy Greaves

Il Mondiale sfortunato

E pensare che quando nel 1971 ha abbandonato il calcio aveva solo 31 anni. Aveva fatto il suo esordio nelle file del Chelsea a 17 anni. La sua carriera però non è stata solo luci, ma anche ombre. Per esempio, in Nazionale ha collezionato 57 presenze e 44 gol, ma ai Mondiali casalinghi del 1966 dopo essere partito come titolare si infortunò alla terza partita e fu costretto a lasciare il posto a Geoffrey Hurst che con la sua tripletta diventerà l’eroe della finale vinta contro la Germania.
Quel pomeriggio d’estate a Wembley anche Greaves divenne campione del mondo, ma seduto in tribuna e l’amaro in bocca per l’occasione persa gli resterà fino alla fine dei suoi giorni.

La parentesi Milan

Nel 1961 ci fu anche l’esperienza italiana. Ingaggiato dal Milan, Jimmy Greaves partì con il botto, due gol nell’amichevole d’esordio, ma ben presto cominciarono i problemi. Un po’ troppo esuberante quell’inglese per i gusti di Nereo Rocco. Un episodio per tutti: «Una volta, nel corso di un allenamento, mi scoprì al bar del campo di allenamento mentre sorseggiavo una birra e fumavo una sigaretta, e andò su tutte le furie».
I due erano fatti per non intendersi e così a novembre Greaves fu rispedito in patria. In ogni caso, per essere un’avventura finita male il bilancio non è da buttar via. In campionato 9 reti in 10 partite.
What else?

Jimmy Greaves

Una nuova vita

Per molti anni Greaves è rimasto in un angolo remoto della mia memoria come una delle prime figurine e un nome lontano nel tempo, fino a quando l’ho ritrovato come commentatore alla televisione durante i miei soggiorni londinesi. È stata una scoperta folgorante. Ingrassato, con pochi capelli e un bel paio di baffi bianchi era ospite fisso in alcune trasmissioni sportive e scoprii un personaggio unico. Brillante, preparato, senza peli sulla lingua e con la capacità di parlare con competenza di calcio e di un sacco di altri sport, dal rugby, al tennis, fino all’incomprensibile, almeno per chi non è inglese da almeno sette generazioni, cricket. Vi assicuro che era uno spettacolo. In tutta onestà non ho mai visto niente di simile in Italia da parte di un ex calciatore.
Signore e signori, ladies and gentlemen, questo è stato Jimmy Greaves.
What else?

Silvano Calzini è nato e vive a Milano dove lavora nel mondo editoriale. Ama la letteratura, quella vera, Londra e lo sport in generale. Ha il vezzo di definirsi un nostalgico sportivo.

ARTICOLI CORRELATI

Il mio Tredici da informatico

Il Totocalcio, ovvero il concorso a pronostico più popolare e più amato dagli italiani che, per decenni , si sono messi in fila davanti alle ricevitorie per tentare la fortuna giocando una schedina. Qualcuno, però, la fortuna ha provato ad aiutarla. Questa è la storia di chi ci è riuscito.

Leggi tutto »
Crazy Gang

Crazy Gang. La pazza squadra di Wimbledon

Il 14 maggio 1988 il Wimbledon, vero underdog del campionato inglese, conquistò la FA Cup battendo i molto più quotati rivali del Liverpool. Ma la squadra allenata da Bobby Gould aveva una particolarità: era formata da veri bad boys, ragazzi che nulla avevano da invidiare ai teppisti della periferia londinese. Per questo li chiamarono la Crazy Gang.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi