Ottavio Missoni. Il cuore oltre l’ostacolo

I 100 anni di Ottavio Missoni, italiano di Dalmazia, nato a Ragusa e cresciuto a Zara, atleta per vocazione, capace di lanciare il cuore oltre l'ostacolo. 100 anni attraversati con stile. In pista, nella sua prima vita da atleta, e nella moda, nella seconda vita che lo farà conoscere al mondo.
Ottavio Missoni

Ottavio MissoniBalilla dell’atletismo italiano come lo definì l’articolista de Lo Sport Fascista, la più prestigiosa rivista sportiva dell’epoca, Ottavio Missoni nacque a Ragusa, città della Dalmazia, l’11 febbraio del 1921, ma crebbe a Zara dove la famiglia si trasferì quando il bimbo era ancora in tenera età.
Figlio di un capitano di lungo corso e di una nobile, si avvicinò allo sport mentre frequentava l’istituto tecnico.
Come tutti i ragazzi, quindi anche per quelli del suo periodo, il sogno era di diventare un calciatore. Però, oltre a giocare per strada e nei campetti della sua città, ad Ottavio piaceva praticare anche altri sport come il ciclismo, il canottaggio, il tennis, la pallacanestro e, soprattutto, il nuoto visto le tradizioni marinare della famiglia.
Nel nuoto riusciva molto bene tanto che nel 1938 deteneva i primati provinciali dei 50 e 100 metri stile libero.

La scoperta dell’atletica leggera

Le competizioni di strada lo avvicinarono all’atletica leggera.
I facili successi sui compagni di gioco lo indussero a cimentarsi con gli atleti “veri” che frequentavano la pista dello stadio di Zara.

Partecipò infatti ai campionati provinciali correndo gli 800 metri dove giunse secondo, solo un quinto di secondo dietro ad Antonio Perasti, un campioncino locale che vinse in 2:19.0.

Il San Marco, un giornale locale parlò molto bene del ragazzo, della sua buona predisposizione, e della saggezza dimostrata in gara nella distribuzione delle forze.
Questi giudizi spronarono Ottavio a insistere.
Si affidò alle cura del fratello Attilio, di alcuni anni più grande di lui, che già veniva annoverato fra i migliori atleti zarini dei 100 metri e
Attilio fu prodigo di consigli verso il fratello, correggendo il suo stile di corsa e affinando la tattica di gara.

La scelta definitiva

La passione per l’atletica crebbe e quindi Ottavio abbandonò la pratica degli altri sport.
Non era ancora però deciso nella scelta della specialità. Il fatto di ottenere buone misure nel salto in lungo (m 6,10), nel salto triplo (m 12,99) e nell’alto (m 1,67) all’età di 15 anni gli creava incertezze sulla strada da seguire.

Intanto però il suo fisico si irrobustiva e il ragazzo aveva acquistato un buon scatto e velocità.
Adesso gareggiava per il GUF Dalmata dove era seguito dal maestro Turi Battara.

L’attività societaria lo portò a gareggiare anche fuori regione ma il suo obbiettivo era il Gran Premio dei Giovani, una manifestazione in grande auge a quel tempo, alla quale Ottavio teneva in particolar modo.
E fu proprio a Napoli, il 6 giugno 1937, allo Stadio Littorio, che il giovanissimo Missoni rappresentò la IX zona nella finale del XII Gran Premio dei Giovani e batté sui 300 metri con il tempo di 36.0 il milanese Gioacchino Dorascenzi, un atleta che a livello nazionale godeva già di buona fama ed era nel giro della nazionale.

Questo successo lo convinse definitivamente che la sua strada era quella della velocità prolungata.

Azzurro!

Ottavio MissoniOttavio Missoni si preparò quindi ai 400 metri e si aggiudicò facilmente il titolo italiano ai campionati nazionali dei seconda serie con il tempo di 49.9.
In luglio a Firenze nei Campionati Italiani Assoluti del 1937 gareggiò nei 200 e si classificò al secondo posto in 22.6 dietro al milanese Angelo Ferrario (22.4)
La clamorosa esplosione in campo nazionale avvenne il 5 settembre di quello stesso anno quando Ottavio, all’età di 16 anni, batté allo sprint all’Arena di Milano sui 400 metri l’americano ventiquattrenne Elroy Robinson, primatista mondiale delle 880 yard (1:49.6), correndo la distanza in 48.8 contro i 48.9 dell’avversario.
Questo successo gli valse la convocazione nella nazionale azzurra che il 12 settembre si recò a Parigi per incontrare la Francia. Missoni venne schierato sui 400 metri, a fianco del grande Mario Lanzi.

A Parigi Lanzi confermò la sua supremazia europea vincendo la gara in 49.2, mentre Missoni giunse secondo nel tempo di 49.5. L’Italia prevalse di due punti (75-73) sui francesi.
Sarebbe stata quella la prima di 22 maglie azzurre che l’atleta indossò in carriera.
L’ultima presenza in azzurro risale al 29 giugno del 1953 a Milano in un ennesimo incontro con la Germania.

1938. Gli Europei di Parigi

A fine anno il giovanissimo Ottavio Missoni figura al secondo posto nella graduatoria nazionale dei 400 metri dietro a Mario Lanzi.
Nel 1938 ebbe problemi fisici e quindi ridusse al minino l’attività agonistica. Tornò alle gare a luglio e partecipò ai campionati italiani dove è terzo nei 400 metri.
Nonostante la ridotta attività e quindi lo scarso allenamento venne ugualmente convocato per gli Europei di Parigi, i secondi dopo quelli inaugurali di Torino del 1934. Fu un premio della federazione e una lungimirante gratificazione per il promettentissimo atleta.
Schierato sui 400, con Lanzi in gara negli 800 dove conquistò la medaglia di bronzo, Missoni con un quarto posto in batteria (50.3) non ebbe accesso alla finale alla quale furono ammessi solo i primi due delle tre batterie.

1939. Il record di Milano

Il 16 luglio del 1939 l’Arena di Milano fu teatro di un duello che mise di fronte i due più forti quattrocentisti del momento: il tedesco Rudolf Harbig e il nostro Mario Lanzi.
Il giorno prima il tedesco aveva migliorato il primato del mondo degli 800 metri nel corso dell’incontro Italia – Germania portando il limite a 1:46.6 demolendo il precedente limite che apparteneva all’inglese Sydney Wooderson (1:48.4).
In quella gara Lanzi, che aveva condotto la gara ad un ritmo vertiginoso, era giunto secondo in 1:49.0 stabilendo il nuovo primato italiano.

Harbig ebbe ancora la meglio e sconfisse, sia pure di pochissimo, il nostro Lanzi con un crono che segnò un 46.7 ad entrambi i contendenti (record europeo uguagliato).
Nella scia di quei due fuori classe giunse Ottavio Missoni che corse la distanza in 47.8, tempo sbalorditivo per la sua età, prestazione che per 30 anni rimase il primato italiano giovanile.
Questo tempo, che la IAAF riconobbe solo anni addietro quale primato europeo juniores (prima non esisteva una categoria ufficiale dei primati giovanili), rimase il suo migliore in carriera.

1939. Il primato di Vienna

Ottavio MissoniOrmai i Giochi di Tokio del 1940, poi assegnati ad Helsinki, erano alla sua portata, ma rimasero un sogno in quanto anche le Olimpiadi furono travolte dalla guerra. Saranno annullate anche le olimpiadi del 1944 (succedeva la terza volta nella storia dopo quelle del 1916), ma tutte manterranno la numerazione cronologica fissata dal C.I.O. (VI, XII, XIII).

Il 23 luglio 1939 a Torino Missoni vestì la sua prima ed unica maglia tricolore di campione italiano dei 400 metri piani con il tempo di 48.3 che gli fu di buon viatico per il primo grande successo in carriera: il titolo di Campione Mondiale Universitario conquistato a Vienna il 26 agosto 1939 sui 400 metri con il tempo di 48.0, al quale il giorno dopo si aggiunse l’argento della 4×400.

Nel 1941, perdurando l’egemonia di Mario Lanzi sulle distanze dei 400 e 800 metri, Missoni, ormai ventenne e nel frattempo passato alla società Oberdan Pro Patria di Milano, rivolse la sua attenzione ai 400 ostacoli, dove colse subito il titolo italiano a Torino correndo in 53.3.
L’appuntamento di Ottavio con i Giochi era solo rimandato.

In guerra

Nel frattempo la Seconda Guerra Mondiale era deflagrata con tutta la sua violenza e il ventenne Missoni fu richiamato alle armi e inviato in Africa settentrionale con il contingente italiano affiancato all’Afrika Korp del generale Rommel, la volpe del deserto.
Nella battaglia di El Alamein fu catturato dagli inglesi guidati dal Maresciallo Montgomery e dovette sopportare quattro lunghissimi anni di prigionia in Egitto.
Una volta terminate le ostilità belliche Missoni nel 1946 cercò di tornare alla normalità e riprese anche confidenza con la pista e la sua amata atletica, ma soprattutto cominciò a pensare al suo futuro di uomo.

Di nuovo in pista

Nel 1947 riprende anche l’attività internazionale e Missoni partecipa a Praga ad un Cecoslovacchia – Italia che lo vede primeggiare nei 400 metri in 49.4 mentre negli ostacoli domina (53.7) a Milano in Italia – Ungheria.
Adesso Missoni veste i colori della Gallaratese, squadra della cittadina dove nel frattempo si è trasferito, e con la maglia di questa società vince il suo secondo titolo italiano sui 400 ostacoli in settembre sulla pista dello Stadio Comunale di Torino (53.6), titolo che bisserà l’anno dopo a Genova con il tempo di 54.0.
Fu l’ultimo suo titolo individuale prima dell’era di Armando Filiput che dal 1949 al 1954 dominò incontrastato la specialità dei 400 ostacoli.

1948. Le Olimpiadi di Londra

Ottavio MissoniMissoni dimostrò di aver superato le difficoltà di reinserimento facendo segnare un significativo 53.1, tempo che rimase il migliore della sua carriera, a Firenze il 3 luglio nell’incontro Italia – Svizzera che gli valse la convocazione da parte del C.T. Giorgio Oberwegher per i Giochi di Londra (400 ostacoli e staffetta 4×400) in programma a fine luglio.

A Londra il mattino del 30 luglio Ottavio vinse la quarta batteria con il tempo di 53.9 (54.1) battendo lo svedese Rune Larsson che poi conquisterà il bronzo nella finale. Inserito nella seconda delle due semifinali, che si corsero al pomeriggio, Missoni si guadagnò l’ingresso in finale giungendo terzo (53.4) alle spalle dell’americano Leroy Cochran (51.9 primato olimpico uguagliato) e del francese Yves Cros (52.5), battendo sul filo di lana (stesso tempo) l’inglese Harry Whittle, idolo di casa.
La finale gli assegnò la seconda corsia.
Il sesto ostacolo gli fu fatale e Ottavio che stava lottando per la quarta-quinta posizione, dovette accontentarsi del sesto posto in 54.9.

Un infortunio patito da Gianni Rocca nella terza frazione della staffetta 4×400 (Missoni, Siddi, Rocca, Paterlini), con conseguente ritiro, impedì agli azzurri di puntare ad una medaglia come era nelle previsioni della vigilia.

Ottavio ritroverà l’inglese Whittle nel 1950 (27 agosto) allo Stadio Haysel di Bruxelles dove si disputarono i IV Campionati europei.
La vittoria nei 400 ostacoli andò ad Armando Filiput (51.9), mentre Missoni (53.6) terminò al quarto posto preceduto proprio dall’inglese.

La nuova vita

Neppure un mese dopo a Torino, nel corso dei Campionati italiani, Missoni corse per la seconda volta la distanza in 53.1 classificandosi alle spalle di Filiput.
Missoni continuò a gareggiare, ma sempre con minor impegno, fino al 1953.

Ormai gli impegni di lavoro, che condivideva con la moglie Rosita, lo assorbivano sempre di più.
L’attività del laboratorio di maglieria iniziato con Giorgio Oberwegher poco prima di partire per i Giochi di Londra, stava cominciando a dare i frutti che proietteranno il nome Missoni nel firmamento della moda mondiale.

Ma questa è un’altra storia.
Come pure è un capitolo a parte l’attività master che Ottavio Missoni intraprese in età avanzata, con una ostinazione e una passione che ne fecero ben presto una icona.

Il 9 maggio 2013, alla bella età di 93 anni Ottavio Missoni, duramente colpito anche da una tragedia familiare che lo aveva privato del figlio Mario, concluse la sua attività terrena.

I primati

Questi in sintesi i primati personali di Ottavio Missoni:
200 metri (22.2, Bologna 4.6.1939), 400 metri (47.8, Milano 16.7.1930), 500 metri (63.3, Torino, 4.9.1940), 800 metri (1:55.4, Milano, 22.8.1948), 110 ostacoli (15.2, Zagabria, 5.10.1952), 400 ostacoli (53.1, Firenze, 3.7.1948 e Torino, 1.10.1950), 440 yard ostacoli (53.8, Milano, 8.10.1950), giavellotto (m 47.88, Brescia, 4.4.1954), decathlon (p. 5.419, Perugia, 16/17.10.1948).

Missoni ha contribuito inoltre a conseguire i primati italiani della staffetta 4×200 (1941, 1:28.2) e della 4×400 (1941, 3:12.2).

Gustavo Pallicca Starter internazionale con una passione per i racconti, la fotografia e la storia dell'atletica. Stella d'Oro del CONI al Merito Sportivo (1936-2023)

ARTICOLI CORRELATI

MARATONA DI NEW YORK

New York. La maratona di Giovanni Bartocci.

Giovanni Bartocci, ristoratore romano trapiantato nella Grande Mela, ci racconta della sua prima Maratona di New York e dell’anima e del cuore che ci ha messo per finirla. Per l’occasione ha anche indossato il suo abito migliore: maglietta della Lazio e pantaloncini autografati di Milinkovic-Savic. Un’altra grande storia nella storia.

Leggi tutto »
Iván Fernandez Anaya

Iván Fernández Anaya. Nobiltà di corsa

Dicembre 2012. Il mezzofondista spagnolo Ivan Fernández Anaya è protagonista di un clamoroso gesto sportivo. Non un record o un’impresa, ma un gesto di rispetto profondo per il valore di un suo avversario di corsa. Un gesto che lo fa entrare nella storia e che nel 2013 gli farà assegnare il Fair Play Award.

Leggi tutto »
Pietro Mennea

Pietro Mennea. L’epopea di Mexico City

Universiadi di Mexico City, settembre 1979. Pietro Mennea entra nella storia dello sport. Tutti lo ricordano per il primato mondiale nei 200 metri, ma in quei giorni Mennea fa molto di più. Questa è la cronaca dettagliata della settimana epica di uno degli atleti italiani più forte di sempre.

Leggi tutto »
Abdon Pamich

Abdon Pamich. 90 anni da campione

Abdon Pamich, una leggenda in marcia. Da sempre. Da quando aveva 13 anni costretto a marciare per lasciare Fiume, lasciata di gambe, mai di cuore. Una vita sportiva ineguagliata, una vita da testimone che si porta dentro. Novanta anni lo scorso 3 ottobre. Auguri e tanta strada, Abdon. 

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi