Così come nel mondo economico-commerciale esistono i cosiddetti “prodotti di nicchia”, anche nel calcio ci sono i “fuoriclasse di nicchia”, vale a dire quei giocatori amati solo da uno ristretto spicchio di pubblico. Non ci sono regole fisse per entrare a far parte di questo glorioso club, il tutto è lasciato alla sensibilità e all’immaginazione degli appassionati. Sono figure e personaggi che se ne stanno nel loro splendido isolamento. Lontani dai boati dell’attualità, ma vicini al cuore di chi li ama.
Usciamo dalla teoria e andiamo alla pratica. Oscar Massei appartiene di dirittto alla famiglia dei fuoriclasse di nicchia.
Oscar Massei
Nato nel 1934 in Argentina a Pergamino (bel nome per una città), Oscar ha origini italiane, gioca nel Rosario Central ed è una punta con uno spiccato fiuto del gol. A 21 anni approda all’Inter, dove resta tre anni, durante i quali se la cava abbastanza bene e, in quanto oriundo, entra anche nel giro della Nazionale, pur senza giocare mai con la maglia azzurra.
Nel 1956 durante un Inter-Roma si infortuna al ginocchio rompendosi i legamenti crociati.
Quando dopo un anno rientra non dà più garanzie sul piano fisico e viene dato in prestito alla Triestina dove in una stagione gioca 22 partite e segna solo 2 gol. Considerato finito, nel 1959 viene praticamente svenduto alla SPAL e qui comincia la sua epopea.
Anima e cuore
Da punta pura viene arretrato a mezzala di regia, in breve tempo diventa capitano ma soprattutto il leader, l’anima e il cuore della SPAL.
Oscar Massei resta a Ferrara per nove stagioni durante le quali la squadra ottiene uno storico 5° posto in campionato e raggiunge la finale di Coppa Italia, persa contro il Napoli.
Disputa con i biancocelesti 244 partite, di cui 210 in Serie A con 47 reti segnate, record entrambi tuttora imbattuti.
In quegli anni Massei diventa per la SPAL quello che Rivera, Bulgarelli o in tempi più recenti Totti sono stati per Milan, Bologna e Roma. Anche se ha chiuso con il calcio nel 1968 ed è andato a vivere altrove, ancora oggi ogni volta che mette piede a Ferrara viene accolto come un mito.
La Spal. Una grande storia
Va precisato che Oscar Massei era, mi correggo è, un fuoriclasse di nicchia al quadrato perché giocava nella SPAL che era, mi correggo è, a sua volta una grande squadra di nicchia. Anzi grandissima, anche se non ha mai vinto niente.
Per tutta una serie di ragioni.
Per quel meraviglioso, e agli occhi di molti ancora misterioso, nome, (S.P.A.L., Società Polisportiva Ars et Labor), per quelle vecchie maglie anni cinquanta azzurre con le maniche bianche e con i laccetti per chiudere il colletto, perché nella sua storia ha avuto come presidente il padre di Giorgio Bassani che a sua volta ne era un grande tifoso, perché è la squadra di Ferrara, la città dove viveva, mi correggo vive, la bellissima e irraggiungibile Micòl Finzi Contini.
Una città che conosco bene e amo molto anche se non ci sono mai stato e dove, per ragioni mie, non ho nessuna intenzione di andare ma di cui mi sono autoconferito la cittadinanza onoraria, proprio come quella che nel 2007 hanno dato a Oscar Massei.