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Ci sono amori che non finiscono, vero Joe?

Joe Di Maggio, il baseball, Marilyn Monroe, le rose rosse e la storia struggente di un amore infinito che supera la vita. Accade a volte, ricordarlo fa sempre bene.
Joe DI Maggio e Marilyn Monroe

Ci sono amori che non finiscono, tu lo sai bene, vero Joe?
Lo sai perché il baseball cosa è stato per te, Joe Di Maggio, se non l’amore di una vita.
Lo sai perché ci vuole forza per cambiare un destino che sembrava averti riservato un posto in barca, a pescare però, non a prendere il sole, perché pescare era quello che sapeva fare tuo padre, Zio Peppe come lo chiamavano in Sicilia, a Isola delle Femmine, prima che decidesse di cambiare mare e di emigrare in America.
Pescare era quello che tuo padre ti insegnava, perché quello pensava che ti avrebbe dato da vivere.
Ci deve essere voluta tanta  forza per dire a tuo padre, che di pesca aveva cresciuto te e tutti i tuoi fratelli, che dalla vita volevi altro.

Ci deve essere voluta forza, ma anche amore, tanto, perché alla fine è sempre l’amore che dà la forza per cambiare le cose.

È così che ti immagino a bordo campo mentre segui con lo sguardo tuo fratello Vince, al tempo già bravino a giocare a baseball.
E cosa può fare un bambino a bordo campo, se non sognare ad occhi aperti?
Il fatto è che quando si sogna a occhi aperti può accadere di tutto.
Può accadere anche che il destino ti prenda per mano e ti dica dai ragazzino, adesso diamoci da fare, vediamo cosa sai fare.
E tu, per diventare Joe Di Maggio, al destino, la mano l’hai stretta e non l’hai più lasciata.

Joe Di Maggio
(Joe Di Maggio)

È così che Giuseppe Paolo è diventato Joe Di Maggio, il mito, il più grande.

Soprattutto sei diventato il più amato.
Si può essere bravi a giocare a baseball, si può essere campioni e si può vincere tanto, ma tu sei stato amato come nessuno prima e come nessuno dopo.
Certo, ci hai messo del tuo.
Quando nel 1932 sei andato ad allenarti con i San Francisco Seals sapevi già che il campo sarebbe stato la tua vita e allora hai fatto in modo che fosse la migliore possibile.
Sulla West Coast vinci tutto quello che c’è da vincere, poi, nel 1936, passi a New York con gli Yankees: è l’apoteosi.
Ma qui, adesso, direi sia inutile rimettere in fila record e vittorie. Tu sei Joe Di Maggio, chi vuoi che non le sappia queste cose.
Non è questo il punto.
Il punto è quello che dicevo all’inizio: tu lo sai bene che ci sono amori che non finiscono, vero Joe?

Il punto si chiama Marilyn Monroe

Lei, proprio lei, Marilyn, la più bella, forse anche la più triste, certo la più sfortunata.
L’hai amata in maniera passionale, lei tanto più giovane di te, esuberante, vaporosa, desiderata da tutti, da troppi.
Quando vi siete sposati, nel 1954, avrai pensato di toccare il cielo con un dito, ma nel cielo si addensano anche tempeste, tuo padre pescatore lo sapeva bene, tu forse non lo avevi ancora imparato.
Il matrimonio dura poco, appena nove mesi, poi la vedi andare via per troppa passione, la tua.
E ti si spezza il cuore a leggere di lei sui giornali, a vederla in televisione, a saperla con altri che non le avrebbero fatto e voluto bene. Non quanto te.

Joe DI Maggio e Marilyn Monroe
(Joe Di Maggio e Marilyn Monroe)

Dice che agli uomini il cuore non si spezzi mai, ma non è così, vero Joe?

L’avresti ripresa in ogni momento se solo avesse voluto, ma non è andata così.
È andata male, tanto male.
È andata che quel giorno di agosto del 1962, davanti a lei distesa da non poter più parlare, bella ancora da far male, uccisa da troppe pillole, forse, ma forse anche no, lì davanti le hai detto ti amo ancora una volta, l’ultima.
Le hai detto anche che non l’avresti mai lasciata perché se c’è una cosa che sopravvive alla morte è solo l’amore.

L’amore è fatto anche di segni

Per venti anni, ogni settimana, tre volte a settimana, sei rose rosse si sono posate sulla tomba di Marilyn.
Le tue rose, pegno di un amore che solo tu sapevi ormai.
Sono passati 23 anni da quando te ne sei andato via anche tu, l’8 marzo del 1999.
Sembra che poco prima di morire tu abbia detto finalmente adesso potrò rivedere Marilyn.
Non so se sia vero, ma so che sicuramente lo avrai pensato.
Tu lo sai bene che ci sono amori che non finiscono, vero Joe?

 

 

 

 

 

 

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

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