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Coppa America 1930-1937. Arrivano i J-Class

Le tre edizioni della Coppa che vennero disputate negli anni Trenta videro il coinvolgimento di figure celebri e carismatiche come Nicholson, Stepehens, Vanderbilt e Sopwith. L'ultima volta di Lipton.
Coppa America Shamrock V

Nel maggio del 1929 Thomas Lipton sfida, tramite il Royal Ulster Yacht Club, il New York Yacht Club per la Coppa America che si disputa nel 1930. E la sua quinta sfida, la prima con gli yacht della Classe “J”, una classe scelta dopo lunghi negoziati tra i rappresentanti dello sfidante e quelli del difensore. La formula che regola la classe, chiamata “J” dalla lettera sulla vela che la contraddistingue, è quella dei 76 piedi della Universal Rule proposta da Nathaniel G. Herreshoff e adottata nel 1903 dal New York Yacht Club e dal Seawanhaka Corinthian Yacht Club. Per semplificazione si esprime in questi termini: diciotto per cento della lunghezza al galleggia­mento misurata in piedi, moltiplicata per la radice quadrata della superficie velica in piedi quadrati, divisa per la radice cubica del dislocamento in piedi cubici. Per la prima volta si corre senza compensi ed è adottata l’attrez­zatura Marconi che viene chiamata dagli statunitensi bermudiana.

La sfida

Gli inglesi si presentano con Shamrock V disegnato da Charles E. Nicholson e costruito nel suo cantiere a Gosport, skipper Ned Head. Gli americani, nonostante la crisi economica conseguente al famoso “giovedì nero” del 1929, costruiscono quattro nuove barche e, inoltre, modificano Vanitie e Resolute, quest’ultimo vincitore della Coppa nel 1920, per rientrare nei limiti della stazza. Le nuove barche americane sono: Enterprise, progetto di Starling Burgess, per il sindacato Aldrich di Harold S. Vanderbilt, skipper, Vincent Astor, George F. Baker, George Whitney, Floyd L. Carlise e Walter Clarke; Weetamoe, progetto di Clinton Crane, per il sindacato Morgan di George Nichols, skipper, Junios P. Morgan, Cornelious Vanderbilt, Arthur Curtiss James, George T. Bowdoin, Henry Walters e Gerard Lambert; Whirlwind, progetto di Francis L. Herreshoff, il figlio di “Nat”, per sindacato di Landon K. Thorne sostenuto da Alfred Loomis e Paul Hammond, skipper; Yankee, progetto di. Frank Paine, con i bostoniani John Lawrence, Charles Francis Adams, skipper con C. Raymond Hunt, il progettista della famosa carena Hunt, e Chandler Hovey.

Coppa America Enterprise

Enterprise

Una serie di regate ufficiose seguite da quelle di selezione, fanno sì che la scelta cada su Enterprise che essendo stato varato per primo, il 14 aprile 1930, ha avuto la possibilità di una migliore messa a punto. Burgess si preparò molto seriamente per la progettazione del difensore americano. Studia le condizioni meteorologiche di Newport rapportando i dati ottenuti alla velocità di Resolute e Vanitie stimando che Enterprise deve dare il massimo rendimento di circa 10,75 nodi. Raramente a Newport nel periodo delle regate della Coppa America il vento supera i 12 nodi e, quindi a sua volta, Enterprise avrebbe raramente raggiunto la sua velocità massima. Dopo le prove alla vasca navale Burgess calcolò che la lunghezza al galleggiamento, che per regolamento doveva essere compresa tra 21,336 e 26,518 metri, era di 24,384 metri, il dislocamento 128 tonnellate e la superficie velica di 704,483 metri quadri. La lunghezza fuori tutto era di 36,83 metri. Enterprise è molto veloce con vento leggero e medio, dotato d’ogni sorta di perfezionamenti che permettono di alzare le vele e di manovrare molto rapidamente grazie a degli affinati verricelli installati sotto la coperta. Il suo albero, di lega leggera d’alluminio, progettato da Charles Paine Burgess, fratello del progettista, è lungo 50 metri e pesa 1814 chili mentre quello di legno dell’avversario 2810 chili. Oltre all’albero Enterprise aveva un boma “anormale” con il quale era possibile dare alla base della randa una curvatura naturale e una aerodinamicità perfetta. Il boma, battezzato “Park Avenue”, era di sezione triangolare e misurava, nel punto più largo, circa un terzo della sua lunghezza a partire dall’albero, 1,20 metri. La dotazione di vele è composta di 43 pezzi tra cui otto rande.

Sul campo di regata

Sul piano progettuale e costruttivo gli americani sono ancora una volta all’avanguardia. Inoltre, si abbandona per il grande traffico mercantile il campo di regata al largo di New York per le acque di Bhode Island Sound e Newport diventa la sede storica fino al 1983 quando la Coppa emigra in Australia. Le prime due prove, 13 e 15 settembre 1930, sono facilmente vinte da Enterprise, nel corso della terza, 17 settembre, Shamrock V rompe una drizza e si ritira. L’ultima prova, 18 settembre, nonostante la barca inglese riesca a difendersi meglio, con vento forte è ancora vinta da quell’americana.

Un omaggio degli americani a Sir Thomas Lipton

Will Bogers, noto uomo di spettacolo americano, lancia l’iniziativa di dare un riconoscimento a Lipton. Il “New York Times” lo appoggia pubblicando in prima pagina: “Perché non inviamo un dollaro a testa per un fondo destinato all’acquisto di una coppa di consolazione per Thomas Lipton, più grande della Coppa America, con il contributo di tutti coloro che ammirano un vero yachtsman? Mandate il vostro dollaro al sindaco di New York, che Jimmy Walker offra la coppa da parte di tutti noi con un’iscrizione che dovrebbe suonare pressappoco così: A colui che forse è il peggiore armatore di yacht del mondo, ma che certamente è il migliore e più simpatico dei perdenti. Sir Thomas, lei è stato un benefattore dell’umanità dimostrando che può valere la pena di essere sconfitti‘.
Sono raccolti 16 mila dollari, una dimostrazione della popolarità di Lipton negli Stati Uniti, e i gioiellieri Tiffany realizzano una splendida coppa in oro massiccio. Lipton ritorna in America e riceve l’omaggio nel corso di un banchetto alla City Hall, durante il quale riuscì per la commozione a dire a malapena: “Sebbene abbia perso, voi mi date la sensazione di aver vinto. Ma ci proverò ancora. Sì, ci proverò ancora…“.

La sfida mancata

Lipton pensava alla sesta sfida. Non sapeva che a New York, dove era arrivato quindicenne come un povero emigrante e dove, con la Coppa America, era diventato popolare e stimato, non sarebbe più ritornato.
All’età di 81 anni, il 2 ottobre 1931, Thomas Lipton muore. Qualche mese prima era stato eletto socio onorario del Royal Yacht Squadron, ma non mise mai piede nella storica sede del circolo a Cowes. Si conclude così il lungo periodo iniziato nel 1899 che aveva visto quest’appassionato e simpatico velista inglese lanciare ben cinque sfide.

Coppa America 1934

La sfida del 1934

Nel 1934, il costruttore d’aerei Sir Thomas Octave Murdoch Sopwith occupa subito il posto di Lipton e il Royal Yacht Squadron lancia la sfida. È ancora Nicholson che progetta e costruisce la barca inglese, Endeavour, che dimostra ottime doti con qualsiasi condizione meteo. Infatti Endeavour, oltre ad essere il capolavoro del progettista, è riconosciuto unanimemente come il più veloce di questa classe. Il suo avversario è Rainbow progettato da W. Starling Burgess per il sindacato di Harold Vanderbilt. Quest’edizione della Coppa America, disputata dal 17 al 25 settembre 1934, è una delle più emozionanti; per la seconda volta – la prima fu nel 1920 con Shamrock IV, anche questo disegnato da Nicholson – gli inglesi hanno la possibilità di affermarsi. Con vento forte e mare agitato Endeavour vince la prima prova. È una regata spettacolare con le due barche che lottano a lungo, bordo a bordo, fino a quando la barca americana riesce a prendere qualche secondo di vantaggio. Nel lato in poppa ha, però, alcune avarie allo spinnaker ed è superato da Endeavour. Nella seconda prova, ancora vento forte, seconda affermazione degli inglesi. Nella terza prova Rainbow, con un equipaggio superiore, è favorito da una leggera brezza e si afferma senza difficoltà. Inizia la riscossa americana. Nella quarta, vento medio; i due concorrenti si superano più volte finché Rainbow passa in testa e vince con sicurezza. Due vittorie per ciascuno. La quinta e la sesta prova terminano con l’affermazione di Rainbow. La Coppa resta ancora una volta in America. La superiorità dell’equipaggio americano giocò un ruolo importante nella sconfitta degli inglesi. C’è, però, un’attenuante. Alla vigilia dell’inizio delle prove i marinai di Endeavour scioperano e Sopwith decide di correre con un equipaggio di dilettanti.

Coppa America Endeavour

La sfida del 1937

Nel 1937 una nuova sfida inglese, sempre attraverso il Royal Yacht Squadron per conto di Sopwith, che fa progettare e costruire Endeavour II ancora da Nicholson. Gli americani scelgono Ranger (progettato da Starling Rurgess e dal giovane Olin Stephens) di Harold Vanderbilt che è anche lo skipper. Con quattro vittorie consecutive gli americani vincono ancora una volta la Coppa America disputata dal 31 luglio al 5 agosto.

Con questa edizione della Coppa America terminano le regate con le barche della Classe “J”

Bisognerà attendere fino al 1958 per rivedere in regata inglesi e americani contendersi questo famoso trofeo. I tempi sono cambiati. Le barche della Classe “J” sono troppo costose e alla ripresa delle sfide si passa ai 12 metri Stazza Internazionale, la classe per le regate più grande al momento.
Inizia un altro capitolo dell’affascinante storia della Coppa America. Quello della Classe “J” vive nella storia di questo importante trofeo dello yachting e nelle tre delle dieci barche costruite, nove per la Coppa America e una, il Velsheda nel 1933, per W. F. Stephenson, ancora oggi superstiti. Sono Endeavour, Shamrock V e Velsheda, tutti inglesi.

 

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La storia dei J-CLass in Coppa America è stata pubblicata per la prima volta su Arte Navale n. 34 del 2006, ripresa dal Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche nel febbraio 2018 e oggi rilanciata al futuro da Sportmemory.

 

Franco Belloni

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