Calcio di guerra. E di onore
Dapprima avversato, poi promosso. Il football non entra a gamba tesa in tempo di guerra, non ci pensa proprio. Il football porta in campo una palla, i suoi principi e il cuore puro dei vent’anni per sempre. È spirito di corpo, quello sì che serve al fronte, ma è diverso. Quello che non cambia è che chi gioca non perde mai, mentre in guerra nessuno vince. Nelle Fiandre prima, in Veneto poi, i signori della guerra le hanno prese di brutto.