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Olimpiadi. Le storie maledette

Olimpiadi. Monaco 72

La morte sull’asfalto nella prima gara di Roma ’60, il doping di Stato che ha flagellato intere generazioni di atleti dell’Est – il più delle volte donne, spesso ancora bambine -, la strage di Settembre Nero a Monaco ’72. Storie maledette che di olimpico hanno solo il sogno spezzato.

Félicien Vervaecke. Il Tour del ’38 come romanzo

Félicien Vervaecke

Una famiglia di ciclisti i Vervaecke, figli di un Belgio che al ciclismo ha dato campioni infiniti. Félicien Vervaecke ha avuto qualcosa in più però; buon ciclista, ottimo scalatore , ma l’unico a diventare idolo ed esempio di un ragazzino nel bel romanzo di Hugo Claus “La sofferenza del Belgio”

Il Giro d’Italia e il mistero delle ballerine

1947. La corsa delle soubrettes

Una storia sommersa riemerge da una vecchia rivista: il primo Giro d’Italia finanziato dalle ballerine delle music-hall milanesi. “Le più belle gambe di donna per le più forti gambe d’atleta”, così recitava il manifesto che chiamava i milanesi a partecipare ai veglioni con le più belle “sciantose” del tempo. Una storia sommersa e leggera che fa bene a tutti, anche alla grande storia del Giro.

La Cavalcata dei Monti Pallidi. Una favola del Giro

Taccone Cavalcata dei Monti Pallidi

Una favola delle Dolomiti, il genio di patron Torriani, gambe e scorza di gente come Taccone, Meco, Baldini e Balmamion. Altri Giri, altro mondo. La Belluno-Moena non è una tappa, è una leggenda o, forse, una favola dimenticata.

Ottavio Bottecchia. Il Giro che manca

Ottavio Bottecchia

Un Giro d’Italia da Isolato, tre Tour de France, due vinti, ma tutti e tre da campione. Ciclista professionista a 26 anni, una carriera veloce come la sua vita, andata in fuga troppo presto. Ottavio Bottecchia è stato ciclista tra i più grandi. Mordendo miseria, fatica e destino Ottavio Bottecchia è stato soprattutto un uomo libero.

Vai Girardengo, vai grande campione

Girardengo

21 marzo 1926. Costante Girardengo vince la sua quinta Milano-Sanremo e la vince da Campionissimo, il primo del ciclismo italiano. Al traguardo di corso Cavallotti il secondo arriverà dopo quasi sette minuti, il terzo dopo undici. Dopo aver recuperato tempo e uomini in una corsa che sembrava persa, al traguardo Costante Girardengo è solo. Solo e immenso.

Jacques Anquetil. Vita scandalosa di un campione

Jacques Anquetille

Un campione, ma non uno qualunque. In 15 anni di professionismo, Anquetil si aggiudica 205 vittorie, cinque volte vince il Tour, due il Giro e una la Vuelta. Non uno qualunque, anche perché una vita scandalosa come la sua non è proprio da tutti.

Marco Pantani. Prima della fine

Marco Pantani

Venti anni di Marco Pantani, venti anni senza Marco Pantani, ma non è di un 14 febbraio e del suo mare grigio che voglio dire. Voglio dire di quello che c’è stato prima. Voglio dire di un’estate, quella del ’98, una delle più grandi del ciclismo. Oggi il Jolly Roger non è a mezz’asta. Oggi il Jolly Roger è alto al cielo.

Carlo Clerici. Il gregario con un Giro da campione

Clerici

Tre Tour de France, cinque Milano-Sanremo, un campionato del Mondo e tante corse in Svizzera. Per cinque volte Carlo Clerici è anche al Giro, sempre da gregario ovviamente. Il fatto è che, da gregario, un Giro d’Italia lo lui vince. Siamo nel 1954 e questa è una delle più incredibili storie del Giro.

Gastone Nencini e il treno galeotto

Gastone Nencini

Una piccola storia, un aneddoto che fotografa il tempo. È il 1960 quando Gastone Nencini vince il Tour de France, un trionfo per il ciclista intrepido delle discese. Il rientro in Italia è in treno ed un trionfo è quello che lo attende alla stazione di Firenze. A Bologna qualcuno sale sul treno e lo raggiunge. Qualcuno che, in un’Italia ancora ferma su sé stessa, a Firenze si dovrà nascondere

Liberati. La bicicletta di quartiere

Liberati

Una piccola storia. Roma, Tuscolano, Cinecittà. Dopo 65 anni il negozio che ha mandato in bicicletta tutto il quartiere, abbassa le serrande. È il tempo che fugge, è il tempo che cambia, dirà qualcuno. Forse. Il fatto è che Liberati era un’istituzione. Il fatto è che Liberati mancherà a tutti.

José Beyaert. L’uomo che rubò la maglia gialla

José Beyaert

Un ciclista. Un campione con il suo oro alle Olimpiadi di Londra del 1948. Anche ex pugile, però. E anche avventuriero in America Latina, sempre con un piede al di là e uno al di qua della legge. José Beyaert è uno di quegli uomini per i quali ogni definizione non può che calzare stretta. Era simpatico, però. Gli piaceva scherzare e fare burle, proprio come quel giorno al Tour de France.

Enrico Brusoni. L’oro sparito di Parigi

Enrico Brusoni

Parigi 1900, Velodromo di Vincennes. Enrico Brusoni è una delle nostre prime medaglie olimpiche, la prima d’oro nel ciclismo. Enrico vince e lo sa, ma misteriosamente l’albo d’oro non lo dice e nessuno sa perché. Eppure ci sono i risultati, i testimoni, ma servono cento anni e un ricercatore affamato di verità per restituire a Enrico Brusoni il suo. Perché l’importante è partecipare, ma chi vince – se vince pulito – non va mai offeso. Né dimenticato.

Pietro Franzese. In Irlanda per un turismo sostenibile

Pietro Franzese

Oltre 2500 km in bicicletta a scatto fisso tra panorami irlandesi mozzafiato e sulle tracce di un rapporto sostenibile con la natura. Il 31 agosto inizia il nuovo viaggio di Pietro Franzese, youtuber che seguendo la passione per i viaggi e per la bicicletta, ha dato un significato nuovo alla sua vita.

Edoardo Bianchi. Il signore della bicicletta

EDOARDO BIANCHI

Il 17 luglio 1865 nasce a Varese Edoardo Bianchi. Orfano, a quattro anni va in orfanotrofio da dove esce quando ne ha otto per andare a fare il garzone da un fabbro ferraio. Edoardo guarda, osserva, ruba con gli occhi e mette da parte. Abbastanza per cambiare vita e destino a sé, ma anche a buona parte degli italiani.

Fausto Coppi. Napoli come destino

Fausto Coppi

1945. Di ritorno dalla prigionia in Africa, Fausto Coppi sbarca a Napoli. Un falegname di Somma Vesuviana gli regala una Legnano verde per riprendere gli allenamenti. Lui ci farà 800 chilometri per tornare a casa. A Napoli ritorna nel ’47 quando vincerà l’ottava tappa del Giro d’Italia che, alla fine, sarà suo per la seconda volta. Sul filo del traguardo di Napoli lo attende il fotografo Riccardo Carbone che ne fisserà il tempo e lo farà arrivare sino a noi.

Italo Zilioli. L’Amleto del ciclismo

Italo Zilioli

Un campione nonostante tutto. Più che altro un campione nonostante i suoi dubbi e le sue insicurezze. Una persona perbene Italo Zilioli, fisico e tecnica, gambe e polmoni che potevano fare tutto se solo la testa gli avesse dato spago. Tanti piazzamenti importanti, 58 vittorie ma nessuna di queste il grande successo che avrebbe meritato. È andata così e forse proprio per questo di Italo Zilioli ci piace raccontare ancora.

Laurent Fignon, le Professeur

Laurent Fignon

Laurent Fignon, coraggioso, schietto, consapevole che la carriera di uno sportivo è fatta di vittorie, ma anche di sconfitte brucianti che fanno male. Un campione fino all’ultimo, con la bicicletta e con la vita.

Ciao Vittorio, amico mio

Domenico De Lillo è un ciclista di curva. Così si è descritto nell’articolo scritto per Sportmemory a dicembre del 2021. Pistard, 3 volte bronzo mondiale, otto volte campione italiano, 2 record mondiali sulle spalle, Domenico – Nico per tutti – era amico di Vittorio Adorni. Amico come si può essere quando dividi vita e fatica da ciclista. Amico per sempre. Nico ha voluto salutare Vittorio così, scrivendogli una lettera e chiedendo a noi di pubblicarla. E noi, di cuore, la pubblichiamo.

Gianluca Santilli. Bici, cuore e mani

Gianluca Santilli

Metafora della vita, dinamica assoluta, equilibrio in velocità, bellezza di linee. Affascinato da tecnica e significati, nel 1913 il futurista Umberto Boccioni ne traduce estetica ed afflato in “Dinamismo di un ciclista”. Da allora, la bicicletta di strada ne ha fatta. Gianluca Santilli è il padre della Gran Fondo Campagnolo di Roma, ma anche il primo che ha tradotto e teorizzato le emozioni della vita a pedali nel paradigma sostenibile e innovativo della Bikeconomy. Numeri, certo, ma soprattutto una filosofia.

Michele Dancelli. Traguardi, lacrime e gioia

Michele Dancelli

19 marzo 1970. Giorno di festa per San Giuseppe, ma anche per Michele Dancelli che 17 anni dopo la doppietta di Loretto Petrucci riporta a casa la Milano-Sanremo. Michele Dancelli non è un favorito, ma non ce n’è per nessuno e fa l’impresa. Al traguardo è gioia pura, ma anche lacrime vere. Di tutti. Come è giusto che sia.

Giovanni Visconti. Il mio ciclismo

Giovanni Visconti

Una gara, una delle sue prime. Un salto mancato, sbagliato quella volta e tante altre volte tornato in mente. Giovanni Visconti si racconta così, dall’inizio di una vita da ciclista che lo ha visto campione. E da campione vero non parla delle sue vittorie, ma delle sue 1.221 sconfitte. Le ricorda tutte. Soprattutto perché nessuna è stato in grado di fermarlo.

Learco Guerra. Il Duellante

Learco Guerra

Learco Guerra, gambe e cuore, muscoli e passione. Una vita di duelli, con il destino prima, con Alfredo Binda poi, con la velocità sempre. Locomotiva umana, così è passato alla storia. Tutto vero, ma Learco Guerra è stato più cuore che macchina, più coraggio che vapore. Per questo noi prendiamo licenza e preferiamo ricordarlo come il Duellante.

Charles Miller. Il ciclista romantico

Charles Miller

Nell’epopea delle Sei Giorni di fine ottocento Charles Miller è un ciclista eroico, un gigante in pista, ma con gambe che si fanno rispettare anche in strada. Charles Miller è anche un ciclista romantico, però. Questa è la storia sua e del matrimonio più incredibile che il ciclismo abbia mai visto.

La villeggiatura e il ciclismo pop delle biglie

SPORTMEMORY VACANZA

Sportmemory racconta storie e rispetta il rito della vacanza agostana che, dell’Italia, è una grande storia di costume dentro la quale ci siamo un po’ tutti. Torneremo con l’aggiornamento mensile il 5 settembre e, a seguire, il 5 di ogni mese che sarà la nostra nuova data editoriale. In questo mese, però, non vi faremo mancare del tutto le nostre storie. Ne pubblicheremo alcune in maniera estemporanea nella sezione Diorama e, come sempre, cercheremo di raccontarle non per informare, ma per emozionare.

1965. Quando Gimondi prese la Bastiglia

Gimondi

1965. Il 14 luglio Felice Gimondi porta a casa un sogno e vince il cinquantaduesimo Tour de France. Sarà una sorpresa, ma è l’esordio di una vita da campione. Vincerà di tutto e per lunghe stagioni duellerà con Eddy Merckx, non un cannibale, ma un marziano. Oggi, nel suo giorno, Felice Gimondi, campione e bella persona, lo ricordiamo come se stessimo ancora giocando con lui, a biglie, sulla spiaggia.

Giusto Cerutti. Iconografia di un ciclista indipendente

Giusto Cerutti

La lettura di una fotografia può riservare sorprese. Soprattutto se ci entri dentro, se ti fermi sui particolari e ti lasci portare dove vuole lei, spesso in un altro tempo e in un altro mondo. Giusto Cerutti è stato un ciclista, non un campione, ma con questa foto ha tagliato il traguardo del Tempo. E ha vinto.

Charly Gaul e Marco Pantani. L’angelo e il pirata

L’angelo della montagna è Charly Gaul. Marco Pantani è il pirata. Marco dice “vado forte in salita per alleviare l’agonia”. Charly, eroe di altri tempi, abbraccia il figlio che non ha mai avuto. Loro ai bordi della vita, noi appassionati – di ieri e di oggi – che non si sa cosa daremmo per poter tornare ai bordi della strada ad incitarli.

Un bagaglio in più

Letizia in bicicletta

Una storia in prima persona. Una storia di passione, di bicicletta, di ciclismo e di molto altro. La storia di Letizia raccontata da Mariagrazia, la mamma, con un racconto arrivato terzo al concorso nazionale organizzato dalla F.I.A.B.(Federazione Italiana Amici della Bicicletta ) di Siena, “Scateniamoci”. La storia di un’esperienza personale che migliora la vita di tutti.

Alfonsina Strada.Il diavolo in gonnella

Alfonsina Strada

Nel 1924 Alfonsina Strada fa la storia come prima donna a partecipare nel Giro d’Italia e, tra critiche e pregiudizi, “il diavolo in gonnella” infrange ogni idea del suo tempo.

Domenico De Lillo. Ciclista di curva

Domenico De Lillo ciclista

Una vita in pista quella di Domenico De Lillo, pistard mezzofondista. Una vita in bicicletta, dove ha imparato ad andare quasi prima di camminare. Un vita da ciclista di curva perché le curve, in pista o su strada, sono l’essenza del ciclismo.