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Arcadio Venturi. Mi sento ancora un giocatore della Roma.

Arcadio Venturi, 93 anni, mediano, rigorista, 9 stagioni giallorosse, una da capitano, si sente ancora un giocatore della Roma. Questa è la sua storia.
Arcadio Venturi

Arcadio Venturi nasce a Vignola (MO) il 18 maggio 1929. Il bravo centrocampista, proveniente dalla U.S. Vignolese, squadra della sua città natale che militava in serie C, a 19 anni venne acquistato dalla Roma che versò al Club emiliano la somma di un milione e mezzo. All’attento e competente Vincenzo Biancone, oggi lo qualificheremmo come Direttore Sportivo della Roma, nell’assistere dalla tribuna ad una partita amichevole tra il Bologna e la Vignolese, bastarono alcuni spunti di gioco di Venturi per rendersi conto del valore del ragazzo, consigliandone il tesseramento.
L’acquisto venne poi perfezionato dopo che il calciatore aveva sostenuto un provino positivo con i giallorossi il 23 giugno 1948 nella partita amichevole contro il Montecatini terminata 2-5, nel corso della quale aveva messo a segno il suo primo gol giallorosso.

L’esordio in serie A

Dopo il ritiro estivo, svoltosi a Sora dal 24 agosto al 13 settembre del 1948, la Roma, allenata dall’ex campione d’Italia 1941-42 Luigi Brunella, disputò il 19 settembre 1948 la prima partita del campionato 1948-49 Bologna-Roma conclusasi con la vittoria corsara dei Lupi per 1-2, con reti di Tontodonati e Pesaola.
Per Arcadio Venturi fu l’esordio in serie A. Venne schierato mezzala sinistra nella seguente formazione: Risorti, Contin, Andreoli (capitano), Dell’Innocenti, Valle, Ferri, Cristini (anche lui esordiente), Maestrelli (futuro allenatore della Lazio), Tontodonati, Venturi, Pesaola.

Il giorno che prese coraggio

Sul libro Storia Illustrata della Roma si legge che “Venturi prese coraggio e, nel bel mezzo del fragoroso giubilo dei vignolesi presenti sugli spalti, apparve aggressivo e capace di eccellenti trame di gioco…L’esordio di Venturi fu nettamente positivo. Egli s’era avvantaggiato della conoscenza dell’ambiente e dello Stadio bolognese, dove, da buon calciatore emiliano, aveva avuto in precedenza occasione di esibirsi. Confessò che gli era stato molto utile l’appoggio morale datogli dai compaesani, che avevano voluto assistere alla sua esibizione. Saran stati duecento ma hanno fatto chiasso per duemila. E alla fine erano persino più felici di noi”. Gli inviati speciali scrissero che Venturi era stato una scatola a sorpresa.

 Arcadio Venturi divenne subito titolare inamovibile

Il 24 ottobre 1948 contro il Bari, affrontato in trasferta, Arcadio Venturi fece le cose in grande anche per bagnare il suo primo gol giallorosso. Dopo averlo messo a segno al 19° minuto, infatti, bissò la marcatura al 34° minuto. Secondo la stampa si trattò di due gol magistrali La gara si concluse per 0-4 per i Lupi.
Impiegato da mezzala, Arcadio Venturi terminò il campionato con 34 presenze su 38 siglando 5 reti. Oltre ai 2 gol contro il Bari, segnò una rete al Livorno (7 gennaio 1949 Roma-Livorno 4-0), una a Busto Arsizio ((19 dicembre 1948 Pro Patria-Roma 1-1), descritto dalla stampa come bellissimo a conclusione di un’azione impeccabile ed una ancora contro i bustocchi (8 maggio 1949 Roma-Pro Patria 3-1).

La conferma del 1949

Nella stagione successiva 1949-50 Arcadio Venturi, dotato di ottima tecnica e di illuminante visione di gioco, conferma il suo altissimo rendimento e si impone tra i migliori mediani del campionato – ruolo nel quale il nuovo allenatore giallorosso Fulvio Bernardini l’aveva spostato –. Concluse il campionato con 35 presenze su 38, segnando a causa della posizione più arretrata assunta una sola rete, quella della bandiera messa a segno il 23.2.1950 in Inter-Roma 3-1.

Altri tempi

Il centrocampista si ambientò perfettamente nella città di Roma, nella quale fin dal suo arrivo andò ad abitare curiosamente a Via del Vignola – la circostanza forse gli fece sentire di meno la nostalgia della sua cittadina natale -, situata a pochi metri dallo Stadio Nazionale (dopo la tragedia di Superga chiamato Torino ed infine Stadio Flaminio), dove le due squadre romane si allenavano alternandosi tra la mattina ed il pomeriggio. Situazioni oggi impensabile.

Arcadio Venturi

La serie B

La stagione della retrocessione del 1950-51 della Roma, allenata prima da Baloncieri, poi da Serantoni ed infine da Masetti, vide Arcadio Venturi presente in 36 gare su 38.
Il giocatore, sempre impiegato come mediano, sette giorni dopo avere debuttato nella Nazionale Giovanile Italiana, segnò un gol il 15 aprile 1951 contro la sua vittima preferita: la Pro Patria, quella volta battuta dai giallorossi per 2-0. Venturi, come il suo compagno di squadra e grande amico Amos Cardarelli, si batté con tutte le sue forze per evitare l’onta della caduta nella serie inferiore ma, a causa della sfortuna (12 partite perse per un solo gol di scarto) e delle persecutorie innumerevoli decisioni arbitrali contrarie, non riuscì nell’intento.
La Roma, per un immediato riscatto, poi portato brillantemente a termine, rifiutò le tante allettanti proposte ricevute da diversi importanti Club per acquistare le prestazioni sportive di Venturi, che ben volentieri rimase in giallorosso. Con le sue prestazioni, che spesso vennero definite come superbe, contribuì in maniera determinante a fare vincere alla Roma allenata da Viani il campionato.

Il giorno da capitano

Per il suo impegno e l’ascendente nei confronti dei compagni, assente capitan Tre Re, il 27 gennaio 1952 Arcadio Venturi indossò per la prima volta la fascia di capitano in Roma-Verona vinta dai giallorossi per 1-0.
A conclusione del campionato della rinascita collezionò 37 presenze su 38 e divenendo il rigorista della squadra, segnando 6 reti: al Pisa, al Messina, al Treviso, al Piombino, al Monza ed al Vicenza. Le sue magnifiche prove vennero certificate dalla convocazione del giocatore nella Nazionale Italiana Maggiore.

Dalla serie B alla  Nazionale

Il giorno 11 novembre 1951, a Firenze, Arcadio Venturi fece il suo esordio azzurro in Italia-Svezia 1-1 schierato a mediano sinistro nella seguente formazione: Cesari, Giovannini, Cervato, Annovazzi, Tognon, Venturi, Boniperti, Gimona, Amadei, Lorenzi, Cervellati.
Per valutare la bravura del giallorosso si pensi che alla rarità di un giocatore che, pur militando in serie B, viene scelto per giocare con la Nazionale A. Fu anche il primo romanista ad indossare nel dopoguerra la maglia azzurra. L’ultimo era stato Guido Masetti il 12 novembre 1939 nell’amichevole Svizzera-Italia.
Al termine della carriera Arcadio Venturi potrà vantare 6 presenze nella Nazionale A, 1 in quella B e 5 nella Giovanile. È anche da ricordare che, in occasione delle Olimpiadi in Finlandia, il 26 luglio 1952 nella partita dell’Italia contro gli Stati Uniti, terminata 8-0 per gli azzurri, Arcadio Venturi segnò il gol del provvisorio 3-0.
La Nazionale venne poi eliminata da una stratosferica Ungheria che annoverava fuoriclasse quali il portiere Grosics, il mediano Bozsik, e gli attaccanti Kocsis, Puskas ed Hidegkuti.

Arcadio Venturi

Ritorno in A

La Roma, dopo il ritorno in serie A, all’inizio della stagione 1952-53 fece una campagna di rafforzamento di grande rilievo aggiudicandosi le prestazioni del nazionale Egisto Pandolfini, del nazionale danese Helge Bronée, di Azimonti, Grosso, Renosto e dei rientranti dai rispettivi prestiti di Tessari e Lucchesi.
Il quadrilatero giallorosso, composto da Bortoletto, Venturi, Pandolfini e Bronèe, venne giudicato unanimemente il più forte d’Italia e la squadra, allenata da Mario Varglien, inizialmente conquistò il comando della classifica, per terminare il campionato con brillante sesto posto, ottimo risultato per una neo promossa.

Le prime volte all’Olimpico

Arcadio Venturi e Raul Bortoletto disputarono tutte le 34 partite del torneo, compresa quindi la prima giocata dai Lupi allo Stadio Olimpico (Roma-Spal del 31 maggio 1953). La squadra si tolse la soddisfazione di battere, tra le altre, la Fiorentina, il Bologna in trasferta, l’Atalanta a Bergamo per 1-5, il Napoli a Roma per 5-2, il Torino e la Juventus a Roma per 3-0.
Il nostro Venturi, mediano ambidestro segnò la sua unica rete stagionale alla prima giornata di campionato (14 settembre 1952 Triestina-Roma 2-3 con reti giallorosse; Venturi su rigore, Bronée e Galli).
Il 17 maggio 1953 Arcadio Venturi ebbe il privilegio di inaugurare, con i compagni romanisti Bortoletto Grosso, Pandolfini e Galli, lo Stadio Olimpico nella partita Italia-Ungheria, conclusa con la vittoria degli straordinari magiari per 0-3.

Ancora capitano

Il calciatore emiliano nella stagione successiva 1953-54 mantiene il solito elevato rendimento, indossa la fascia di capitano in tutte le 19 partite nelle quali Tre Re, titolare del ruolo, non è impiegato e conclude il suo ottimo campionato con 30 presenze su 34 senza questa volta segnare alcuna rete. Stringe anche una cara amicizia con il nuovo arrivato nella Roma Alcide Ghiggia, campione del mondo nel 1950 con l’Uruguay.
In occasione della vittoria della Roma a San Siro per 1-2 contro il Milan, Venturi, cosi come diverse altre volte, disputa una partita magistrale. La squadra confermò il sesto posto in classifica dell’annata precedente.

Il primo derby dei Centomila

Arcadio Venturi, dopo avere inaugurato lo Stadio Olimpico con la Nazionale ed essere sceso in campo con la Roma nella sua prima partita nello stesso Stadio, gioca anche il primo derby della storia  in quello che al tempo era chiamato Stadio dei Centomila. Un derby che sancì la prima vittoria nella stracittadina di una delle due squadre, che naturalmente fu la Roma (18 aprile 1954 Lazio-Roma 1-2 con reti di Celio, Bortoletto e Fontanesi). I Lupi scesero in campo con la formazione che merita di essere ricordata: Moro, Azimonti, Eliani, Bortoletto, Grosso, Celio, Ghiggia, Venturi, Galli, Pandolfini, Bettini.

Arcadio Venturi

Capitano titolare nella Roma di Sacerdoti

L’ambiziosa Roma del Presidente Renato Sacerdoti, respinse le pressanti richieste avanzate dalle Società più blasonate per avere Arcadio Venturi, e per la stagione 1954-55 rafforzò la squadra con gli innesti di Bertuccelli, Boscolo, Cavazzuti, Giuliano, Losi, Nyers, Stucchi e del giovane del vivaio Guarnacci.
Venturi venne promosso capitano e la squadra, allenata dall’inglese Jesse Carver, disputò un campionato d’avanguardia classificandosi al terzo posto dopo il Milan e l’Udinese, poi retrocesso in sere B con delibera della Lega Nazionale.
Come rilievo statistico si evidenzia che la Roma vinse tutte le 4 gare giocate contro il Milan e l’Inter. In quella di ritorno contro i nero-azzurri fece il suo esordio in serie A Giacomo Losi ((20 marzo 1955 Roma-Inter 3-0 con reti di Galli, Bortoletto e Pandolfini). Arcadio Venturi, impiegato in 31 partite di campionato, segnò 2 gol (uno in casa contro il Bologna ed uno in trasferta contro l’Atalanta) e nelle 2 giocate dai giallorossi nella Mitropa Cup contro la squadra allora jugoslava del Vojvodina (6 giugno e 3 luglio 1955).

Ancora un sesto posto

La stagione successiva 1955-56, vide la Fiorentina laurearsi campione d’Italia e la Roma, guidata dall’ungherese Giorgio Sarosi, con i nuovi acquisti di Dino Da Costa, Biagini, De Toni, Panetti e con i rientranti dai rispettivi prestiti di Tessari dal Palermo e di Prenna dal B.P.D. Colleferro, classificarsi al sesto posto, mettendo in mostra un campione come il brasiliano Da Costa. Arcadio Venturi scese in campo senza segnare in 24 partite, giocate come al solito a testa alta e con eleganza su dei buoni livelli.

Arcadio Venturi

L’ultimo campionato con la Roma

La carriera romanista di Arcadio Venturi si concluse al termine della stagione 1956-57 che lo vide disputare 27 partite di campionato realizzando 2 gol, entrambi su rigore: contro l’Inter a San Siro (3-2 per i nero-azzurri) ed a Roma contro l’Udinese (6-1 per i giallorossi).
Venturi era in campo anche il 14 ottobre 1956 quando la Roma, da lui capitanata, superò la Lazio, che per calendario giocava in casa, per 0-3, con doppietta di Da Costa, che poi vinse la classifica dei cannonieri e rete di Pestrin.
Con le ultime quattro partite consecutive perse la Roma, che a 5 giornate dalla fine del torneo aveva sostituito Sarosi con Masetti, dalla sesta posizione in classifica occupata, scese alla quattordicesima.
Arcadio Venturi, prima di essere ceduto all’Inter, ha giocato nella Roma dal 1948 al 1957, totalizzando in gare ufficiali 290 presenze e 18 reti: 288 presenze e 18 reti in campionato e 2 presenze senza gol nella Mitropa Cup del 1954-55.

Uomo oltre i numeri

Ma al di là dei numeri è lo spessore dell’uomo e del giocatore Venturi a fargli conquistare un posto di rilievo nella storia della Roma, che a luglio del 2016 l’ha inserito nella propria Hall Of Fame.
Giunto a Roma per la cerimonia non si è sottratto all’affettuoso abbraccio dei tifosi giallorossi, firmando centinaia di autografi e posando per numerose foto ricordo.
Sulle sue straordinarie qualità del calciatore si riporta quanto pubblicato nell’introvabile libro AS Roma. La grande storia editato dalla Newton Compton a dicembre del 2014, con autori Fabrizio Grassetti, Massimo Izzi e Gabriele Pescatori, tutti componenti del Centro Studi dell’Unione Tifosi Romanisti sulla Storia della Roma: “Venturi, mediano e mezzala ambidestra dl rendimento costante, aveva uno spiccato senso geometrico e della posizione. Correva ininterrottamente per 90 minuti con eleganza, ordine e disciplina. Ottimo rigorista, fu apprezzato da tutto gli allenatori succedutisi alla guida della Roma. da vero capitano difese sempre i compagni di squadra anche per tutelare i loro interessi nei confronti dei dirigenti della società. Per comprendere meglio i sentimenti che i compagni nutrivano nei suoi confronti, ricordiamo che Alcide Ghiggia al suo primo figlio maschio impose il nome di Arcadio”.

Lettera ai romanisti

Ceduto all’Inter al termine del campionato 1956/57, Arcadio Venturi fece pubblicare sul Corriere dello Sport questo messaggio:
Cari sportivi romani, è con vivo rincrescimento che dalle pagine Corriere dello Sport io debba mandarvi il mio affettuoso saluto. Da circa nove anni ho vissuto la vita dell’AS Roma le gioie dei successi, le amarezze della retrocessione. Roma era diventata quasi la mia città d’adozione, tanto è vero che pensavo che vi sarei rimasto, forse tutta la vita. Ma d’altra parte, se i dirigenti hanno ritenuto opportuno cedermi all’Inter, dove mi troverò certamente bene, vuol dire che la mia cessione era necessaria per la Roma. Mi auguro quindi che i tifosi giallorossi non mi dimenticheranno come io non li dimenticherò. Colgo l’occasione per ringraziare coloro che mi hanno incoraggiato e sostenuto in questi anni a Roma, ed in special modo ai giornalisti sportivi. Consentitemi quindi di congedarmi da voi prima di indossate la maglia nerazzurra dell’Inter con un ultimo FORZA ROMA.”

Non ho mai smesso di sentirmi un giocatore della Roma

Venturi dal 1957 al 1960 ha poi indossato la maglia dell’Inter (57 partire di campionato senza reti), per concludere, infine, la carriera agonistica nel Brescia (dal 1960 al 1962 26 presenze e 2 reti in serie B), rimanendo sempre romanista.
Di recente agli storici giallorossi Massimo Izzi e Massimo Germano il campione, che il 18 maggio festeggerà il novantatreesimo compleanno, ha dichiarato recentemente: “anche adesso che ho i capelli bianchi non ho mai smesso di sentirmi un giocatore della Roma” e, aggiungiamo noi, che giocatore!

 

Fabrizio Grassetti Avvocato Cassazionista, abbonato dal 1954, ha seguito la Roma in più di cinquecento trasferte nazionali e oltre cento europee. Fondatore-Presidente dell'Unione Tifosi Romanisti e del Centro Studi sulla storia della Roma, nel 2001 è stato nominato Cavaliere della Roma, nel 2003 socio ad honorem del Club giallorosso e nel 2013 membro della Commissione della Hall of Fame. Ha curato le grandi mostre sulla Roma ed ha scritto diversi libri e pubblicazioni sulla Società capitolina

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